Come interpretare le mosse della Banca Centrale cinese?

Anthony Chan -

La posizione di politica monetaria della PBOC (People’s Bank of China) sembra improvvisamente molto più difficile da interpretare.

La scorsa settimana, la banca centrale della Cina ha deciso di non seguire la Federal Reserve nel rialzo dei tassi. Ciò ha sorpreso i mercati, che invece si aspettavano facesse esattamente questo, aumentando i tassi proprio come aveva fatto le tre volte precedenti. Come dovrebbero dunque interpretare i mercati la decisione della PBoC di non seguire l’aumento di 25 punti base della Fed con un rialzo di 5-10 pb del suo tasso di riferimento (repo-rate interbancario 7D)?

Segnali contrastanti?

L’opinione generale è che la PBoC potrebbe volere un contesto creditizio più rigido per prezzare nuovamente alcuni rischi di credito nel sistema, soprattutto alla luce della recente volatilità delle obbligazioni dei mercati emergenti e dei mercati obbligazionari e dei prestiti cinesi e delle crescenti preoccupazioni circa il credit default.

Tuttavia, ad aprile la PBoC ha tagliato il proprio coefficiente di riserva obbligatoria, cogliendo i mercati alla sprovvista e segnando un ritorno a una posizione di politica monetaria più accomodante. La Banca centrale cinese infatti, dopo questa manovra, è stata piuttosto accomodante nelle sue operazioni di mercato aperto, con frequenti iniezioni nette di denaro per assicurare una disponibilità sufficiente di liquidità.

Questo tipo di confusione tuttavia non è insolito per la Cina – infatti, osservando più attentamente, la decisione della PBOC di non seguire la Fed ha molto senso.

A nostro avviso, il sistema monetario cinese ha raccontato per molto tempo “una storia di due mercati di finanziamento”. Da un lato c’è il mercato dei prestiti ombra (o dei prestiti al di fuori dei bilanci), che è cresciuto notevolmente fino al duro giro di vite iniziato nel 2017. Ciò ha creato rischi e problemi perché il prestito ombra è stato fonte di supporto per diverse società non soggette a controllo statale in Cina, soprattutto per le PMI e le microimprese del paese.

D’altro canto, i prestiti tradizionali delle banche (prestiti bancari) sono rimasti solidi e hanno raggiunto livelli record. Questo è stato determinato dalla PBOC, che ha voluto garantire che questo canale di finanziamento potesse compensare il calo dei prestiti ombra. Tuttavia, i prestiti bancari tendevano a favorire le grandi aziende a controllo statale, in quanto continuavano ad essere i clienti preferiti delle quattro grandi banche commerciali statali.

L’effetto netto è che finora quest’anno la crescita complessiva del credito è rimasta discreta, intorno al 10 – 11% su base annua.

I dati monetari di maggio hanno mostrato una contrazione generale sorprendentemente significativa dei crediti ombra (l’importo complessivo è diminuito di 389 miliardi di renminbi o di 60 miliardi di dollari nel corso del mese), mentre la crescita dei prestiti bancari è rimasta stabile. A nostro avviso, il forte calo dei crediti ombra e il recente aumento dei credit default nazionali sono ampiamente attribuibili all’inasprimento delle norme e dei regolamenti finanziari (attraverso il regolatore bancario, la China Banking Regulatory Commission), che ha portato anche alle cifre deludenti sulla crescita (attività reale) rese note a metà giugno.

Allo stesso tempo, l’attuale RRR della Cina al 16%, resta uno dei più elevati al mondo. Sulla base di questi dati, riteniamo che la banca centrale troverà il modo di ridurre al minimo il duro impatto derivante dalla stretta creditizia indotta dalla nuova regolamentazione con ulteriori tagli al coefficiente di riserva obbligatoria nel secondo semestre del 2018. La sua decisione recente di mantenere una politica sui tassi stabile non seguendo la Fed è un chiaro segnale di questa posizione.

Un taglio dal livello attuale a quello, ad esempio, del 5-6% circa (come si è visto all’inizio degli anni 2000) restituirà al sistema bancario circa 18,5 mila miliardi di renminbi (o 2,9 mila miliardi di dollari) di nuova liquidità. Guardando al futuro, ci aspettiamo che la PBoC si concentrerà maggiormente su un’altra stretta creditizia e cercherà di prevenire ulteriori slittamenti della crescita verso la fine dell’anno. Probabilmente, inoltre, allenterà la propria politica nel prossimo trimestre o giù di lì. Quando lo farà, nessuno dovrebbe stupirsi di vederla non seguire più la Fed.


Anthony Chan – Chief Asia Investment Strategist – Union Bancaire Privée (UBP)