Catastrophe bond. I “Cat bond” tra solvibilità assicurativa e appetito degli investitori stanno cambiando i giochi

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Cat bond record di emissioni, rendimenti decorrelati e un dibattito regolatorio acceso: dagli Stati Uniti all’Europa, i catastrophe bond sono diventati un tassello strutturale per trasferire il rischio climatico ai mercati dei capitali

Le compagnie assicurative utilizzano i cat bond per spostare verso gli investitori il rischio di eventi estremi come uragani, terremoti o incendi che potrebbero mettere sotto pressione la loro capacità di pagare i sinistri. In cambio della protezione offerta, gli investitori ricevono cedole elevate; se l’evento si verifica secondo i parametri stabiliti, perdono parte o tutto il capitale, che va a finanziare gli indennizzi. È un patto chiaro che, nel 2025, si è imposto come uno dei canali più dinamici del mercato del rischio catastrofale. A confermarlo sono numeri e opinioni: record di emissioni, rendimenti competitivi e, al contempo, un serrato confronto su rischi, trasparenza e accesso dei risparmiatori.

Un mercato in accelerazione: emissioni e rendimenti

Il 2025 ha già superato i massimi storici: secondo i tracciamenti di Artemis, le emissioni annue hanno oltrepassato 17–18 miliardi di dollari a inizio estate e lo stock in circolazione sfiora i 56–57 miliardi, segnando un allargamento strutturale. La stessa Swiss Re parla di «domanda robusta» e di bassa correlazione rispetto agli asset tradizionali, con il suo indice globale dei cat bond in terreno positivo nel primo semestre.

Il tema rendimento è basilare. Il Financial Times rileva che le vendite hanno toccato nuovi record perché assicuratori e “insurer of last resort” ricorrono ai cat bond per gestire rischi climatici crescenti; nello stesso tempo, l’indice Swiss Re mostra ritorni interessanti su orizzonti pluriennali, elemento che ha ampliato la base investitori, con ingresso anche di strumenti quotati come il primo ETF dedicato.

Perché servono: perdite assicurate e “protection gap”

Il contesto operativo è impegnativo: tra 2024 e primo semestre 2025, perdite assicurate globali nell’ordine di 100–140 miliardi di dollari l’anno, spinte ad esempio dagli incendi in California e da grandi eventi sismici e meteo in Asia hanno portato alla ribalta i cat bond: diventano valvola di sfogo del sistema, fornendo coperture multi-annuali e pienamente collateralizzate quando la riassicurazione tradizionale rincara o riduce capacità.

Le autorità europee trattano il tema in ottica di stabilità e inclusione assicurativa. EIOPA ed ECB hanno proposto un disegno a livello UE per aumentare la copertura contro i disastri naturali, citando l’urgenza di colmare il “protection gap” e studiando i cat bond come strumenti utili nel mosaico pubblico-privato. A livello G20/IAIS, i cat bond sono indicati tra le leve per ampliare capacità di rischio nei Paesi avanzati ed emergenti.

Come funzionano davvero: trigger, modello e “basis risk”

La struttura è semplice nell’idea, sofisticata nell’ingegneria. Un SPV (Special Purpose Vehicle) incassa il capitale degli investitori, lo investe in collateral di alta qualità e rilascia il capitale all’assicuratore se si verificano condizioni pre-definite (il “trigger”). I principali trigger sono quattro: indemnity (legato alle perdite effettive del cedente), parametric (legato a un indice fisico misurato, come magnitudo o velocità del vento), industry loss (perdite aggregate di settore) e modeled loss (perdite stimate da modello). Ogni scelta comporta un diverso basis risk, ossia lo scarto tra indennizzo e danno reale: i parametrici pagano più in fretta ma possono divergere dai danni effettivi; gli indemnity sono più aderenti ma più lenti e complessi nella verifica.

Sul fronte policy, organismi tecnici e think tank (FSI-IAIS, AM Best, OECD) sottolineano che i progressi in dati e analytics stanno riducendo il basis risk e allargando l’uso dei trigger parametrici, anche in ambito sovrano: il caso Messico via Banca Mondiale è un riferimento interessante. Il primo cat bond risale al 2006, lanciato tramite il programma MultiCat della Banca Mondiale. Nel 2017, a seguito dei violenti terremoti di Puebla e Oaxaca, il Messico ha ricevuto 150 milioni di dollari in indennizzi e nel 2020, la Banca Mondiale ha collocato un nuovo cat bond da 485 milioni di dollari rendendo il Messico uno dei Paesi più resilienti finanziariamente a disastri naturali.

