Europa sì, ma di qualità

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Cresce l’interesse per l’azionario europeo. Ma non tutte le società sono uguali. In ottica di stock-picking, puntare su titoli di qualità con valutazioni interessanti

Ma come cogliere al meglio questa opportunità?
Secondo la filosofia di stock-picking di Fidelity il punto di partenza è orientarsi verso le aziende “di qualità”. Nel lungo periodo, le società di qualità tendono a sovraperformare il mercato, dimostrando un’elevata solidità e un minore rischio di downside. Specie nelle fasi più difficili, in contesti caratterizzati da ondate generalizzate di vendite e prezzi in caduta, i risultati di queste aziende sono particolarmente solidi.
Per contro, nelle fasi di ripresa, solitamente brevi, le società di qualità inferiore tendono a recuperare. Si tratta però di un prezzo che vale la pena pagare, considerate le caratteristiche complessive positive nel lungo periodo.

Non esiste una classificazione oggettiva dei titoli di qualità, ma secondo Matt Siddle, gestore del fondo FF European Larger Companies Fund ci sono alcuni criteri che possono aiutare a inquadrare meglio questo segmento.
“Di norma, le società di elevata qualità hanno un brand molto conosciuto e un posizionamento di mercato competitivo, in grado di creare valore per gli azionisti nel lungo periodo. Hanno un bilancio solido, una storia positiva di investimenti e un management di valore i cui interessi sono allineati a quelli degli azionisti”, afferma Siddle, che poi aggiunge che “da un punto di vista più oggettivo, la qualità si concretizza in ritorni sul capitale elevati e sostenibili, ingenti flussi di cassa che possano essere reinvestiti con margini incrementali e una politica dei dividendi premiante”.

Da rilevare che il portafoglio del FF European Larger Companies Fund è gestito con un approccio bottom-up basato sui fondamentali, supportato da un’accurata analisi quantitativa grazie a un team di oltre 50 analisti che valutano le società europee. Il risultato è un portafoglio composto da 60 – 90 titoli, che garantisce una buona diversificazione senza però eccedere nella dispersione.

“La selezione e il processo di costruzione sono elementi cruciali; per questo motivo ho implementato un modello proprietario con un tool informatico che permette di valutare l’esposizione reale ai fattori macro delle società in cui investo”, spiega Siddle. Partendo da un universo di circa mille società europee a larga capitalizzazione, Siddle analizza le fonti di profitto delle aziende da un punto di vista geografico, la loro sensibilità e l’esposizione a fattori macroeconomici, il modello di business rispetto alla fase di mercato. Inoltre considera valutazioni legate al ritorno sugli investimenti e sulla solidità del bilancio, oltre a criteri di responsabilità sociale e ambientale.

“L’obiettivo è quello di individuare società in grado di minimizzare l’esposizione relativa su diversi fattori, affinché la selezione dei titoli sia il reale motore del rischio e della performance”, aggiunge il gestore, che poi conclude dicendo: “Sempre in relazione al portafoglio è importante sottolineare come non sia determinante investire nelle società migliori a prescindere dal loro prezzo, a differenza di quanto fanno invece molti competitor. L’obiettivo è individuare titoli di qualità con valutazioni interessanti, quindi con una combinazione ottimale tra qualità e valore. Si tratta di un ulteriore elemento distintivo rispetto al mercato perché entrambi gli stili aggiungono valore nel lungo periodo, ma con dinamiche differenti e una bassa correlazione tra loro)”.

Oltre a questo focus strategico si possono considerare, in aggiunta, anche opportunità tattiche, sia su business solidi con fondamentali in miglioramento sia su società di qualità inferiore, ma con valutazioni a sconto e che quindi rappresentano una opportunità in ottica rischio/rendimento. Queste posizioni sono importanti perché possono sostenere la performance, ma saranno sempre una componente limitata del portafoglio.