Felice Vatalaro: Quello che non ti raccontano sull’imprenditoria giovane: resilienza, fratture e il coraggio di non reagire
C’è un tipo di dolore che non lascia cicatrici sulla pelle, ma altera in modo permanente il modo in cui una persona osserva la realtà. Felice Vatalaro lo ha conosciuto prima nei corridoi di ospedale, poi nelle acque agitate di Capo Vaticano. Colpito dall’elica di una barca, ferite gravi alle gambe, un elisoccorso, e il silenzio tagliente che segue ogni interruzione improvvisa della normalità. Ma è prima ancora, nel cuore, che si è aperta la prima frattura: una patologia cardiaca giovanile che ha cambiato le coordinate con cui leggere il tempo, la fatica, il rischio.

Lo so, è fastidioso sentirlo. Ma è proprio qui che si gioca tutto.
Perché Luxury Investment, il suo libro, non è solo un metodo. È un atto di risposta matura al trauma. Un’elaborazione sistemica di tutte quelle volte in cui reagire con forza sarebbe stato un errore. In cui trattenersi è stato il vero coraggio.
Felice è nato nel 1998, in una zona d’Italia in cui la parola “investimento” suona ancora troppo spesso come promessa eccessiva o minaccia opaca. Eppure, invece di scappare da queste ambiguità, ha scelto di riprogettare il significato stesso della relazione con il proprio patrimonio. Non in termini di numeri, ma di percezione. Di forma mentis. Di narrazione.
“L’unica vera libertà finanziaria è quella mentale”, si legge nel libro. Una frase semplice, ma carica di conseguenze: implica che la maggioranza delle paure economiche non sono basate su cifre, ma su strutture cognitive ereditate. Automatismi emotivi. Reazioni apprese.
In un passaggio memorabile, l’autore paragona il nostro rapporto col denaro a un mosaico incompleto: ogni tessera è un ricordo, una credenza, una voce esterna. Ma nessuno si ferma a domandarsi se quell’immagine finale ci somigli davvero.
È qui che Luxury Investment trova il suo spazio unico. Non promette strategie aggressive, né formule per moltiplicare capitale. Semplicemente, invita il lettore a ristrutturare il suo sistema di significati. A sostituire la reazione con la progettazione. L’impulso con la gestione. La paura con la lettura oggettiva dei propri modelli.
Felice Vatalaro è oggi considerato il più giovane esperto italiano di Mind-Business, un approccio interdisciplinare che fonde neuroscienze, intelligenza artificiale e strategia patrimoniale per restituire all’individuo controllo e lucidità. Ma questa autorevolezza non nasce da un curriculum patinato. Nasce dalle crepe. Dai momenti in cui non sapeva se avrebbe potuto camminare. O correre. O respirare normalmente.
L’imprenditoria giovanile viene spesso celebrata per i suoi picchi. Nessuno parla delle pause. Nessuno racconta cosa significa svegliarsi la mattina senza una motivazione, o vedere tutti i propri progressi annullati da un incidente. Eppure è in quelle pause, in quella inattività consapevole, che si formano le intuizioni migliori.
C’è un concetto nel libro che disarma: la dignità del non reagire. Non è passività. È scelta cosciente di lasciare sedimentare il senso, prima di ripartire. È una forma di controllo superiore. Come nella finanza: le mosse migliori non sono quelle più visibili, ma quelle che tagliano la volatilità interna.
La vulnerabilità, allora, diventa un asset. Cognitivo. Strategico. Umano.
E se oggi Luxury Investment esiste, non è per dire alla gente cosa fare coi propri soldi. Ma per dire loro: “È normale sentirsi fragili. Ma puoi costruire da lì. Meglio. Diversamente. Con più rispetto per te stesso.”
La stessa identica frase che Felice avrebbe voluto sentire, anni fa, nella stanza di un pronto soccorso.


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