Draghi prepara il bazooka, ma sparerà a vuoto?

Azad Zangana -

Durante il meeting di ieri, la Banca Centrale Europea ha mantenuto invariati tutti i principali tassi di interesse e le politiche monetarie.

Le crescenti preoccupazioni sulla debolezza del settore manifatturiero e sull’inflazione che continua ad essere contenuta ha spinto diversi membri del consiglio direttivo ad accennare a ulteriori round di easing nei loro discorsi pubblici più recenti. Tuttavia, l’unico reale cambiamento oggi è stato il lieve aggiustamento della forward guidance sui tassi di interesse.

In passato, la guidance della BCE ha suggerito che i tassi di interesse sarebbero rimasti ai livelli attuali almeno fino alla metà del prossimo anno. L’ultima guidance ha aggiunto la possibilità di tassi di interessi più bassi nel corso di questo periodo – una forte indicazione che potremmo assistere anche a un taglio del tasso di deposito.

Il focus si sposterà ora sul prossimo meeting della BCE a settembre, che coincide con anche il prossimo aggiornamento delle previsioni della Banca Centrale. Secondo il Presidente Draghi “…il Consiglio Direttivo è determinato ad agire se le prospettive d’inflazione nel medio termine continuano ad essere inferiori al suo obiettivo, in linea con il suo impegno per la simmetria nell’obiettivo dell’inflazione”.

Di conseguenza, a meno che non si registri un netto rialzo dell’inflazione o qualcosa suggerisca un’imminente accelerata dell’inflazione (un’impennata dei prezzi del petrolio o un forte deprezzamento dell’euro), è molto probabile che la BCE intervenga con altri stimoli.

Il grande interrogativo ora è se tassi di interesse più bassi e un possibile maggior allentamento quantitativo avrebbero un impatto positivo sull’economia reale. Dopotutto, i tassi sui depositi nell’Eurozona sono già negativi e le banche sono piene di liquidità. Ulteriori tagli dei tassi andrebbero a colpire la profittabilità delle banche, il che è improbabile che incentivi ulteriori concessioni di credito. Contemporaneamente, con i rendimenti dei Titoli di Stato vicini ai minimi storici, è difficile giustificare il bisogno di acquistare altri bond.

Più si avvicina la fine del mandato alla Presidenza della Bce, più sembra che Draghi sia intenzionato a uscire con il botto. Ma il Presidente ha ancora il suo bazooka di politica monetaria o è rimasto con una pistola ad acqua in mano? Crediamo che le azioni di Draghi siano francamente volte a impedire che l’euro si apprezzi ulteriormente rispetto al dollaro USA. Sembra però che stia fallendo nel suo tentativo.


Azad Zangana – Senior European Economist and Strategist – Schroders