La Boe taglia i tassi e fa ripartire il Qe, basterà?

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a cura di Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, Schroders

La Bank of England ha tagliato i tassi per la prima volta in sette anni, dallo 0,5% allo 0,25%. Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) ha inoltre deciso di far ripartire il piano di allentamento quantitativo (QE), aggiungendo 60 miliardi di sterline allo stock attuale di asset detenuti, pari a 375 miliardi: si tratta del primo rafforzamento del QE in quattro anni. E’ stato poi introdotto un nuovo piano di finanziamento (Term Funding Scheme) per aiutare le banche a far arrivare alla clientela il taglio dei tassi; saranno infine acquistati anche 10 miliardi di sterline in obbligazioni societarie, nell’arco dei prossimi 18 mesi, per far abbassare direttamente i costi di finanziamento tramite i mercati del credito.

L’impatto di Brexit

I timori sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sembrano aver colpito la fiducia di famiglie e imprese, che hanno sospeso importanti decisioni di spesa e investimento. Presentando il report trimestrale sull’inflazione, la BoE ha tagliato nettamente le stime di crescita del PIL per il 2016, dal 2,3% a solo lo 0,8% (in linea con le nostre stime). La Banca ha poi aumentato la previsione sull’inflazione di breve termine e si aspetta che il deprezzamento della sterlina possa far aumentare il costo delle importazioni, andando poi a spingere al rialzo i prezzi dei beni.

Tuttavia, l’MPC ha dato maggior peso all’atteso rallentamento della crescita che alla ripresa dell’inflazione. Il Comitato ritiene infatti che l’effetto valutario sull’inflazione avrà vita breve, mentre le implicazioni legate alla crescita più lenta potrebbero essere più pesanti nel medio termine.

Stime di Schroders: variazioni

Nel verbale dell’incontro dell’MPC, il Comitato ha dichiarato che la maggioranza dei membri è disposta a tagliare ulteriormente i tassi di interesse a un valore vicino, ma sopra lo zero, nel caso in cui i prossimi dati dovessero rivelarsi in linea con le ultime stime.

Avendo stime sulla crescita molto simili a quelle della BoE, Schroders ha deciso di modificare le proprie previsioni, in modo tale da includere un ulteriore taglio dei tassi, allo 0,1%, nel mese di novembre.

Basteranno le nuove misure?

Nella migliore delle ipotesi, le nuove misure attenueranno il rallentamento della crescita economica atteso nei prossimi mesi ma, a nostro avviso – come detto anche dal membro uscente dell’MPC Martin Weale – stimolerebbero solo marginalmente l’economia.

Sebbene il governatore della BoE, Mark Carney, abbia dichiarato che gli stimoli sono indirizzati alla domanda interna e non alla sterlina, riteniamo che non sarà deluso dal calo della valuta. Ciò sarà infatti positivo per le società esportatrici nel lungo termine, ma dannoso per i consumatori nel breve.

Carney ha poi sottolineato che tutte le misure annunciate potrebbero essere incrementate, se necessario. Tuttavia, siamo molto dubbiosi sul fatto che un ulteriore QE, un allargamento del Term Funding Scheme o degli acquisti di debito societario possano avere un impatto significativo sull’economia. Riteniamo invece che il Governo ora debba procedere per introdurre stimoli fiscali significativi.

Conclusioni

Le misure di stimolo decise dalla BoE superano le attese del mercato: ciò suggerisce che il Comitato di Politica Monetaria sia preoccupato delle prospettive economiche del Regno Unito post-referendum sulla Brexit. I nuovi provvedimenti aiuteranno ad attenuare l’impatto negativo dello shock da Brexit, ma certamente non sono una panacea. La politica fiscale deve ora passare dall’austerità allo stimolo. La BoE sta finendo le munizioni e deve essere realistica su quanto stimolo possa effettivamente offrire.


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