Milano. Gli Stati Generali della Cultura alla Scala: la richiesta di una politica culturale più coraggiosa

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“Gli Stati Generali della Cultura alla Scala. Si potrebbe pensare al solito convegno, come se ne fanno tanti, soprattutto nel campo delle arti e della letteratura, dove artisti e letterati e politici di contorno si parlano addosso. E invece, guarda un po’, sono state dette cose importantissime, che purtroppo sono passate un po’ sotto silenzio e che sarebbe giusto ricordare.”

Questo il commento di

Questa riflessione sintetizza bene l’atmosfera di un evento che, al di là delle apparenze, ha saputo sorprendere. L’incontro alla Scala non è stato solo una passerella di nomi illustri, né un’occasione per celebrazioni autoreferenziali. Al contrario, è stato un momento di confronto vero, acceso e necessario, su temi che toccano il cuore della cultura italiana.

Si è parlato di crisi delle istituzioni culturali, di scarsità di investimenti, ma anche della necessità urgente di ripensare il ruolo della cultura in una società sempre più frammentata e digitale. Tra gli interventi, è emersa con forza la richiesta di una politica culturale più coraggiosa, meno legata ai grandi eventi e più vicina ai territori, alle scuole, ai giovani.

Importanti direttori di musei, sovrintendenti, artisti, filosofi e operatori del settore hanno sollevato questioni centrali: la precarietà del lavoro culturale, la fuga dei talenti, la gestione dei fondi pubblici, il bisogno di formazione continua. Tutti temi che raramente trovano spazio nel dibattito pubblico e che invece sono essenziali per immaginare un futuro in cui la cultura non sia solo decorazione, ma motore di sviluppo e coesione.

Eppure, di tutto ciò si è parlato poco sui media. Come spesso accade, le notizie più scomode o complesse vengono messe da parte, sommerse da titoli più facili e immediati. Ma è proprio per questo che vale la pena tornare su quell’incontro e sulle parole pronunciate. Perché la cultura, se davvero la consideriamo un bene comune, ha bisogno di attenzione, di ascolto e di azione.

Sabato l’assessore alla Cultura di Regione Lombardia Francesca Caruso ha fatto qualcosa d’importante: alla Scala, per una volta, non si è solo celebrata la cultura, Si è chiesto che venga presa sul serio.