Dopo tre anni di “Connect program”, è l’ora del “Bond Connect”

Dmitriy Vlasov -

Il lancio del Connect program è stato un passo fondamentale verso una maggiore integrazione tra i mercati azionari cinesi onshore e offshore e verso una maggiore apertura dei mercati dei capitali domestici. Inizialmente il programma non ha pienamente soddisfatto le aspettative del mercato.

La crescita infondata, principalmente alimentata dal debito del mercato cinese delle A-shares cinesi nella prima metà del 2015 – l’indice Shanghai Composite ha più che raddoppiato la sua capitalizzazione tra il 15 novembre 2014 e il 15 giugno 2015 – e ha confuso gli investitori stranieri, principalmente guidati da valutazioni fondamentali. Il conseguente collasso degli indici domestici ha ulteriormente raffreddato l’entusiasmo degli investitori. I flussi iniziali verso i mercati onshore hanno raggiunto il picco a giugno 2015 quanto l’indice Shanghai Composite ha raggiunto un massimo a sette anni e gli investitori stranieri hanno investito la cifra record di 117 miliardi di Renminbi nei titoli quotati a Shanghai tramite il programma Connect.

Tuttavia, poiché la conseguente turbolenza del mercato ha azzerato la maggior parte dei rendimenti, i flussi nel mercato domestico si sono rapidamente trasformati in deflussi nella seconda metà del 2015. Come risultato, sono anche aumentati i timori di un possibile rallentamento o addirittura cancellazione del programma Shenzhen-Hong Kong ma, alla fine, i regolatori cinesi hanno deciso di mantenere fede ai loro impegni e hanno lanciato l’unione con la piazza di Shenzhen nel dicembre 2016, rendendo l’accesso al mercato delle A-shares praticamente completo. Il lancio dello Shenzhen Connect è stato uno dei fattori critici di successo del programma, in quando ci sono molti titoli della “new economy” e società private non finanziarie note agli investitori stranieri quotate alla piazza di Shenzhen.

Tuttavia, nonostante le iniziali preoccupazioni, il programma Connect è stato un chiaro successo a nostro avviso. Lo schema ha essenzialmente integrato i mercati onshore e offshore cinesi, che prima operavano come mercati chiaramente distinti.

Il mercato cinese delle A-shares è l’ultimo tra i mercati azionari più importanti a non essere ancora saturato dagli investitori stranieri, con una partecipazione stimata in appena il 2% o 3%. È un’area particolarmente interessante per quei gestori di fondi attivi che enfatizzano un approccio selettivo ai titoli, in quanto il mercato presenta delle asimmetrie informative più marcate rispetto ad altri. C’è un elevato potenziale di generare una quantità consistente di alpha con rischi ragionevoli. Una ricerca proprietaria approfondita, frequenti visite alle società, pazienza e disciplina sono tutti ingredienti essenziali per avere successo.

Sulla base dello storico degli ultimi tre anni, possiamo dare uno sguardo ai numeri. Il turnover giornaliero medio (definito come ordini di acquisto) è stato approssimativamente di 2,6 miliardi di Renminbi per il trading Northbound e di 2,2 miliardi per il trading Southbound, con flussi medi pari a 0,3 e 0,7 miliardi rispettivamente. Nel complesso, i flussi “uscita” dalla Cina hanno superato quelli in “entrata”, per masse complessive pari a 500 miliardi circa che si sono riversate dall’entroterra verso Hong Kong contro i 200 miliardi che sono confluiti sui titoli quotati a Shanghai. Uno dei motivi di ciò sono state le valutazioni più convenienti nel mercato di Hong Kong, specialmente nell’universo delle mid- e small-cap e l’accresciuto desiderio degli investitori domestici di diversificare i propri portafogli, in quanto il Connect program è l’unico canale legittimo tramite il quale gli investitori possono accedere ai mercati offshore. Allo stesso tempo però, l’aspettativa iniziale di eradicare le differenze di valutazione per quei titoli con doppia quotazione (sia on che offshore), non si è materializzata: l’indice Hang Seng China AH Premium si trova oggi al 28%, un livello molto superiore rispetto a tre anni fa quando il premio per le A-shares con doppia quotazione era appena al 2%.

Kweichow Moutai, noto produttore cinese di liquori high-end, è stata una delle società più popolari per quanto riguarda gli scambi Northbound, mentre i flussi Southbound hanno premiato il colosso di internet Tencent.

Gli investitori internazionali, sebbene scettici in un primo momento, hanno gradualmente accettato il programma Connect, in quanto i cinesi e i regolatori di Hong Kong hanno introdotto migliori al programma in corso d’opera, tra cui l’abolizione delle quote aggregate. I vivaci scambi Southbound sono stati un fattore importante che ha contribuito al rendimento del 50% e oltre dell’indice MSCI China quest’anno, che lo ha reso uno dei mercati globali con la migliore performance. Sfruttando il successo del programma Connect, la Banca centrale cinese e l’autorità per la vigilanza del mercato di Hong Kong hanno lanciato uno schema di accesso reciproco tra i mercati obbligazionari, il cosiddetto “Bond Connect”. Anche se il programma è attivo al momento solo in direzione Northbound, cionondimeno rappresenta un altro passo fondamentale nell’apertura dei mercati di capitali e nell’internazionalizzazione del Renminbi, ed è in linea con l’impegno della Cina a riformare e aprire ulteriormente i propri mercati finanziari.


Dmitriy Vlasov – portfolio manager – East Capital