Il Duo Rodin vincitore del Premio Renzo Giubergia 2025. Intervista a Sofia Manvati e Giorgio Lazzari

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SOFIA MANVATI – Violino
GIORGIO LAZZARI – Pianoforte

DUO RODIN

Il Duo Rodin è risultato il vincitore del Premio Renzo Giubergia 2025 -XII edizione.

La premiazione si svolgerà lunedì 24 novembre 2025, alle ore 21:00, al Conservatorio G. Verdi di Torino, seguita da un concerto di Sofia Manvati e Giorgio Lazzari.

Come nasce il Duo Rodin? Chi sono Sofia Manvati e Giorgio Lazzari?

Sofia Manvati e Giorgio Lazzari si sono conosciuti nel 2019, in occasione di un concorso legato al Teatro alla Scala di Milano. In quel periodo Sofia era alla ricerca di un pianista che la accompagnasse durante la prova; e così è nato il loro primo incontro artistico. Si può dire quindi che la loro primissima esibizione insieme sia avvenuta proprio su uno dei palchi più prestigiosi del mondo, quello del Teatro alla Scala di Milano. <È stato un punto di partenza davvero significativo – racconta Sofia – che ha segnato l’inizio di un percorso condiviso e di una sintonia musicale che da allora non ha smesso di crescere.>

Invece il Duo Rodin nasce nel 2020, debuttando presso l’Auditorium «G. Arvedi» di Cremona, animato dalla volontà di proporre programmi che accostino opere meno conosciute a grandi capisaldi della letteratura.

Intervista al DuoRodin

Perché il vostro duo si chiama Duo Rodin?

Il nome del duo trae ispirazione dall’artista Auguste Rodin, considerato il padre della scultura moderna. Rodin è stato capace di dare forma alla materia in modo rivoluzionario, superando i canoni accademici e restituendo alla scultura un’intensità nuova, più viva, più umana. Le sue opere si distinguono per la forza espressiva e per la capacità di tradurre in forma solida la complessità dell’emozione e del pensiero. Rodin era un naturalista animato da una curiosità profonda verso la materia stessa, verso la fisicità del gesto e la potenza evocativa delle superfici imperfette. Non cercava la perfezione formale o l’ideale classico, ma l’autenticità del sentimento e del carattere umano. Questo approccio, che privilegia l’essenza rispetto all’apparenza, è ciò che più risuona nella nostra visione artistica. Allo stesso modo anche noi cerchiamo di plasmare le opere che interpretiamo con un’attenzione particolare alla sostanza emotiva e alla verità espressiva, piuttosto che alla sola estetica o alla forma. Ci affascina l’idea di dare voce alla materia sonora (come Rodin faceva con quella scultorea) e di modellare la musica fino a far emergere la sua profondità nascosta, il suo movimento interiore. È in questo dialogo tra forma e sentimento, tra rigore e libertà, che sentiamo di ritrovare il senso più autentico del nostro lavoro insieme.

Sofia aggiunge che le piace pensare alla musica come a una disciplina senza confini rigidi o categorie definite. Ogni repertorio, ogni stile e ogni formazione rappresentano per lei un’occasione di crescita e di scoperta. Affrontare generi e linguaggi diversi arricchisce enormemente la sua visione musicale: ogni esperienza, ogni ensemble, contribuisce ad affinare e nutrire le altre esperienze. In questo continuo dialogo tra mondi sonori differenti si trova la libertà più autentica dell’espressione musicale.

Scegliete il repertorio da affrontare e da progarmmare insieme?

Abbiamo sempre creduto molto nell’importanza di proporre programmi che possano accostare opere, abitualmente presenti nelle sale da concerto, ad altre più raramente eseguite. Il repertorio per duo violino e pianoforte attraversa interi secoli di storia della musica, e spesso si possono scovare connessioni tanto inaspettate quanto efficaci tra composizioni classiche e opere del tardo ‘900 o contemporanee. Ci piace inoltre accompagnare i programmi di sala con brevi testi in cui condividiamo con il pubblico la nostra visione, o il processo che ci ha portato a scegliere determinate opere, per stimolare la riflessione degli ascoltatori ed instaurare con loro un dialogo.

Temete il giudizio del pubblico?

