2018: pronti per il secondo tempo

Matteo Ramenghi -

Dall’inizio dell’anno, la geopolitica, il timore di una guerra commerciale, la correzione dell’obbligazionario americano e le vicissitudini politiche italiane sono stati i principali driver del mercato.

I dati economici, nel complesso positivi nonostante qualche segnale di rallentamento nell’eurozona, e i forti risultati delle trimestrali sono rimasti per ora solo sullo sfondo. Gli investitori si interrogano sull’impatto derivante dalla fine delle politiche espansive delle banche centrali.

Per i mercati obbligazionari la risposta è semplice e deve indurre alla cautela: i rendimenti sono destinati ad aumentare e, conseguentemente, il valore di mercato delle obbligazioni a scendere. Negli Stati Uniti questo si è già verificato con il raddoppio dei rendimenti dei Treasury e la conseguente correzione del mercato obbligazionario.

Per quanto riguarda l’azionario, il cambiamento delle politiche monetarie contribuirà ad aumentare la volatilità, ma non sarà necessariamente un freno alle performance. Saranno, infatti, soprattutto le valutazioni del mercato azionario, ancora ragionevoli, e la redditività delle società a determinare le performance. Da questo punto di vista, le ultime trimestrali hanno confermato un andamento particolarmente positivo.

Confermiamo quindi un approccio cauto sull’obbligazionario – con sottopesi sui titoli di Stato con rating più elevato e sull’high yield in euro – e un sovrappeso sul mercato azionario.

Questo mese prendiamo profitto sul sovrappeso sull’azionario canadese contro la Svizzera e chiudiamo il sovrappeso sull’azionario dei mercati emergenti, che potrebbero risentire della forza del dollaro. Per la stessa ragione, riduciamo il sovrappeso sulle obbligazioni emesse da Paesi emergenti in valuta forte. Infine, chiudiamo il sovrappeso sul CAD contro l’USD per via delle tensioni riguardo la rinegoziazione del NAFTA.


Matteo Ramenghi – Chief Investment Officer – UBS WM Italy