Imprese: otto su dieci investono su ambiente e società

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I risultati di un’indagine condotta da Fondazione Nord Est per FriulAdria Crédit Agricole

L’80,7% delle imprese ha avviato politiche green e di sostenibilità sociale. Il 30% afferma di averne ricavato risultati concreti, in termini economici, di efficienza interna e di relazioni esterne. E le imprese più attente alla sostenibilità hanno registrato un andamento dei ricavi maggiore rispetto a chi ha investito poco o nulla in sostenibilità.

I risultati della ricerca condotta dalla Fondazione Nord Est per conto di FriulAdria Crédit Agricole, presentati nei giorni scorsi a Padova, confermano la crescente attenzione delle aziende italiane per la sostenibilità, sia che si tratti di iniziative in ambito ambientale, sia di attività che hanno un impatto sul tessuto sociale.

L’indagine ha coinvolto 806 imprese dei settori del legno-arredo e metalmeccanica, con sede in sette regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana).

Tra queste, l’80,7% nell’ultimo triennio ha avviato politiche green e di sostenibilità sociale: il 55,9% ha innovato in termini di revisione dei prodotti, mentre il 61,5% si è concentrato sui processi.

I ricercatori hanno individuato quattro profili di aziende:
– le “trasversali” (il 30%) sono le imprese che hanno dichiarato di aver svolto almeno due attività di innovazione di prodotto, almeno due innovazioni di processo e almeno due attività nell’ambito della sostenibilità sociale;
– le aziende “green” (il 39,1%) hanno agito esclusivamente sul fronte della sostenibilità ambientale, con almeno due attività di innovazione di prodotto e/o almeno due innovazioni di processo;
– le imprese “responsabili”, che sono appena il 4,6%, hanno scelto di operare esclusivamente per migliorare la sostenibilità sociale;
– infine le “statiche”, più di un quarto delle imprese (26,2%), hanno svolto meno di due attività in tutti gli ambiti della sostenibilità indagati.

Le imprese del legno-arredo e metalmeccanica evidenziano un’elevata propensione alla sostenibilità ambientale, afferma la ricerca. L’innovazione di prodotto si è rivolta principalmente alla creazione di beni a minor impatto ambientale in termini di consumi energetici (38,1%), di emissioni atmosferiche (36,6%) e di imballaggi da smaltire (32,6%). La propensione green coinvolge anche i processi produttivi al fine di renderli meno inquinanti (46,4%) e a minor consumo energetico (45,3%).

La sostenibilità sociale si è concretizzata soprattutto con azioni rivolte a un maggior benessere lavorativo dei collaboratori (64,1%).

Le imprese dichiarano di aver intrapreso percorsi di sostenibilità ambientale soprattutto per recuperare efficienza interna – riducendo i costi (33,1%) – e per migliorare la sicurezza sul lavoro. Solo il 15,5% dichiara di aver agito per adattarsi alle esigenze del mercato. Chi non ha intrapreso innovazioni green, non le considera una scelta strategica (26,2%), o lamenta la mancanza di risorse finanziarie (15,5%)

Le innovazioni green sono state realizzate nel 49,1% dei casi ricorrendo anche al supporto di soggetti esterni all’impresa: in particolare, fornitori (65,8%), consulenti e clienti (29,2%). La dimensione della filiera risulta fondamentale sul fronte della sostenibilità, tanto che le scelte green hanno comportato anche una revisione della rete di fornitura, con il 28,2% di imprese che dichiara di aver sostituito i propri fornitori e il 30,7% che ha accorciato geograficamente le reti.

Solo il 7,4% delle imprese coinvolte nella ricerca dichiara di aver ottenuto un qualche tipo di certificazione. Il dato è superiore fra le imprese orientate ai mercati esteri, dove le certificazioni appaiono un prerequisito indispensabile: tra chi esporta oltre il 70% del proprio fatturato, il 34,3% ha una certificazione.

La comunicazione verso il mercato, il territorio e i principali stakeholder appare fortemente limitata a fronte, invece, di un impegno rilevante nei confronti dell’organizzazione interna (48%). Questo comportamento aiuta a spiegare, in parte, lo scarso impatto in termini di crescita delle quote di mercato (17,5%), di migliori rapporti con gli stakeholder (15,3%) e con il credito (8,6%).

Nel periodo 2012-2014 le imprese più attente alla sostenibilità sia sul fonte green che su quello sociale hanno registrato una crescita dei ricavi (più 5,6% nel 2014) superiore rispetto alle imprese che hanno investito poco o nulla in sostenibilità (più 1,4%).

Il confronto tra obiettivi dichiarati delle strategie di sostenibilità e benefici ottenuti sul fronte dell’efficienza interna e del migliore benessere dei collaboratori testimonia la validità delle strategie intraprese dalle aziende intervistate. Lo conferma il fatto che un’impresa su due intende realizzare nel prossimo biennio nuovi interventi a favore della sostenibilità sociale e/o ambientale.