Il punto di vista degli assicuratori e dei broker: capacità e ciclo del prezzo

I grandi riassicuratori e i broker convergono su un messaggio: l’alternativa dei capitali di mercato è ormai strutturale per stabilizzare capacità e prezzi. Aon evidenzia la crescita del limite cat bond in circolazione e una domanda supplementare di coperture property-cat negli USA; Guy Carpenter registra riduzioni nelle tariffe risk-adjusted alle rinnovazioni 1/1 2025 e un primato di emissioni seguite dalla sua investment bank specializzata. WTW parla apertamente di un ruolo decisivo degli ILS Insurance-Linked Securities nel riportare capacità al mercato property.

Inoltre, l’incertezza geopolitica e i rischi di mercato restano elevati; proprio per questo la decorrelazione dei cat bond rispetto al ciclo economico tradizionale continua ad attrarre allocazioni di lungo termine.

L’angolo degli investitori: decorrelazione sì, ma non dimentichiamo i rischi

La tesi “low-correlation/high-spread” ha basi empiriche: Swiss Re documenta bassa volatilità dell’indice globale dei cat bond rispetto all’high yield, e FT sottolinea rendimenti annui a doppia cifra nel 2024 e robusti anche nel 2025. Al tempo stesso, gli investitori devono mettere in conto eventi estremi multipli e l’entrapment del collateral in attesa di quantificazione dei sinistri: richiede mesi (a volte anni). Quindi, una certa illiquidità in fasi di stress e incertezza del modello. Sono il prezzo della vera diversificazione, perché i driver di performance sono fisici e non macro-finanziari.

Il perimetro retail, in Europa, è oggetto di dibattito: ESMA propone di limitare al 10% l’esposizione indiretta degli UCITS (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities ovvero i fondi comuni armonizzati europei) verso asset alternativi come i cat bond, richiamando attenzione a temi di liquidità e valutazione; il settore ribatte che la classe è negoziata quotidianamente e ancorata a collateral di qualità. È un confronto aperto, segno di una maturazione dell’asset class.

Italia ed Europa: il caso Generali e l’innovazione “green”

Sul fronte domestico, l’Italia è presente nel mercato: Generali ha rinnovato nel 2025 un cat bond “green” tramite Lion Re DAC per 200 milioni di euro, a copertura di windstorm europei e terremoti in Italia, con trigger indemnity e durata quadriennale. L’operazione conferma come i grandi gruppi europei combinino obiettivi di resilienza con cornici ESG dedicate agli ILS. È un segnale utile anche per i policy-maker italiani, alla luce dell’aumento di eventi meteo-estremi sul territorio.

Sovrani e cat bond: rapidità di cassa nelle emergenze

Oltre al mondo corporate, cresce l’uso sovrano. Abbiamo visto l’esempio del Messico con protezione rapida e trasparente per la finanza d’emergenza. L’OECD invita a sviluppare mercati locali in Asia-Pacifico, mentre lavori accademici e policy paper ricordano che i costi di emissione e la complessità operativa restano barriere da ridurre con standard e piattaforme dedicate.

Rischi in evoluzione: clima, stagionalità, concentrazione

Il rischio climatico alza la posta: la frequenza e la severità degli eventi possono intensificare l’uso dei limiti protezione e, a lungo termine, spingere spread e attese di perdita. I report di Munich Re e Aon sui danni assicurati (oltre $100 miliardi nel primo semestre 2025, $140 miliardi nel 2024) ricordano che l’asset class non è “anti-fragile” in senso assoluto: soffre le stagionalità e l’eventualità di stagioni back-to-back (due o più stagioni catastrofali particolarmente gravi in anni consecutivi). Ma proprio l’allargamento della base degli sponsor, anche pubblici, e la  diversificazione per tipo specifico di rischio o evento coperto (peril) e area geografica coperta hanno finora sostenuto la tenuta del mercato.

Cosa guardare nei prossimi mesi

Sul piano normativo, l’evoluzione delle regole UCITS e il perimetro di accesso retail in UE saranno decisivi per la profondità del mercato europeo. In parallelo, in USA, i lavori del NAIC National Association of Insurance Commissioners su attestazioni di modellazione cat e requisiti di capitale confermano l’attenzione dei supervisori alla qualità dei modelli e alla solidità del cuscinetto di capitale. Sul piano di mercato, il pipeline di nuove emissioni e i rinnovi 2025/26 diranno se la finestra di spread favorevoli rispetto all’high-yield resterà aperta.

I cat bond non sono una moda: sono diventati infrastruttura finanziaria della resilienza climatica. Per gli assicuratori offrono solvibilità e continuità operativa nei picchi di sinistrosità; per gli investitori, decorrelazione reale e ritorni interessanti, a fronte di rischi specifici da comprendere e presidiare. La direzione di marcia è tracciata da dati e opinioni convergenti: più capitale di mercato, più innovazione di trigger e modelli, più attenzione regolatoria. È qui che si gioca la partita tra sicurezza dei bilanci e strategia di rendimento: con i cat bond nel ruolo, sempre meno di nicchia, di ponte tra finanza e situazioni climatiche.