Titoli di Stato, fino a quando durerà il supporto delle Banche Centrali

Mohammed Kazmi -

I rendimenti dei titoli di Stato hanno registrato quest’anno un rialzo significativo in previsione di una politica di allentamento monetario da parte delle principali banche centrali, tra cui BCE e Fed, adottate da entrambi gli Istituti nell’ultimo mese.

Fondamentalmente, la forward guidance della BCE è ora aperta e dipendente dalla situazione di mercato, in quanto prevede di mantenere i tassi ai livelli attuali o inferiori fino a quando l’inflazione convergerà con decisione verso il target, con il QE che analogamente continuerà fino a poco prima del primo aumento dei tassi. A causa dell’assenza di pressioni inflazionistiche sia a livello regionale che globale, qualunque svolta di tipo restrittivo ci sembra improbabile nel breve termine. Pertanto, osserviamo che gli acquisti di asset continueranno nel prossimo futuro, il che dovrebbe essere di supporto per i rendimenti dei titoli di Stato dei paesi Core così come per gli spread dei paesi periferici, continuando a sostenerli.

Semmai, i rischi appariranno ancora al ribasso per la crescita globale, data l’incertezza causata dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Riteniamo quindi che i titoli di Stato statunitensi possano mantenersi redditizi, soprattutto in considerazione dell’attuale andamento dei prezzi di mercato in cui gli investitori si aspettano un ciclo di allentamento più vicino all’ “aggiustamento di metà ciclo” di Powell, con due tagli dei tassi prezzati nel corso del prossimo anno. Se si concretizzerà un’ulteriore debolezza della crescita o aumenteranno le incertezze geopolitiche, allora questo potrebbe costringere la Fed a tagliare i tassi d’interesse più del previsto, il che rende il lato lungo della curva dei tassi USA una proposta interessante in questo momento.

Per i mercati del credito, osserviamo che la maggior parte dello stimolo monetario descritto è ampiamente prezzato nelle valutazioni, mentre le incertezze relative al commercio, a Brexit e alla crescita globale pesano ancora sulle prospettive e ci inducono a essere cauti nella nostra esposizione. Anche se la BCE ha rilanciato il QE, era chiaro che il Consiglio dei Governatori stava cercando di passare il testimone dello stimolo futuro alle autorità fiscali, vista la mancanza di unanimità sulla decisione relativa al QE. Lo stesso vale per la FED, l’ultimo dot plot ha evidenziato un board diviso sulla necessità di un altro taglio dei tassi quest’anno.

Pertanto, riteniamo difficile fare affidamento su ulteriori stimoli monetari per alimentare ancora il restringimento degli spread, dato che le Banche Centrali potranno diventare più reattive che proattive alla luce delle opinioni divergenti tra i diversi membri. Considerato ciò, ci concentreremo sui dati relativi alla crescita globale, guardando a segnali di stabilizzazione nel settore manifatturiero, così come ai prossimi colloqui tra Stati Uniti e Cina, per i quali i mercati sperano in una svolta.


Mohammed Kazmi – portfolio manager e macro strategist – Union Bancaire Privée (UBP)