GAM: Ultime battute dell’anno

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Ultime sedute dell’anno per i mercati finanziari: la liquidità si riduce, molti operatori fermano l’attività o ribilanciano i portafogli in base ai benchmark. La geopolitica, pur centrale, ha inciso poco quest’anno. Azioni, oro e Bitcoin sugli scudi. L’intelligenza artificiale ha catalizzato investimenti e attenzione. Il dollaro si è rafforzato, trainato anche dall’elezione di Trump. Sul fronte obbligazionario, alta volatilità con alternanza di recuperi e correzioni legate alle mosse delle banche centrali. La Cina chiude tra incognite e opportunità: nuovi stimoli per sostenere consumi, settore immobiliare e combattere la deflazione. Restano i rischi relativi alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

L’attenzione ora si sposta sulla riunione di questa settimana della Fed e sul nuovo dot plot: probabile un taglio di 25 basis point ma sarà interessante osservare come le proiezioni sui tassi e il terminal rate si discosteranno da quelle di settembre. Il mercato prezza attualmente solo due tagli nel 2025 rispetto ai tre stimati in precedenza.

La Banca Nazionale Svizzera ha sorpreso gli operatori riducendo il tasso di riferimento di 50 punti base, portandolo allo 0,5%. Gli analisti si attendevano un taglio di un quarto di punto. L’obiettivo principale è quello di indebolire il franco svizzero, visto come bene rifugio in tempi di stress geopolitico, la cui forza però ha messo sotto pressione l’economia, e penalizzato le esportazioni. Dopo l’annuncio, il franco è sceso dello 0,6% contro euro. Il governatore ha ribadito inoltre la sua disponibilità a intervenire direttamente sul mercato dei cambi se necessario, poiché il margine per ulteriori riduzioni dei tassi si sta riducendo, essendo ormai vicino allo zero.

La BCE ha ridotto il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3%, il terzo taglio consecutivo dall’estate, per un totale di 100 punti base di allentamento da giugno. Ha abbandonato il riferimento alla necessità di mantenere una politica “sufficientemente restrittiva”, adottando un linguaggio più flessibile e dipendente dai dati per stabilizzare l’inflazione al 2%. Le nuove previsioni economiche mostrano un lieve miglioramento con la stima per il 2025 rivista dal 2,2% al 2,1%. Tuttavia, la crescita economica è stata ridotta all’1,1% rispetto all’1,3% precedente. La BCE ha inoltre deciso di interrompere tutti i reinvestimenti delle obbligazioni in scadenza legate al programma PEPP, riducendo ulteriormente il bilancio. Nonostante il tono accomodante, i mercati hanno reagito con un aumento dei rendimenti obbligazionari, concentrandosi sulla mancanza di urgenza nelle parole della presidente Lagarde, che ha sottolineato come i rischi inflazionistici restino “a due facce”. Ha anche intensificato la pressione sui governi affinché rispettino le nuove regole fiscali senza ritardi.  Guardando al futuro, la BCE potrebbe procedere con ulteriori tagli di 25 punti base a gennaio e marzo, mantenendo un ritmo di allentamento graduale.

Moody’s ha abbassato il rating della Francia da Aa2 a Aa3, riflettendo preoccupazioni per il peggioramento delle finanze pubbliche e la difficoltà di ridurre i deficit fiscali nei prossimi anni. Questo declassamento arriva dopo la crisi politica culminata con le dimissioni del premier Barnier. La Francia ha già subito tagli simili da parte di Fitch e S&P. La nomina di François Bayrou a primo ministro avviene in un momento di incertezze politiche, con l’obiettivo di affrontare e ridurre il deficit di bilancio.

Resta cruciale un intervento più incisivo da parte delle autorità Cinesi per sostenere la domanda interna. Forte era l’attesa per le conclusioni della Conferenza Centrale del Lavoro, che ha indicato un chiaro spostamento della politica economica verso il sostegno ai consumi interni. Pur confermando l’impegno ad aumentare il deficit fiscale nel 2025, a ridurre i tassi d’interesse e il coefficiente di riserva obbligatoria “al momento opportuno”, i dettagli concreti sulle misure di stimolo sono rimasti vaghi, come però era previsto. L’obiettivo principale dichiarato è stimolare la domanda interna per compensare le difficoltà derivanti dalle barriere commerciali statunitensi e dalla debolezza delle esportazioni. Un’ulteriore azione partita il 15 dicembre riguarda l’espansione del programma pensionistico privato permettendo agli investitori di utilizzare i risparmi pensionistici per acquistare ETF sull’azionario e titoli di Stato. L’intento è quello di sostenere il mercato, attirando investitori di lungo termine su prodotti legati agli indici come il CSI 300. Tuttavia, l’impatto potrebbe rivelarsi contenuto nel breve periodo, data la bassa partecipazione finora registrata nel programma, avviato nel 2022. Parallelamente, il governo ha segnalato un aumento dell’indebitamento e della spesa pubblica nel 2025, con la priorità di stimolare una domanda interna robusta per affrontare le crescenti barriere commerciali esterne. I mercati hanno reagito con prese di profitto venerdì scorso: le borse cinesi e di Hong Kong hanno subito ribassi, riflettendo la delusione per l’assenza di misure immediate e incisive. Tuttavia, l’impegno dichiarato a favorire consumi e liquidità dovrebbe proseguire e dare ulteriore supporto ai mercati nel corso del 2025.

Sabato il responsabile dell’Ufficio Studi della People’s Bank of China ha confermato la volontà della Banca Centrale di ridurre i tassi d’interesse e il coefficiente di riserva obbligatoria in modo tempestivo l’anno prossimo. Nel frattempo i rendimenti dei titoli di Stato hanno toccato nuovi minimi, e le aspettative sono per un proseguimento della tendenza. Il contesto resta volatile, con i mercati in attesa di ulteriori dati macroeconomici, dettagli sulle politiche economiche e sull’evoluzione delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Questo lunedì, inoltre, hanno deluso le vendite al dettaglio di novembre cresciute solo del 3% rispetto a un anno fa, ritmo più lento degli ultimi tre mesi. Per ridurre l’attuale scetticismo degli investitori internazionali sarà necessaria quindi una serie continuativa di notizie positive.