Nel mirino di Ivass le polizze “occulte”

di David Canaletto - redazione@lamiafinanza.it -

L’authority ha analizzato il mercato delle assicurazioni vendute in abbinamento ad altri prodotti, dai viaggi ai conti correnti. In tutto riguardano 15 milioni di italiani: ma molti non lo sanno

“Sei assicurato e forse non lo sai”. Ha scelto un titolo molto diretto l’Ivass (istituto per la vigilanza assicurativa) per la sua indagine conoscitiva sul fenomeno delle polizze collegate a prodotti e servizi di natura non assicurativa: prodotti bancari, auto, viaggi, utenze, attività sportive e quant’altro.

Il report è un documento di circa 30 pagine, ricco di sorprese, che cerca di rappresentare, forse tardivamente, come questo fenomeno si sia sviluppato e consolidato nel corso degli ultimi decenni.

Il perimetro analizzato da Ivass nella sua analisi ha volutamente escluso le polizze “Cpi” (Credit protection insurance), ovvero quei contratti abbinati a mutui e finanziamenti che saranno oggetto di un‘analoga e imminente relazione pubblica, più volte annunciata e, probabilmente, anch’essa piena di sorprese.

Nell’attuale ricerca, il dato che più impressiona è il numero degli utenti coinvolti: sono circa 15 milioni, per circa 1600 tipologie di contratti emessi da 63 imprese assicurative (su 178 compagnie oggetto di analisi). I contratti che legano questa incredibile fetta di consumatori appartengono principalmente al ramo danni, mentre una decina riguardano il ramo vita (sono coperture temporanee caso morte).

I partner delle imprese di assicurazioni, in questo business, sono assai vari. La parte del leone la fanno le banche che gestiscono 256 pacchetti assicurativi con il coinvolgimento di oltre 9 milioni di clienti. Seguono i tour operator/agenzie di viaggi e le federazioni sportive, e poi i concessionari auto, le aziende di trasporto aereo e marittimo. Tra gli emergenti anche le public utilities (fornitori di acqua, gas ed energia elettrica), la telefonia mobile e le scommesse sportive.

Secondo Ivass questo business risponde all’obiettivo di fornire una risposta concreta esigenze della clientela che compra il prodotto principale, ma punta anche ad accrescerne la competitività commerciale. Compagnie e distributori, comunque, si garantiscono anche una significativa fonte di remunerazione.

I contenuti delle garanzie assicurative offerte variano in relazione al prodotto principale a cui sono abbinate: assistenza e malattia per i viaggi, infortuni per lo sport, mentre agli sportelli delle banche, oltre ad infortuni, malattia, assistenza ed altre, ci sono le coperture per il caso morte.

Nel 46% dei casi il premio è indicato esplicitamente ed è distinto dal costo del bene/servizio principale. Nei restanti casi – che sono dunque la maggioranza – le imprese dichiarano che la prestazione assicurativa è a titolo gratuito per I’assicurato (una sorta di benefit) o che è inclusa nel prezzo generale del pacchetto di beni e servizi legati al prodotto. Complessivamente, il premio è inferiore a 30 euro nel 61% circa dei pacchetti, mentre supera i 100 euro nel 23% dei casi.

Dal rapporto emergono anche alcune criticità.

Innanzitutto per quanto riguarda le modalità di adesione e scioglimento del contratto. Sono state riscontrate forme sia di silenzio assenso dell’assicurato (se non esprime una volontà contraria, si trova ad essere vincolato da un contratto di assicurazione di cui è tenuto a pagare il relativo premio) sia meccanismi di opt out (vengono presentate una o più garanzie assicurative pre-selezionate al cliente, e tocca a lui deselezionarle se non intende acquistarle). Entrambe le pratiche, secondo Ivass, favoriscono l’acquisto inconsapevole e quindi possono indurre il consumatore ad acquistare qualcosa che non desidera effettivamente.

In alcuni casi i clienti si trovano assicurati in modo automatico, e continuano a esserlo anche dopo l’estinzione del rapporto principale: per uscirne, devono recedere in modo esplicito dal contratto.

Chi è assicurato poi, spesso non sa di esserlo, come dice il titolo dell’indagine: le formule automatiche o implicite adottate comportano il rischio di un acquisto inconsapevole. E chi non sa di essere assicurato, non denuncerà mai un sinistro e quindi non otterrà mai un indennizzo al quale avrebbe diritto.

L’Ivass ha rilevato anche difficoltà oggettive di reperire il fascicolo informativo e le condizioni contrattuali dei prodotti in questione sui siti lnternet dei soggetti fornitori del bene/servizio principale, nonostante gli obblighi informativi previsti dalla normativa. E le polizze sono spesso caratterizzate da una pluralità di micro garanzie, ognuna con limitazioni, esclusioni, massimali e franchigie, e risultano perciò molto difficili da comprendere.

I costi delle coperture assicurative sono chiaramente indicati soltanto quando si tratta di prodotti autonomi da abbinare al bene/servizio principale e quando è previsto il consenso esplicito. Quando le imprese dichiarano che la garanzia offerta è gratuita o quando fa parte di un pacchetto “all inclusive”, invece, l’entità del premio non è dichiarata.

A conclusione dell’indagine l’authority annuncia interventi per risolvere le criticità di questo business. In particolare, per quanto riguarda la dichiarata gratuità del premio, potranno essere svolti ulteriori accertamenti per verificare che i costi delle coperture assicurative non siano ribaltati indirettamente e in modo surrettizio dai partner, fornitori dei beni/servizi principale, sui consumatori.

Del report colpisce la mancanza di un’analisi sul numero e la frequenza dei sinistri e sull’entità delle commissioni pagate ai distributori. Questi dati potrebbero dimostrare quanto siano ricche le commissioni a fronte di una limitata sinistrosità conseguente a clausole protettive (franchigie, massimali, esclusioni) e alla palese inconsapevolezza del cliente dell’esistenza stessa della copertura assicurativa.


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