Il confronto con il pubblico è parte integrante della nostra vita come musicisti e costituisce per noi un’importante opportunità di crescita. Crediamo che la musica da camera abbia il potenziale per ridurre la distanza che spesso si crea tra esecutori ed ascoltatori, soprattutto in occasione di recital solistici, o grandi concerti sinfonici. Ciò a cui aspiriamo è riuscire ad instillare nel pubblico un germe di curiosità, che spinga ad avvicinarsi naturalmente alla musica dal vivo, intesa come esperienza unica ed irripetibile. In un mondo in cui la soglia di attenzione è (preoccupantemente) sempre più bassa e in cui la fruizione di contenuti musicali registrati è semplicissima, l’esperienza di assistere ad un concerto dal vivo può costituire un’unica occasione per riscoprire l’importanza dell’ascolto e il valore di ogni istante.

Avete una vita di viaggi, concerti ed impegni musicali vari. Come gestite le prove?

È innegabilmente complesso gestire i diversi impegni, che affollano i rispettivi calendari, e non possiamo nascondere che a volte la sfida di trovare dei giorni per provare sia veramente ardua. Contemporaneamente tutto questo ci insegna a dare maggior valore al tempo che abbiamo a disposizione, motivandoci a porre sempre nuovi obiettivi per le sessioni di prove che calendarizziamo. Quando poi si tratta di viaggiare, una cosa che cerchiamo sempre di fare è prenderci del tempo per esplorare – anche solo in minima parte – la città in cui ci troviamo, per riuscire a coglierne qualche scorcio, assaggiarne qualche piatto… Ogni città ha i suoi propri colori e ricercarli è qualcosa che sicuramente arricchisce il nostro bagaglio culturale.

C.P.: Avete vinto il Premio Giubergia, un premio in denaro. Che cosa significa questo Premio per voi in questo momento delle vostre carriere?

Sofia e Giorgio: Ricevere il Premio Renzo Giubergia è per noi un grande onore, in quanto costituisce sia un significativo sostegno alla nostra crescita, sia un riconoscimento del lavoro svolto fino ad oggi. Nel corso delle prove abbiamo presentato alcune delle opere a cui siamo più legati – come la Sonata Op. 96 di L. van Beethoven e le Cinque Melodie Op. 35bis di S. Prokofiev -, con l’idea di presentare l’identità del nostro Duo nel modo più completo ed autentico possibile.

Siamo poi felicissimi di debuttare a Torino, il 24 Novembre alle ore 21:00, presso il Salone dei Concerti del Conservatorio G. Verdi.

Il programma prevede importanti composizioni: la Sonata Op. 30 n.2 di L. van Beethoven, e la Sonata in La Maggiore di C. Franck, a cui poi fanno seguito i caleidoscopici Tre Capricci di Szymanowski/N. Paganini.

C.P.: Quali sono i vostri prossimi progetti?

Sofia Manvati e Giorgio Lazzari: Attualmente ci stiamo perfezionando presso la Hochschule für Musik H. Eisler di Berlino con Jonathan Aner; inoltre tra l’altro stiamo lavorando ad un programma da recital che include le tre sonate per violino e pianoforte di R. Schumann, cioè un trittico tanto inquietante quanto affascinante, molto raramente eseguito nella sua interezza, e che crediamo possa avere un impatto molto forte sul pubblico.

Ringrazio la violinista Sofia Manvati e il pianista Giorgio Lazzari, il Duo Rodin, per la loro disponibilità, il loro tempo, la competenza e l’entusiasmo.

La Fondazione Renzo Giubergia è nata per onorare la memoria e rinnovare l’impegno del Presidente di Ersel Banca Private S.p.A.

Lo scopo è di aiutare giovani talenti musicali valorizzando al contempo luoghi di particolare interesse culturale e artistico del nostro territorio.

Concerti, concorsi e altre iniziative di alto profilo, realizzate in collaborazione con le più prestigiose istituzioni musicali, per promuovere e far conoscere spazi ed edifici di grande pregio architettonico o ambientale, spesso trascurati dal grande pubblico.

Il Premio alla memoria di Renzo Giubergia conferisce ogni anno a giovani talenti un riconoscimento a una carriera promettente e un sostegno concreto per un perfezionamento di livello superiore.

La selezione, grazie alla collaborazione di una giuria di fama internazionale, è riservata a gruppi under 26 che stiano avviando una promettente carriera nel settore specifico.

Non può mancare un ringraziamento al Presidente Paola Giubergia e al Direttore Artistico Andrea Malvano.

Cécile Prakken