L’idiozia guerrafondaia dei potenti ci conduce sull’orlo dell’autodistruzione nucleare? Intervista all’Avv. Giovanni Bonomo
L’idiozia guerrafondaia – Intervista all’Avv. Giovanni Bonomo
Nel cuore di una tensione internazionale che ha già superato ogni soglia di guardia, la decisione degli Stati Uniti di dispiegare sottomarini con armamento nucleare nei pressi delle acque russe è qualcosa di più che una provocazione: è una sfida cieca e irresponsabile a ogni principio di equilibrio strategico. È l’ennesima dimostrazione che la politica della deterrenza, figlia della Guerra Fredda, è ormai degenerata in una pericolosa roulette atomica.
“Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2025, si è rotto ogni argine alla logica muscolare e scenica della “potenza”. Collocare le armi più distruttive mai concepite dall’uomo a ridosso dei confini russi non è un segnale di forza, ma un gesto da apprendisti stregoni, un gioco da incoscienti che potrebbe innescare l’irreparabile” dichiara l’Avv. Giovanni Bonomo, promotore culturale animato da una forte passione nel condividere il sapere con il proprio Centro Culturale Candide.
L’avvocato e giurista Giovanni Bonomo ha più volte denunciato il riemergere di una logica bellica tribale, che calpesta il diritto internazionale e svuota il principio di autodeterminazione dei popoli, sostituendolo con la tirannia degli armamenti e della propaganda. In numerosi interventi pubblici e nel quadro del movimento #NoWar, Bonomo ha sottolineato come la guerra oggi non sia solo uno scandalo giuridico e morale, ma un fallimento radicale dell’intelligenza collettiva.
“Il posizionamento di ordigni nucleari in aree di frizione geopolitica non è solo una mossa provocatoria, è una minaccia esistenziale. Queste armi sono state progettate per non essere mai impiegate: il solo fatto di spostarle, mostrarle, esibirle, è già un atto di violenza simbolica che alimenta l’angoscia globale e abbatte le barriere della diplomazia” ribadisce.
Nel frattempo, la Russia con le uscite incendiarie di Medvedev e altri funzionari continua a evocare l’uso dell’atomica come se fosse una carta legittima sul tavolo della politica internazionale. Il risultato? Un’escalation verbale che può facilmente diventare escalation reale, specie in un mondo dove l’emotività del potere ha sostituito la riflessione strategica.
Di fronte a tutto ciò, l’Avv. Bonomo si interroga: “E’ follia rispondere al cinismo con altra follia? È razionale contrapporre minacce a minacce, rischiando un effetto domino che nessuno saprà controllare? L’uso della bomba come leva diplomatica è un tradimento della storia e della memoria collettiva. È negare la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, dimenticare la paura del mondo intero durante la crisi dei missili di Cuba, e rinnegare ogni progresso compiuto nei difficili negoziati per il disarmo nucleare”.
Giovanni Bonomo invita, nel solco del suo pensiero illuminista e umanitario, a recuperare il valore della responsabilità politica e morale delle nazioni. La leadership non può essere quella che gioca alla guerra come fosse un talk show globale. Le armi nucleari non sono “strumenti di persuasione”, sono dispositivi terminali della civiltà.

Ciò che desta ancor più sgomento è l’apatia, se non la connivenza, di molti governi occidentali. L’Europa, in particolare, sembra aver perso ogni bussola etica, applaudendo la logica dell’escalation come se la guerra fosse inevitabile, quasi fisiologica.
“Ma nulla è inevitabile se non la morte, e oggi siamo tutti più vicini ad essa per colpa di decisioni insensate mascherate da fermezza strategica” conclude Giovanni Bonomo
È giunto il momento di ribaltare la narrazione dominante. Di smettere di parlare di “superpotenze” e cominciare a parlare di “superfragilità umana”. Serve una presa di coscienza collettiva, una mobilitazione culturale e civile che dica NO a questa corsa suicida. Come da anni predica il Centro Culturale Candide — fondato dallo stesso Bonomo — non basta più indignarsi: è necessario costruire un’alternativa politica e simbolica alla guerra, un Manifesto per una Pace Giusta, che rimetta al centro la dignità dell’essere umano.
“Ogni siluro armato, ogni missile spostato, ogni testata mostrata come moneta di scambio diplomatica è un passo verso il nulla. E chi ha ancora un briciolo di memoria storica, sa che il nulla nucleare non concede seconde possibilità. Il tempo è finito. Tacere oggi significa collaborare”.
#NoWar — Ora, non domani

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