Ricostruire l’America: le infrastrutture americane davanti a un bivio
Il recente crollo del ponte di Baltimora ha messo in evidenza lo stato fatiscente delle infrastrutture americane, suscitando domande a livello nazionale sulla resilienza e la sicurezza di quella che possiamo considerare spina dorsale strutturale degli Usa.
Le infrastrutture americane, un tempo invidiate in tutto il mondo, sono ora sull’orlo del fallimento. L’American Society of Civil Engineers (ASCE) ha assegnato alle infrastrutture del Paese una “C-” nel suo report del 2021, rilevando un gap negli investimenti infrastrutturali necessari di quasi 2.600 miliardi di dollari in questo decennio. Se non si affronta questa lacuna, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi di fronte a una perdita di 10.000 miliardi di dollari di PIL entro il 2039. Non si tratta di un semplice inconveniente, ma di una questione economica critica che potrebbe bloccare la crescita e la competitività per gli anni a venire.
Lacune nei finanziamenti e risposte legislative
L’Infrastructure Investment and Jobs Act (IIJA) del 2021 rappresenta un significativo passo avanti, stanziando 40 miliardi di dollari per la riparazione dei ponti e un totale di 1.200 miliardi di dollari per vari miglioramenti infrastrutturali Tuttavia, questo investimento, per quanto storico, scalfisce appena la superficie dei circa 320 miliardi di dollari necessari per modernizzare soltanto i ponti americani.
Le infrastrutture fatiscenti non sono solo i ponti e le strade, ma anche i sistemi idrici, le reti elettriche e l’accesso a Internet, che sono pericolosamente insufficienti per soddisfare le esigenze dei cittadini.
Confronto globale e posizionamento competitivo
A livello internazionale, gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto ai loro omologhi per quanto riguarda la qualità delle infrastrutture e gli investimenti. I treni passeggeri statunitensi, ad esempio, hanno una velocità media pari alla metà di quelli europei ad alta velocità. Gli aeroporti statunitensi non sono da meno: solo uno è tra i primi cinquanta al mondo. Questo divario nella qualità delle infrastrutture non solo influisce sulla qualità della vita degli americani ma ostacola anche il vantaggio competitivo del Paese sulla scena globale.
L’IIJA ha una portata ambiziosa ma è fondamentale la sua esecuzione. A due anni dall’entrata in vigore, l’attuazione sta raggiungendo il suo apice, con 306 miliardi di dollari già immessi nelle casse statali e in progetti di investimento diretto. Tuttavia, con l’aumento costante di sovvenzioni competitive, è essenziale un’attenta definizione delle priorità dei progetti che producono valore a lungo termine.
Il ruolo della sostenibilità e dell’innovazione nelle infrastrutture
Nel tentativo di ringiovanire le infrastrutture americane, il ruolo dei partenariati pubblico-privati (PPP) e l’impegno per lo sviluppo sostenibile non possono essere sopravvalutati. I PPP sbloccano l’innovazione e i capitali del settore privato, accelerando progetti che altrimenti potrebbero languire nelle fasi di pianificazione. Questa collaborazione può introdurre tecnologie all’avanguardia ed efficienza, offrendo una risposta solida all’attuale deficit infrastrutturale.
La sostenibilità è la pietra miliare dei futuri progetti infrastrutturali, in grado di resistere ai cambiamenti climatici e di garantire un accesso equo a servizi migliori. Dando priorità all’energia verde, a trasporti pubblici efficienti e a una gestione intelligente delle acque, non ci limitiamo a riparare il vecchio, ma forgiamo un nuovo percorso che rispetti i nostri limiti ambientali e le nostre esigenze sociali.
L’IIJA segna quindi una nuova era di sviluppo delle infrastrutture, che fa leva sia sull’ingegno privato che sull’impegno pubblico per la sostenibilità. Questo approccio equilibrato promette non solo di riparare le strutture fisiche, ma di trasformarle in reti resilienti e inclusive che proiettino in un futuro sostenibile, stabilendo uno standard globale per lo sviluppo delle infrastrutture.