Meglio tenersi ben saldi
Anche se il Trump show, fatto di annunci, minacce e meme su internet, non è andato in vacanza, la maggior parte degli investitori è comunque riuscita a godersi il meritato riposo. Chiaramente, i mercati azionari hanno imparato a convivere con il caos dell’era Trump. Si tratta di noncuranza, oppure gli investitori hanno sviluppato la capacità di filtrare ciò che è irrilevante e di concentrarsi sui segnali che sono pertinenti per i loro investimenti? Dopo tutto, i mercati non si fermano mai. Per poter realizzare obiettivi di rendimento di lungo termine bisogna cogliere le opportunità di investimento, anche in periodi rischiosi. Come nell’alpinismo, l’importante è non guardare verso il basso, ma continuare ad arrampicarsi per raggiungere la vetta. Tuttavia, considerando le elevate valutazioni, può essere opportuno mettersi in sicurezza prima di iniziare un’ulteriore ascesa.
Impossibile ignorare il mercato USA
Dopo il crollo scatenato dall’annuncio dei dazi di aprile, i mercati azionari hanno messo a segno una solida ripresa, che ha interessato in particolare i titoli tecnologici statunitensi, mentre il rialzo nel mercato azionario dell’eurozona ha perso un po’ di slancio dopo gli aumenti nei prezzi del primo trimestre. Ancora una volta, gli investitori si sono concentrati sui titoli con momentum e, in parte, anche sui titoli growth (USA) e value (Europa), che sono molto presenti nei rispettivi indici. Ad oggi, il grande esodo dagli USA all’Europa rimane un’aspettativa irrealistica diffusa da alcuni commentatori piuttosto ottimistici. Sì, è vero, il passaggio era più o meno cominciato a inizio anno, ma è ancora nelle fasi preliminari (nel migliore dei casi) e la dura realtà dei dati mostra che i fondi azionari europei non hanno generato nessun flusso in entrata negli ultimi cinque anni. Di conseguenza, i mercati dei capitali europei hanno parecchio terreno da recuperare, se vogliono diventare allettanti per gli investitori come gli USA. Oltre a dover applicare con successo i programmi infrastrutturali annunciati dalla Germania, è necessaria una maggiore integrazione dei mercati dei capitali. Nel frattempo, le azioni USA restano indispensabili per gli investitori. Dopo tutto, la capitalizzazione di mercato di Nvidia, che si attesta a 4500 mld di USD, equivale alla somma dei principali indici azionari di Germania e Francia.
Nonostante l’attrattività degli investimenti negli Stati Uniti, i rischi persistono a causa dell’aumento dei dazi e del rallentamento del mercato del lavoro, che potrebbero frenare la crescita economica. Anche le pressioni politiche sulla Fed sono un rischio per la sua credibilità e per l’inflazione. Tuttavia, l’economia statunitense è forte, con una crescita degli utili aziendali a due cifre e misure governative come gli sgravi fiscali che mitigano l’impatto dei dazi. La banca centrale, a fronte di dati sull’occupazione deludenti, continuerà probabilmente a tagliare i tassi d’interesse, supportando il mercato. Date le valutazioni elevate, si consiglia una posizione cauta e di sottopeso sull’azionario. Nel lungo periodo, l’intelligenza artificiale rimarrà un tema centrale; si suggerisce di investire nelle aziende che ne fanno uso (“adopter”) piuttosto che in quelle che sviluppano le infrastrutture.
