“Incertezza Continua”. La BCE cambia approccio e rimanda l’aumento dei tassi

Salman Ahmed -

Dal meeting della Banca Centrale Europea (BCE) sulla politica monetaria è emerso un atteggiamento accomodante più forte del previsto, anche se è comunque in linea con le nostre attese.

Il forte rallentamento della scancio della crescita economica nell’Eurozona degli ultimi mesi sembra aver spinto la BCE a virare verso un pensiero accomodante, con la Banca che, non solo ha annunciato un nuovo round di prestiti a basso costo per gli istituti di credito, ma ha anche rinviato le tempistiche previste per gli aumenti dei tassi. La Banca Centrale ha inoltre notevolmente ridotto le sue proiezioni economiche. Inoltre, la BCE ha svelato un’altra ondata di Targeted Longer-Term Refinancing Operations (TLTROs) con scadenza biennale che inizierà a settembre 2019 e ha modificato la sua forward guidance sui tassi, rinviando il primo incremento dei tassi alla fine del 2019, in precedenza stimato già per dopo l’estate.

Inoltre, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita e di inflazione della BCE suggerisce che c’è ancora ampio margine di manovra per ulteriori cambiamenti dalla politica monetaria, qualora le condizioni attuali dovessero persistere. Nelle sue previsioni, la BCE ritiene che, nel periodo considerato e nonostante le ultime misure politiche adottate, l’inflazione sarà significativamente al di sotto del target, fattore che evidenzia come l’attuale politica della Banca Centrale non sia in linea con il target d’inflazione preposto.

Di recente, abbiamo notato che le condizioni macroeconomiche dell’Eurozona si stanno deteriorando abbastanza velocemente. Se da un lato riconosciamo l’impatto di alcuni fattori singoli, dall’altro continuiamo a temere la “costante incertezza” alla quale ha fatto riferimento il Presidente della BCE, Mario Draghi, soprattutto per quanto riguarda l’outlook della crescita e dell’inflazione dell’Eurozona. Guardando al futuro, l’elezione del nuovo Presidente del Consiglio Direttivo sarà fondamentale per definire la politica monetaria della BCE. È empiamente riconosciuto che l’arsenale politico a disposizione della Banca Centrale è limitato, soprattutto se dovessimo addentrarci una fase di forte recessione. Infatti, rivedendo le previsione politiche ampiamente al ribasso, la BCE ha già gettando le basi per ulteriore periodo di quantitative easing, qualora il futuro presidente dovesse adottare una politica simile a quella di Draghi.

Implicazioni per gli investimenti: In generale, vista l’attuale ascesa del populismo in tutta Europa, riteniamo che tra le responsabilità politiche della BCE ci sia la riduzione delle probabilità di una recessione. La Banca centrale dovrebbe giustificare ulteriori misure politiche come un’azione necessaria per assicurare il raggiungimento del target inflazionistico nel periodo stimato. Ci aspettiamo forti pressioni al ribasso per i rendimenti dei bond europei, uniti alla spinta accomodante dalla BCE e, quindi riteniamo che assisteremo nuovamente a uno scenario caratterizzato dalla ricerca di rendimenti nei mercati globali degli asset rischiosi.


Salman Ahmed – Chief Investment Strategist – Lombard Odier IM