L’Europa dice di voler essere più Europa

Team Investimenti - UBI Pramerica SGR -

Le attese di mercato per l’incontro dei vertici europei del 28-29 giugno erano tiepide. Il risultato in questo senso ha sorpreso positivamente il mercato, che però si limita a considerare la non incisività delle decisioni prese e il fatto che il vero dibattito sia posticipato al Consiglio europeo di fine anno.

Decisioni quindi non ancora sufficienti per essere considerate un vero ‘market mover’: è veramente così?

I punti fondamentali oggetto degli incontri sono noti: il tema delle migrazioni e della difesa, la crescita e la digitalizzazione e nell’Eurosummit il completamento dell’unione bancaria.

Se ci si limita a guardare la superficie, emergono i tempi lenti, tipici dei negoziati europei; a ben guardare, però, le decisioni del Consiglio di fine giugno delineano il percorso per una visione europea di lungo periodo.

L’approccio esteso alle migrazioni, com’è stato chiamato, segna marcatamente la definizione del controllo dei confini esterni dell’Unione europea. Politicamente è un passaggio rilevante. I confini esterni sono oggetto di valutazione europea e assurgono a un nuovo ruolo rispetto a quelli interni, che, come insegna il processo di unione bancaria e dei capitali, diventano sempre più delle linee sfumate.
Sulla politica della difesa, seppur ancora in assenza di un fondo comune per la difesa, si punta a migliorare la propria autonomia insieme a rinforzare le attività della Nato. Si richiama infatti a una più alta responsabilità in termini sicurezza e difesa, diventando sempre più un interlocutore credibile e affidabile in questo campo. La maggior necessità di autonomia in tale campo riflette i cambiamenti in termini di equilibri geopolitici a cui contribuisce anche la tensione tariffaria.

Sul fronte della crescita l’attenzione è posta sul processo di digitalizzazione della tassazione e su un processo più efficace di raccolta dell’IVA. L’importanza di tale aspetto risiede nel fatto che la digitalizzazione rappresenti il presupposto per facilitare il coordinamento dei meccanismi di tassazione fra Paesi.
L’Eurogruppo, sul processo di unione bancaria segna due punti significativi: la questione del sistema europeo di assicurazione dei depositi passa finalmente sul tavolo della trattativa politica; il Meccanismo europeo di stabilità (che eroga un condizionato sostegno finanziario ai Paesi europei) fornirà il sostegno al Fondo di risoluzione unico. A dicembre si toccheranno con mano gli esiti di tali negoziati, mentre rimarrà aperta ancora la questione della gestione del rischio della concentrazione di titoli governativi nazionali sui bilanci bancari e la creazione di un safe asset europeo.

Dal Consiglio si evince che l’Unione europea necessita sempre più di un’identità unitaria con cui presentarsi all’esterno su temi quali le migrazioni, la difesa, le relazioni commerciali. Il richiamo a un processo di rinnovamento del WTO insieme alla ferma volontà di rispondere a tutte le azioni di chiara natura protezionista (anche quelle che attaccano la politica agricola comune) va in questa direzione. L’area Euro, con la volontà di progredire con l’unione bancaria, rende la propria politica monetaria più solida confermando l’irreversibilità dell’Euro.

Il solco è tracciato nella direzione di maggiore integrazione europea nel rispetto dei propri valori fondanti. Il dibattito successivo verterà necessariamente sulla creazione di un budget comunitario.

Questa è la strada che i mercati oggi faticano a intravedere perché ancora non asfaltata. Pur consapevoli che i progressi necessiteranno di ulteriore denso dibattito politico, che contribuirà ad alimentare la volatilità dei mercati, l’Unione Europea e l’Area Euro si stanno incamminando su un chiaro processo di crescita e di maggiore integrazione che le renderà più resilienti alle sfide di natura economica, politica e finanziaria. Ciò ha implicazione sulle future scelte all’interno dei vari settori europei e sull’evoluzione macro, in termini di tenuta della crescita, e preparazione di creazione di backstop comunitari per quando il ciclo si indebolirà. Strategicamente gli asset di questa zona, in particolare azionari, continuano a offrire delle opportunità d’investimento.

Occorrerà valutare di volta in volta se la volatilità di mercato creerà degli ostacoli a tale processo, rallentandolo, oppure invece se diventerà movimento da cogliere. Per cui rimaniamo strategicamente positivi sull’azionario europeo, con una continua operatività tattica.