Mercati Emergenti e Giappone, le previsioni per il II semestre 2017

Nadège Dufossé -

Mentre da un lato prevediamo che l’atteggiamento accomodante delle principali banche centrali del mercato sviluppato si muoverà verso una posizione più neutra, dall’altro riteniamo che gli asset del mercato emergente presentino un potenziale rialzista aggiuntivo.

La normalizzazione di politica monetaria nei Paesi sviluppati è in contrasto con quella di allentamento attuata nei mercati emergenti. Inoltre, i bond dei ME traggono vantaggio da un dollaro più debole e da fondamentali solidi. Riteniamo infatti che il debito dei mercati emergenti sia ancora interessante tra le alternative fixed income e la nostra valutazione complessiva sul debito emergente non ha subito mutamenti drastici malgrado l’aumento dei rischi politici in Brasile. In particolare, l’allentamento della politica monetaria della Banca centrale dovrebbe funzionare in Brasile alla luce della forte tendenza disinflazionistica.

Abbiamo una view positiva anche sui titoli azionari dei mercati emergenti. Questi, infatti, in un contesto caratterizzato da una crescita globale solida beneficiano di valutazioni interessanti (a 12 volte gli utili prospettici a un anno). Di conseguenza, il prossimo anno i profitti societari nei mercati emergenti dovrebbero migliorare di oltre il 10%.

Quest’anno, la Cina non dovrebbe scatenare un rischio sistemico, tuttavia continuiamo a tenere d’occhio l’impatto dell’irrigidimento normativo che ha subito un accelerazione nel corso della primavera. Un importante traguardo per i prossimi trimestri sarà costituito dal 19° Congresso Nazionale del Partito comunista cinese in autunno che probabilmente si concentrerà sulla transizione della leadership.

Asset giapponesi sostenuti dalla BoJ

La Banca del Giappone sarà probabilmente l’ultima a ritirare il massiccio sostegno all’economia. Dal 2013 lo stato patrimoniale è aumentato di 340 mila miliardi di JPY attestandosi a 500 mila miliardi di JPY. Le ampie iniezioni di liquidità dalla Banca del Giappone (BoJ) proseguiranno ininterrottamente. A differenza della Federal Reserve o della BCE non vi è una fine in vista dell’espansione di bilancio della BoJ. In sostanza, ciò dovrebbe indebolire la valuta.

Ci sono diverse condizioni favorevoli in atto a sostegno dell’economia giapponese: un mix di politiche di supporto, un mercato del lavoro saldo, un miglioramento dei margini di profitto e il pricing power societario. Inoltre, la crescita mondiale è ormai un fattore determinante più significativo per le vendite e per i profitti societari del Giappone rispetto alla crescita del PIL, con le vendite all’estero che rappresentano il 58% del fatturato totale.

Nel complesso, prevediamo per il prossimo anno una crescita degli utili aziendali pari al 6% integrati da un rendimento da dividendo del 2%. Con i multipli leggermente inferiori a 14 volte gli utili prospettici, riteniamo che i titoli azionari giapponesi siano attualmente valutati equamente.

I rischi al ribasso si limitano principalmente a un cambiamento imprevisto dell’orientamento delle banche centrali con impatti verosimili sul JPY.


Nadège Dufoss – Head of Asset Allocation – Candriam Investors Group