Nel mirino di Ivass le polizze “occulte”
L’authority ha analizzato il mercato delle assicurazioni vendute in abbinamento ad altri prodotti, dai viaggi ai conti correnti. In tutto riguardano 15 milioni di italiani: ma molti non lo sanno
“Sei assicurato e forse non lo sai”. Ha scelto un titolo molto diretto l’Ivass (istituto per la vigilanza assicurativa) per la sua indagine conoscitiva sul fenomeno delle polizze collegate a prodotti e servizi di natura non assicurativa: prodotti bancari, auto, viaggi, utenze, attività sportive e quant’altro.
Il report è un documento di circa 30 pagine, ricco di sorprese, che cerca di rappresentare, forse tardivamente, come questo fenomeno si sia sviluppato e consolidato nel corso degli ultimi decenni.
Il perimetro analizzato da Ivass nella sua analisi ha volutamente escluso le polizze “Cpi” (Credit protection insurance), ovvero quei contratti abbinati a mutui e finanziamenti che saranno oggetto di un‘analoga e imminente relazione pubblica, più volte annunciata e, probabilmente, anch’essa piena di sorprese.
Nell’attuale ricerca, il dato che più impressiona è il numero degli utenti coinvolti: sono circa 15 milioni, per circa 1600 tipologie di contratti emessi da 63 imprese assicurative (su 178 compagnie oggetto di analisi). I contratti che legano questa incredibile fetta di consumatori appartengono principalmente al ramo danni, mentre una decina riguardano il ramo vita (sono coperture temporanee caso morte).
I partner delle imprese di assicurazioni, in questo business, sono assai vari. La parte del leone la fanno le banche che gestiscono 256 pacchetti assicurativi con il coinvolgimento di oltre 9 milioni di clienti. Seguono i tour operator/agenzie di viaggi e le federazioni sportive, e poi i concessionari auto, le aziende di trasporto aereo e marittimo. Tra gli emergenti anche le public utilities (fornitori di acqua, gas ed energia elettrica), la telefonia mobile e le scommesse sportive.
Secondo Ivass questo business risponde all’obiettivo di fornire una risposta concreta esigenze della clientela che compra il prodotto principale, ma punta anche ad accrescerne la competitività commerciale. Compagnie e distributori, comunque, si garantiscono anche una significativa fonte di remunerazione.
I contenuti delle garanzie assicurative offerte variano in relazione al prodotto principale a cui sono abbinate: assistenza e malattia per i viaggi, infortuni per lo sport, mentre agli sportelli delle banche, oltre ad infortuni, malattia, assistenza ed altre, ci sono le coperture per il caso morte.
Nel 46% dei casi il premio è indicato esplicitamente ed è distinto dal costo del bene/servizio principale. Nei restanti casi – che sono dunque la maggioranza – le imprese dichiarano che la prestazione assicurativa è a titolo gratuito per I’assicurato (una sorta di benefit) o che è inclusa nel prezzo generale del pacchetto di beni e servizi legati al prodotto. Complessivamente, il premio è inferiore a 30 euro nel 61% circa dei pacchetti, mentre supera i 100 euro nel 23% dei casi.
Dal rapporto emergono anche alcune criticità.
Innanzitutto per quanto riguarda le modalità di adesione e scioglimento del contratto. Sono state riscontrate forme sia di silenzio assenso dell’assicurato (se non esprime una volontà contraria, si trova ad essere vincolato da un contratto di assicurazione di cui è tenuto a pagare il relativo premio) sia meccanismi di opt out (vengono presentate una o più garanzie assicurative pre-selezionate al cliente, e tocca a lui deselezionarle se non intende acquistarle). Entrambe le pratiche, secondo Ivass, favoriscono l’acquisto inconsapevole e quindi possono indurre il consumatore ad acquistare qualcosa che non desidera effettivamente.
In alcuni casi i clienti si trovano assicurati in modo automatico, e continuano a esserlo anche dopo l’estinzione del rapporto principale: per uscirne, devono recedere in modo esplicito dal contratto.
Chi è assicurato poi, spesso non sa di esserlo, come dice il titolo dell’indagine: le formule automatiche o implicite adottate comportano il rischio di un acquisto inconsapevole. E chi non sa di essere assicurato, non denuncerà mai un sinistro e quindi non otterrà mai un indennizzo al quale avrebbe diritto.
L’Ivass ha rilevato anche difficoltà oggettive di reperire il fascicolo informativo e le condizioni contrattuali dei prodotti in questione sui siti lnternet dei soggetti fornitori del bene/servizio principale, nonostante gli obblighi informativi previsti dalla normativa. E le polizze sono spesso caratterizzate da una pluralità di micro garanzie, ognuna con limitazioni, esclusioni, massimali e franchigie, e risultano perciò molto difficili da comprendere.
I costi delle coperture assicurative sono chiaramente indicati soltanto quando si tratta di prodotti autonomi da abbinare al bene/servizio principale e quando è previsto il consenso esplicito. Quando le imprese dichiarano che la garanzia offerta è gratuita o quando fa parte di un pacchetto “all inclusive”, invece, l’entità del premio non è dichiarata.
A conclusione dell’indagine l’authority annuncia interventi per risolvere le criticità di questo business. In particolare, per quanto riguarda la dichiarata gratuità del premio, potranno essere svolti ulteriori accertamenti per verificare che i costi delle coperture assicurative non siano ribaltati indirettamente e in modo surrettizio dai partner, fornitori dei beni/servizi principale, sui consumatori.
Del report colpisce la mancanza di un’analisi sul numero e la frequenza dei sinistri e sull’entità delle commissioni pagate ai distributori. Questi dati potrebbero dimostrare quanto siano ricche le commissioni a fronte di una limitata sinistrosità conseguente a clausole protettive (franchigie, massimali, esclusioni) e alla palese inconsapevolezza del cliente dell’esistenza stessa della copertura assicurativa.
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