Europa: Lo slancio di breve termine rallenta
La possibilità che l’Europa si distacchi dagli Stati Uniti e raggiunga una crescita più robusta dipende da diversi fattori. In Germania, un pacchetto di investimenti da 1200 miliardi di euro in difesa e infrastrutture nei prossimi dieci anni potrebbe innescare una ripresa, sebbene inizialmente lenta, con benefici che si estenderebbero ad altri paesi europei fornitori. Per rendere sostenibile questa crescita, sono necessari ulteriori miglioramenti al contesto aziendale, inclusi potenziali aiuti sui costi energetici e tagli fiscali per le imprese, anche se previsti solo a lungo termine. A livello europeo, l’iniziativa per l’Unione del risparmio e degli investimenti (SIU) potrebbe sbloccare 33.000 miliardi di euro per la crescita, ma il suo progresso è ostacolato dall’instabilità politica in Francia e dalla mancanza di consenso tra i Paesi membri. Un settore più promettente è quello della difesa, con 2000 miliardi di euro da investire in un decennio, che sta già stimolando le aziende ad aumentare la propria capacità produttiva e potrebbe attrarre investimenti. Anche il settore bancario dell’Eurozona mostra solidi fondamentali, con un ROE del 13% e crediti deteriorati sotto il 2%. Nonostante ciò, a causa dei dazi statunitensi che limitano la crescita, si preferiscono le small cap alle large e mid-cap, più dipendenti dalle esportazioni.
Obbligazioni: Prolungare la duration preferendo gli USA Neutrali sul credito.
I rendimenti a lungo termine negli ultimi tempi sono aumentati (5,7% per il trentennale UK, 5,0% per il trentennale USA, 4,5% per il trentennale francese) generando una crescita graduale del premio a termine. Per l’Europa Core (prevalentemente la Francia) resta da capire come risponderanno i mercati all’ondata di nuovi titoli di stato tedeschi. Sullo sfondo di una crescita economica smorzata sia negli USA che in Europa, pensiamo che sia ragionevole mantenere una posizione con duration leggermente lunga. Le obbligazioni corporate restano allettanti. Anche se gli spread sono ancora relativamente contratti, i rendimenti continuano in generale ad offrire, nella maggior parte dei casi, un buon carry per sconfiggere l’inflazione. Dal punto di vista rischio-rendimento, continuiamo a preferire le obbligazioni investment grade e high yield a duration breve, dato che le possibilità di cali sono basse.
Diversificazione: Siamo positivi su Euro, oro e petrolio… e sulle criptovalute
Al tasso di 1,17, manteniamo la nostra opinione che l’euro si apprezzerà sul dollaro USA. Ancora una volta l’oro ha dimostrato di essere un elemento diversificante efficace in periodi di elevata incertezza. Vi sono molte indicazioni che, se il dollaro dovesse indebolirsi, il metallo prezioso potrebbe continuare a diventare sempre più importante nei portafogli degli investitori privati e nelle riserve delle banche centrali. Non sappiamo ancora se le criptovalute finiranno un giorno per svolgere la funzione di valuta sostitutiva, ma in ogni caso, il quadro normativo e tecnico per consentire che questo avvenga sta prendendo forma. Il futuro inizia sempre oggi e, secondo noi, questo tipo di asset può trovare il proprio posto in un’allocation.
Conclusione: Attenzione alle rocce instabili nell’ascesa verso i guadagni
Come investitori, ci troviamo a metà di una montagna difficile da scalare: la vista è impressionante, le opportunità interessanti, ma il percorso è stretto e costellato di rocce instabili. Non è il momento di voltarsi indietro, ma nemmeno di scattare in avanti senza una fune. Le azioni offrono ancora potenziale di rialzo, ma bisogna essere assolutamente selettivi, trovando il giusto equilibrio tra regioni e settori al fine di cogliere la performance ed evitare valutazioni inspiegabilmente esagerate. Il reddito fisso può fornire stabilità, con una duration leggermente più lunga che garantisce potenziale man mano che la crescita rallenta, ed un posizionamento prudente sul rischio di credito. Gli attivi alternativi, dalle materie prime alle criptovalute, si confermano come elementi di diversificazione validi. In questo contesto, per costruire il portafoglio bisogna non tanto dare la caccia al momentum, ma piuttosto ottimizzare i rendimenti aggiustati per il rischio, garantendo che ogni passo verso l’alto avvenga su basi solide. La vetta è raggiungibile, ma le nuvole si fanno più minacciose.

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Mente e denaro
Sala Stampa