Il 2018 è stato un anno impegnativo per il mercato assicurativo

Roberto Carli -

Prosegue la stagione delle Relazioni annuali delle Autorità di Vigilanza. E’ stato il turno dell’ IVASS che ha sottolineato come il 2018 sia stato un anno impegnativo per il mercato assicurativo.

Hanno influito la crescente digitalizzazione, le pressioni concorrenziali, l’attuazione della regolamentazione sulla distribuzione dei prodotti assicurativi, l’avvio del processo di adeguamento alle regole nazionali – scaturite da Solvency II , sulla corporate governance delle compagnie. Non vanno poi dimenticate le tensioni nel mercato dei titoli di debito, non ancora sopite. La volatilità dei prezzi delle attività scambiate nei mercati finanziari e dello spread tra i tassi sui titoli pubblici italiani e quelli di altri paesi si è riflessa sui bilanci civilistici e sulla posizione di solvibilità delle imprese assicurative italiane, in particolare di quelle operanti nella gestione vita.

Un sistema solido: dopo il calo registrato a metà dello scorso anno, nella fase di accentuata turbolenza dei mercati, l’indice di solvibilità a livello di mercato, misurato dal rapporto tra i fondi propri e il requisito di capitale per il complesso delle compagnie si è via via stabilizzato nei trimestri successivi: era pari alla fine del 2018 al 222 per cento, quasi 20 punti percentuali in meno rispetto alla fine del 2017 ma ben al di sopra del minimo regolamentare del 100 per cento. Confortano in tal senso i risultati dello stress test sulla resilienza dei mercati assicurativi europei condotto lo scorso anno da EIOPA. I quattro maggiori gruppi italiani che hanno partecipato alla prova, sui 42 complessivamente interessati, sono risultati in grado di sopportare shock particolarmente severi di tipo sia finanziario, sia assicurativo. L’Ivass per fini di vigilanza ha esteso l’esercizio in modo da coprire pressoché il 100 per cento del totale dell’attivo dei gruppi assicurativi aventi come società controllante un’impresa italiana. Ne è emerso un mercato nel complesso solido, anche con riferimento allo scenario ipotetico di un rialzo dei rendimenti connesso con l’allargamento degli spread (scenario yield curve up) che, tra i diversi scenari di stress predisposti dall’EIOPA, è risultato il più pesante in termini di impatto sul requisito di solvibilità per le compagnie italiane, in virtù dell’elevato volume di titoli pubblici italiani che esse detengono (circa 300 miliardi di euro alla fine del 2018).

La redditività in calo: la redditività del settore è in calo ma rimane positiva per il settimo anno consecutivo. La flessione dell’utile è significativa nella gestione vita: il risultato è stato inferiore, seppur di poco, ai 2 miliardi di euro nell’anno appena trascorso, rispetto ai 3,5 del 2017, perlopiù a motivo delle rettifiche di valore sui titoli. La modesta contrazione del risultato della gestione danni – circa 2,2 miliardi, rispetto a 2,4 del 2017 – è in buona parte riconducibile al minor apporto del ramo RC auto.

La raccolta premi: è tornata a crescere la raccolta premi complessiva del mercato nazionale, con un incremento di circa 3 punti percentuali rispetto al 2017. Nella gestione vita la crescita è stata accompagnata da una ricomposizione del portafoglio. I prodotti di ramo I (assicurazioni sulla durata della vita umana) sono cresciuti del 5,5 per cento, dopo due anni di calo; quelli di ramo III (unit e index linked) sono diminuiti del 4,5 per cento. La produzione dei rami danni è cresciuta nel 2018 del 2,3 per cento, rafforzando la variazione positiva del 2017 (+1,2 per cento). La ripresa della raccolta è dovuta prevalentemente ai comparti salute e property. Dopo sei anni consecutivi di flessioni il comparto auto mostra un’inversione di tendenza (+1,1 per cento rispetto al 2017), da ricondurre all’incremento dei premi per garanzie accessorie in presenza di una sostanziale stabilità della raccolta RC auto.

Le tendenze: andando alle tendenze di sviluppo il tema della sotto-assicurazione continua a caratterizzare il nostro mercato in misura maggiore rispetto alla media europea, rendendo i cittadini e le imprese italiane più vulnerabili al materializzarsi di rischi. Si fanno più forti i segnali di interesse, anche da parte di operatori bancari e pubblici, per queste linee di attività; è crescente il ruolo della c.d. bancassurance danni, che negli ultimi anni ha più che raddoppiato la quota di mercato distribuita dal 3,3 per cento del 2012 al 6,7 del 2018 e superato per rilevanza la vendita diretta. Incide l’innovazione tecnologica, che si conferma come uno dei fattori propulsivi dei cambiamenti in atto nelle interazioni tra assicurazioni e clientela. Nella gestione vita, dal confronto europeo emerge un tema di composizione di portafoglio, prosegue l’IVASS Le riserve tecniche connesse a contratti unit e index linked, nei quali il rischio di investimento è in capo agli assicurati, sono arrivate a rappresentare in Italia quasi un quinto del totale del passivo (19 per cento, contro il 14 della Francia e il 7 di Germania e Spagna). La Autorità di Vigilanza rimarca la necessità di una riflessione su questa tendenza, che rischia di allontanare dall’essenza del prodotto assicurativo, è necessaria, alla luce dell’evoluzione delle dinamiche socio-demografiche, per gli inevitabili riflessi sulla domanda di prodotti con finalità previdenziali e di protezione del risparmio, ma anche della crescente concorrenza di grandi gruppi assicurativi a realizzare e commercializzare prodotti su scala europea, disciplinati da legislazioni di singoli paesi dell’Unione. L’IVASS intende allora dare nuovo impulso ai confronti già in corso con l’industria e con il mercato, con l’obiettivo di rivitalizzare le componenti più tipicamente assicurative delle forme di risparmio legate al settore vita.