Trade War destinate a durare fino alle presidenziali USA?

Team Mercati Emergenti - Raiffeisen Capital Management -
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I dati congiunturali della Cina non indicano ancora alcuna radicale svolta in positivo. L’economia è cresciuta solo del 6,2% p.a. nel secondo trimestre, il valore più basso dal 1992. Dopotutto, il commercio al dettaglio e la produzione industriale nel secondo trimestre sono stati superiori alle aspettative, fortemente ridotte.

La maggior parte degli operatori sui mercati finanziari continua a credere che sarà solo una questione di tempo prima che la congiuntura cinese riprenda di nuovo a salire, soprattutto perché a giugno la crescita del credito ha sorpreso verso l’alto. Nel frattempo, il conflitto economico con gli USA sta avendo ripercussioni visibili sugli investitori nazionali e internazionali. Moltissime società americane e in parte anche i loro fornitori cinesi recentemente hanno annunciato il trasferimento della produzione dalla Cina o lo stanno valutando.

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È probabile che gran parte di questi spostamenti rimarrà in essere anche nel caso di un accordo (temporaneo) tra Pechino e Washington. Non è ancora possibile quantificare in modo affidabile in che misura e per quanto tempo questo possa effettivamente pesare sullo sviluppo economico della Cina. Come per prendersi gioco dei sostenitori del conflitto commerciale a Washington, il surplus commerciale della Cina con gli USA è, tuttavia, aumentato in modo sorprendente a giugno, soprattutto grazie al calo delle importazioni dagli USA. Nella prima metà dell’anno è stato molto più alto di quello delle esportazioni (meno 30% contro meno 8%).

Le recenti dichiarazioni provenienti dagli ambienti vicini a Trump rendono più probabile che lo scenario si avveri, cioè che Trump intenda portare avanti il conflitto fino alle elezioni presidenziali.

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Inoltre, il tema offre ai democratici poco margine di manovra, poiché una posizione dura nei confronti della Cina ormai si è affermata come una sorta di consenso a Washington. Trump può presentarsi come un presidente forte e “portabandiera” dell’America e, allo stesso tempo, eliminare abbastanza comodamente eventuali altre questioni spiacevoli. Dopo il forte calo dei corsi di maggio, le azioni cinesi si sono riprese solo timidamente a giugno, rimanendo ben al di sotto della maggior parte degli altri mercati. Le azioni della Cina continentale sono aumentate solo del 3%, le azioni H di Hong Kong comunque di quasi il 5%.