L’incertezza pesa su imprese, investimenti e crescita

Silvia Dall'Angelo -

Il processo Brexit ci ha regalato l’ennesimo giorno della marmotta ieri sera, poiché il termine per l’uscita è stato rinviato alla fine di ottobre. In teoria, questo dovrebbe dare al Regno Unito abbastanza tempo per riorientare la sua strategia per la Brexit e raggiungere una soluzione.

In pratica, non è chiaro se l’estensione cambierà le posizioni consolidate del governo e dei parlamentari. Il rischio è che un minore senso di urgenza porti ad una situazione di stallo nelle settimane e nei mesi a venire.

L’estensione non fornisce alcuna chiarezza sugli scenari della Brexit per il futuro. È possibile che il governo e il partito di opposizione raggiungano un compromesso su una soft Brexit, compreso l’accordo di uscita di Theresa May e l’impegno per un accordo di unione doganale con l’UE (e/o accesso al mercato unico). La flessibilità prevista dalla proroga – che consente al Regno Unito di uscire prima della nuova scadenza del 31 ottobre se si raggiunge una soluzione in tempi più brevi – crea un incentivo in questa direzione. Tuttavia, le posizioni sono molto distanti e radicate, per cui sembra più probabile che lo stallo proseguirà e sarà necessario un cambiamento più deciso per rompere gli schemi. In particolare, sono possibili una crisi di governo ed elezioni generali anticipate, che riporterebbero il dibattito sulla Brexit al punto di partenza, con tutte le opzioni sul tavolo – compreso il no-deal.

Per il momento, l’unica certezza è che l’estensione significa più incertezza per un periodo più lungo. Ciò continuerà a pesare sulle decisioni delle imprese – in particolare sugli investimenti – che a loro volta si tradurranno in una crescita economica lenta e scarse prospettive di una produttività già depressa.


Silvia Dall’Angelo – Senior Economist – Hermes Investment Management