Startup innovative: i nuovi requisiti del Governo tra criteri più rigidi e controlli rafforzati

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Startup innovative. Cambia il volto delle startup italiane: chi potrà ancora accedere ai benefici fiscali e agli incentivi pubblici?

Il Governo ha introdotto una revisione sostanziale dei requisiti per l’iscrizione al registro delle startup innovative, intervenendo sull’Art. 25, con l’obiettivo di garantire che agevolazioni e incentivi siano destinati solo a imprese realmente in possesso di requisiti di innovazione, indipendenza e sostenibilità economica. Il provvedimento si colloca nel quadro di rafforzamento dell’ecosistema imprenditoriale, cercando di evitare abusi e di scoraggiare l’uso strumentale delle agevolazioni da parte di realtà non qualificate.

Tra le novità principali, spiccano l’esclusione delle attività di intermediazione commerciale, l’obbligo di rispettare i limiti dimensionali delle PMI secondo i criteri europei, e una serie di controlli più stringenti sull’autonomia societaria e sull’effettivo svolgimento di attività innovative.

Stop alle agenzie e controllo sull’attività prevalente

Uno dei cambiamenti più significativi riguarda l’esclusione esplicita delle agenzie, ossia imprese che si limitano a svolgere attività di intermediazione commerciale senza sviluppare prodotti, servizi o tecnologie innovative proprie. In assenza di un codice Ateco univoco, il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha chiarito che sarà decisiva l’autocertificazione dell’attività prevalente, che dovrà riflettere in modo trasparente la natura dell’impresa.

Le startup già iscritte, ma rientranti in attività escluse, potranno modificare la propria attività dominante entro la prossima dichiarazione annuale, grazie a un regime transitorio pensato per evitare esclusioni repentine.

Limiti dimensionali e indipendenza societaria

Altro criterio fondamentale riguarda la necessità di rientrare nella definizione europea di PMI. Le startup, a partire dal secondo esercizio, non dovranno superare i 5 milioni di euro di produzione annua. Inoltre, dovranno mantenere un’autonomia gestionale e decisionale: non potranno beneficiare delle agevolazioni le imprese controllate o partecipate da grandi gruppi, anche se formalmente iscritte come startup.

Il principio guida è quello di evitare che soggetti economici consolidati aggirino i criteri di accesso al registro per ottenere benefici fiscali e contributivi, destinati in origine alle realtà emergenti ad alto potenziale innovativo.

Regime transitorio e tempistiche

Per agevolare l’adeguamento, il MIMIT ha previsto un regime transitorio differenziato: le startup iscritte da meno di 18 mesi avranno 6 mesi di tempo per conformarsi; quelle iscritte da più di 18 mesi avranno a disposizione 12 mesi.

Scaduti questi termini, la mancata conformità comporterà la cancellazione automatica dal registro delle startup innovative, con la perdita di tutti i benefici correlati: esenzione da imposta di bollo, deroghe al diritto societario, accesso al Fondo di Garanzia per le PMI, incentivi fiscali agli investimenti e semplificazioni in materia di contratti a termine.

Durata dell’iscrizione e criteri per le scaleup

La durata massima ordinaria di permanenza nel registro resta fissata a 3 anni, prorogabili a 5 anni per le imprese che documentano spese in R&S, titolarità di brevetti o collaborazioni con enti pubblici di ricerca. Una novità rilevante è la possibilità di estensione fino a 9 anni per le imprese che dimostrano di essere diventate scaleup.

I criteri identificativi includono aumenti di capitale superiori a 1 milione di euro da parte di investitori qualificati; crescita annua dei ricavi superiore al 100% in almeno due esercizi consecutivi. La misura punta a valorizzare le imprese in grado di consolidare il proprio modello di business, accompagnandole oltre la fase iniziale con un supporto prolungato.

Rafforzamento dei controlli: già eliminate oltre 500 startup

Secondo i dati del MIMIT, 584 startup sono state recentemente cancellate d’ufficio dal registro per mancata conformità ai nuovi parametri. Molte di esse avevano beneficiato della sospensione dei limiti temporali durante il periodo Covid, ma non hanno dimostrato requisiti sufficienti per il mantenimento dell’iscrizione.

Il nuovo impianto normativo intende rafforzare il presidio pubblico sul registro, con verifiche annuali più rigorose e l’obbligo di aggiornare tempestivamente le autocertificazioni relative all’attività svolta, alla composizione societaria e ai dati economici.

Verso una nuova fase per le startup italiane

Con questa stretta normativa, il Governo mira a ripulire il registro da soggetti impropri e a premiare le startup realmente innovative, rafforzando la credibilità del sistema nel suo complesso. In un momento in cui si moltiplicano i fondi pubblici e privati dedicati all’innovazione (dal PNRR alle agevolazioni regionali), diventa cruciale distinguere tra chi innova davvero e chi si limita a operare ai margini.

La direzione è chiara: creare un ecosistema più selettivo, trasparente e orientato alla crescita sostenibile. Le startup che sapranno allinearsi a questi nuovi requisiti avranno accesso a un ambiente normativo più stabile e competitivo, pronto a valorizzare le eccellenze e a favorire il passaggio da impresa emergente a protagonista del mercato.