ILO, sistemi previdenziali a rischio: la crescita della forza lavoro a livello globale non compenserà il numero di pensionati in rapida espansione

Walter Quattrocchi -

Molti Stati sono attualmente impreparati a garantire un’adeguata pensione alle future generazioni a causa dell’ampio deficit nei sistemi pensionistici e dei vincoli fiscali esistenti.

L’allarme sulla adeguatezza e sulla tenuta a medio-lungo termine dei sistemi pensionistici di molti Stati è contenuta nel rapporto annuale “World Employment and Social Outlook: Trends 2018 ”, a cura dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della tutela e della promozione dei diritti legati al lavoro.

Secondo gli esperti di Ginevra l’aumento del lavoro precario e vulnerabile, insieme all’invecchiamento della forza lavoro globale, potrebbe portare nel giro di pochi anni al collasso dei sistemi pensionistici attuali.

Disoccupazione in calo, ma elevato deficit del lavoro dignitoso

Nel 2018, si legge nel report, il tasso di disoccupazione globale scenderà dal 5,6% del 2017 al 5,5% e in particolare il tasso di occupazione sarà in crescita in Europa rispetto ai Paesi emergenti, dove è invece in aumento il numero di persone che entrano nel mercato alla ricerca di un lavoro.
Ma alla crescita dell’occupazione nel vecchio continente non corrisponde ad un aumento degli stipendi e della qualità del lavoro.
I nuovi contratti a tempo pieno non hanno sostituito quelli persi tra il 2008 e il 2013. E’ il lavoro a tempo parziale a prevalere ( + 18,7% dal 2008), specialmente in Spagna, Italia, Grecia e Croazia, dove il 60% degli occupati non hanno alternativa a lavorare mezza giornata.

Invecchiamento della forza lavoro

Alla sottoutilizzazione della forza lavoro si affianca l’invecchiamento degli occupati dovuto all’aumento globale dell’aspettativa di vita e al calo dei tassi di natalità: nei paesi sviluppati entro il 2030 metà dei lavoratori avrà più di 65 anni .

In questo senso secondo Sangheon Lee, direttore del dipartimento dell’Ilo, l’invecchiamento degli occupati potrebbe portare a una riduzione della produttività e a un rallentamento degli adeguamenti del mercato del lavoro in seguito agli shock economici.

L’aumento della forza lavoro globale non sarà sufficiente a compensare i pensionamenti, con ricadute sui sistemi pensionistici e sul mercato del lavoro nel suo complesso.

La sfida per i governi, secondo il report dell’ILO , sarà garantire un accesso adeguato alla copertura pensionistica aggravata dall’invecchiamento della popolazione : le cifre sono allarmanti data l’attuale crisi del debito pubblico e i tentativi di ridurre il rapporto debito/Pil.

Inoltre nel mondo quasi un terzo delle persone in età pensionabile non ha accesso a una pensione.

Soprattutto negli stati arabi e nell’Africa sub-sahariana dove solo la metà degli anziani ha una pensione.

E tra quelli che nel mondo percepiscono una pensione, il 52% non ricevono cifre adeguate a causa di lavori di basso profilo o a carriere discontinue, come capita specialmente per le donne.

Le proposte

Per sostenere i sistemi pensionistici secondo l’Ilo, bisogna promuovere le politiche sul salario minimo che a lungo termine avranno effetti nel ridurre la povertà e la disuguaglianza nella vecchiaia.
O ancora sostenere le politiche che accreditano contributi previdenziali sui conti pensionistici durante il congedo parentale, per agevolare il welfare familiare, riducendo le lacune nel mercato del lavoro e nella protezione sociale.

Infine occorre garantire condizioni lavorative dignitose per consentire l’aumento delle condizioni di vita decenti in età avanzata.
Tra le soluzioni avanzate nel report dell’ILO ci sono anche la riduzione delle disparità di genere, garantire retribuzioni più alte, favorire l’uscita dei lavoratori dal sommerso e assicurare una formazione continua per la forza lavora che invecchia.