Commento di State Street alle decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea

-

A seguito del meeting odierno del Monetary Policy Committee (MPC) della Banca Centrale Europea (BCE), Timothy Graf, responsabile macro strategy per l’area EMEA di State Street Global Markets e Brendan Lardner, active fixed income portfolio manager di State Street Global Advisors, hanno così commentato.

Commento di Timothy Graf: “Nessun allarme e non troppe sorprese da parte della BCE, a parte una forward guidance abbastanza morbida sui tassi. Prima dell’incontro, i mercati si aspettavano che, ad un certo punto dell’anno, iniziasse il rallentamento del quantitative easing (QE) e ora abbiamo ricevuto conferma che terminerà a dicembre. Guardando al futuro, la BCE non ha un compito facile nell’impostare le politiche di medio-lungo termine. Le condizioni di crescita e inflazione sono molto migliorate, ma sono necessarie ulteriori evidenze per capire se il rallentamento del primo trimestre sia stato solo temporaneo – un giudizio molto difficile da formulare. Del resto, l’inflazione core è ancora lontana dal target della BCE, ovvero al di sotto, ma vicino al 2%”.

Commento di Brendan Lardner: “Il messaggio che arriva dal meeting della BCE di oggi non è univoco. L’annuncio sull’intenzione di porre fine al programma di acquisto di asset entro la fine dell’anno è in linea con gli ultimi commenti della Banca Centrale. La BCE è chiaramente disposta a ignorare i recenti dati di crescita più debole proveniente dall’Eurozona, concentrandosi invece sulle prospettive per l’inflazione, che è migliorata, come indicato dalle revisioni al rialzo delle previsioni della BCE pubblicate oggi. Secondo la BCE, i parametri prestabiliti per porre fine al QE sono stati rispettati. Si potrebbe anche pensare che la BCE volesse terminare il suo programma di acquisto di asset il prima possibile, in modo tale che non si pensasse che un eventuale adeguamento dipendesse da motivazioni politiche. A fronte delle implicazioni in qualche modo aggressive legate al termine del programma di acquisto, la BCE ha cercato di contrastarle utilizzando commenti più accomodanti sui tassi da qui in avanti e sul reinvestimento dei bond in scadenza detenuti dalla stessa BCE. I tassi sono rimasti invariati e la BCE ha annunciato l’intenzione di lasciarli inalterati almeno fino all’estate del 2019. Questo potrebbe indicare che il primo aumento potrebbe avvenire a settembre 2019, quindi un po’ più tardi rispetto alle attese di mercato. La reazione iniziale del mercato si è tradotta nell’indebolimento dell’euro e in un calo dei rendimenti obbligazionari dei paesi core, in quanto il mercato sta riprezzando il nuovo percorso di politica monetaria”.