Turchia, la situazione si sta surriscaldando

Aneeka Gupta -

I mercati stanno mostrando forti preoccupazioni sull’amministrazione del presidente Erdogan a seguito dell’imposizione delle sanzioni statunitensi, che stanno causando un ulteriore deprezzamento della lira turca e il raggiungimento dei massimi storici nei rendimenti obbligazionari di riferimento.

La lira turca (-28,2% all’8 agosto 2018) è stata quest’anno la seconda peggiore valuta dei mercati emergenti, portando l’inflazione al livello più alto degli ultimi 15 anni. I rendimenti delle obbligazioni in valuta locale a 10 anni della Turchia hanno raggiunto il 20,09% rispetto al 13,9% di soli 3 mesi fa.

Il costo dell’assicurazione dell’esposizione al debito turco, che si riflette nei credit default swap a 5 anni, è aumentato del 109,8% (il 7 agosto 2018) dall’inizio dell’anno, il più alto dei mercati emergenti, il che significa crescenti preoccupazioni per un’economia che si surriscalda.

L’aggravarsi della crisi in Turchia – Benchmark dei rendimenti obbligazionari, lira and spread dei Credit default swap
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 Fonte: Bloomberg, WisdomTree, dati al 7 agosto 2018

L’economia turca rimane vulnerabile, in quanto il suo disavanzo delle partite correnti è il più elevato tra i mercati emergenti e i livelli di inflazione sono quasi tre volte superiori all’obiettivo della banca centrale.

L’eccessiva crescita degli investimenti turchi è profondamente radicata nel settore delle costruzioni. Secondo i dati della banca centrale, le società detengono US$337 mld di passività in valuta, con un deficit di US$217,3 mld netti rispetto agli asset. Le banche sono esposte a costi di finanziamento più elevati in quanto si prevede che il debito di quasi 100 miliardi di dollari vada a scadenza nell’arco di un anno.

All’inizio della settimana, la banca centrale ha incrementato di 2,2 miliardi di dollari l’accesso delle banche alla liquidità in dollari, ma ciò non è stato sufficiente a contenere le perdite della lira. Da allora, non abbiamo visto alcuna volontà di agire da parte del governo o della banca centrale, mentre ci aspetteremmo di vedere un cambiamento nella politica monetaria, una politica fiscale più rigorosa e il sostegno del Fondo monetario internazionale (FMI) per contribuire a invertire la tendenza.

La percezione della comunità degli investitori è che la politica monetaria in Turchia non sia indipendente in quanto Erdogan è contrario a tassi di interesse più elevati, per cui le banche centrali dovrebbero sfidare il presidente e alzare i tassi per difendere la valuta ed evitare uno scenario di default. La Turchia rappresenta meno dell’1% dell’indice dei mercati emergenti MSCI, pertanto è improbabile che si verifichi un effetto contagio.


 Aneeka Gupta – Associate Director – WisdomTree Europe