Debito corporate, gli emergenti nascondono campioni di ESG

Karine Jesiolowski -

Con l’accelerazione della crescita globale, i fondamentali delle società dei mercati emergenti continuano a migliorare. Inoltre, le obbligazioni societarie emergenti offrono valutazioni interessanti nell’attuale contesto di rendimenti bassi.

Tuttavia, per gli investitori sensibili all’investimento responsabile, questa asset class è spesso trascurata. Infatti, quando si menziona l’idea di includere criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) o la selezione dell’impatto positivo nella costruzione di portafogli di obbligazioni societarie emergenti, la prima reazione è spesso di scetticismo. Certo, le norme e i requisiti ESG possono essere più flessibili in alcune di queste economie, e i titoli dei giornali hanno messo in evidenza casi di cattive pratiche, che coinvolgono ad esempio il lavoro minorile, l’inquinamento idrico o la corruzione. Ma, come sappiamo, le cattive notizie viaggiano più velocemente delle buone notizie.

Molti avranno sentito parlare dello scandalo della corruzione dell’autolavaggio (Lava Jato) in Brasile. Ma chi ha letto del CEO di Turkcell Illetisim Hizmetleri A.S., che è stato riconosciuto dall’ONU come uno dei dieci pionieri degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per il 2017? Kaan Terzioglu si è distinto per aver creato l’app mobile “Hello Hope”, che mira ad aiutare i rifugiati ad accedere ai servizi chiave per la salute e l’istruzione. In Messico, IEnova, una società che sviluppa, costruisce e gestisce infrastrutture energetiche, dimostra forti politiche di sostenibilità, tra cui le migliori pratiche in termini di standard di salute e sicurezza e lo sviluppo di progetti per preservare la biodiversità, come il rimboschimento e la protezione della fauna selvatica. MSCI ESG Research LLC ha riconosciuto tali best practice assegnandogli un rating ESG A.

Quindi, anche se queste aziende non sono molto conosciute, ci sono campioni emergenti che si distinguono per le loro credenziali ESG superiori agli standard o per l’impatto positivo che possono avere sulla società, in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’ONU.

La tendenza all’investimento responsabile ha attirato anche l’attenzione dei responsabili politici. Le considerazioni ambientali sono per loro natura globali e i paesi emergenti ne sono consapevoli. Tra i 79 paesi emergenti inclusi negli indici obbligazionari sovrani e societari di JP Morgan EM, tutti sono firmatari dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e solo dodici non l’hanno ancora ratificato. È quindi probabile che requisiti ambientali più severi abbiano un impatto sia sui mercati sviluppati che sugli emittenti societari emergenti. Ad esempio, l’impegno della Cina a ridurre l’inquinamento ha già portato a norme più severe. Le imprese devono adeguarsi o affrontare il rischio di elevati costi di contenzioso e di sanzioni pecuniarie. Non tutti saranno in grado di farlo, il che dovrebbe portare ad un’ulteriore concentrazione in settori quali l’acciaio, la carta o il tessile.

L’analisi ESG non è utile solo per individuare le imprese “buone”. Può anche essere un mezzo per identificare potenziali fonti di rischio che potrebbero causare una forte sottoperformance. Nel caso di Samarco, una società mineraria brasiliana, riconoscere la storia debole di entrambe le sue società “madri” in termini di inquinamento avrebbe potuto essere un segnale di rischi futuri, che alla fine si sono materializzati quando la diga di Bento Rodrigues è crollata nel novembre 2015. Questa catastrofe ha liberato circa 60 milioni di metri cubi di rifiuti di minerale di ferro, ha ucciso 19 persone e ne ha lasciate altre centinaia senza casa o senza accesso all’acqua pulita e ha danneggiato l’ecosistema per circa 600 chilometri. L’azienda ha dovuto affrontare oneri per danni per 5,6 miliardi di dollari e le sue obbligazioni hanno perso quasi il 60% in un mese, per poi fare default. Prendere in considerazione le pratiche ESG nella gestione delle attività e del rischio può quindi rivelarsi ancora più utile quando si investe nei mercati emergenti, data la varietà delle normative locali, che possono non fornire agli investitori le stesse salvaguardie presenti nei mercati sviluppati.

In realtà, con la globalizzazione, le pratiche commerciali degli emittenti emergenti si sono già avvicinate a quelle dei loro peer nei mercati sviluppati. Ad esempio, la necessità di accedere a finanziamenti internazionali li ha portati a conformarsi gradualmente a obblighi simili in materia di trasparenza e di informativa contabile. Tendenze simili sono probabili per le pratiche ESG. In Brasile e Sudafrica, ad esempio, ciò si riflette nei requisiti generalmente elevati in materia di informativa extra-finanziaria.

Con l’aumento della domanda di investimenti più responsabili da parte degli investitori, sembra realistico aspettarsi che sempre più paesi e società emergenti adottino standard ESG più elevati e che ciò porti a operazioni commerciali più sane, a una riduzione dei rischi di coda e a rendimenti degli investimenti più sostenibili e adeguati al rischio nel tempo.


Karine Jesiolowski – Senior Investment Specialist – Union Bancaire Privée (UBP)