Vanguard: Il 2024 sarà un anno positivo per il reddito fisso

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Siamo in una nuova era per il reddito fisso, una fase in cui le obbligazioni sono tornate a offrire valore. All’interno di un portafoglio diversificato i bond giocano un ruolo importante, ma recentemente hanno attraversato un decennio di rendimenti ai minimi a causa delle politiche monetarie delle banche centrali. Fortunatamente quell’epoca è passata. Oggi i rendimenti sono a livelli che non si vedevano da tempo e, poiché i rendimenti correnti sono un buon indicatore di quelli futuri, le nostre previsioni di rendimento atteso a lungo termine per il reddito fisso sono aumentate. A questo proposito, è importante notare che le obbligazioni di oggi sono caratterizzate da buone cedole che rafforzano i rendimenti e forniscono un flusso costante di reddito, il che significa che gli investitori non hanno bisogno di fare affidamento sull’apprezzamento dei titoli.

Sfide eterogenee

Anche se abbiamo superato il picco, la lotta all’inflazione non è finita e rimangono numerose sfide in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, l’inflazione è stata tenace e la crescita ha resistito sorprendentemente bene nonostante la Fed abbia portato il tasso di policy al 5,5%. Per questo motivo, e per attenuare il rischio di un allentamento troppo rapido delle condizioni finanziarie, non riteniamo che la Fed abbia fretta di tagliare. La nostra ipotesi di base è che rimanga in attesa per tutto l’anno per acquisire maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione sia su un percorso sostenibile verso il 2%. In Europa la visione è diversa, sottolineata dal primo taglio dei tassi della Bce la scorsa settimana. Ciò è dovuto principalmente al fatto che lo scenario macro in Europa è molto diverso da quello degli Stati Uniti: la crescita nell’area dell’euro è stata debole e rimane al di sotto del trend, mentre i progressi sull’inflazione sono stati migliori.

Tassi di inflazione negli Stati Uniti e in Europa

Riguardo la lotta all’inflazione negli Stati Uniti, come da nostra aspettativa, l’ultimo miglio si sta dimostrando il più difficile. Sebbene siano stati compiuti progressi significativi rispetto a due anni fa, con un’economia ancora forte e una crescita dei salari elevata, l’inflazione, in particolare quella dei servizi, resterà probabilmente persistente. L’indice Pce (Personal consumption expenditures) core potrebbe chiudere l’anno intorno al 3%, un valore superiore all’obiettivo della Fed. In Europa, l’inflazione dell’energia, dei prodotti alimentari e dei beni di base si sta attestando il linea con l’obiettivo del 2% della Bce. La dinamica dei servizi ha accelerato negli ultimi mesi, ma si può prevedere un rallentamento verso livelli coerenti con l’obiettivo entro la fine dell’anno. Le previsioni per l’area euro prevedono che l’inflazione headline raggiunga il 2% entro la fine dell’anno, anche se l’inattesa vischiosità dei servizi, l’aumento dei prezzi dell’energia e l’indebolimento dell’euro comportano rischi di rialzo.

Alcuni consigli per gli investitori privati in questo contesto sfidante

È importante che gli investitori rimangano disciplinati e si concentrino su ciò che possono controllare, ossia l’asset allocation. Le obbligazioni sono una parte importante di un portafoglio diversificato, quindi che si tratti di fondi, ETF o indici, gli investitori potrebbero essere spinti a riconsiderare il reddito fisso nei propri portafogli. Gli investitori, poi, non dovrebbero cercare di prevedere le mosse delle banche centrali e la buona notizia è che non è necessario. Gli investitori hanno l’opportunità di bloccare rendimenti interessanti ora e il ritorno del reddito nel reddito fisso è un ottimo cuscinetto contro la volatilità dei prezzi che potremmo vedere nel breve termine.

Governativi o corporate?

I titoli di Stato rappresentano l’investimento con la maggiore qualità e la diversificazione più pura, e in questo momento i loro rendimenti sono molto più interessanti di quanto non fossero nell’ultimo decennio. I corporate bond offrono un potenziale di rendimento e ritorno aggiuntivo rispetto ai governativi, ma questo perché comportano un rischio ulteriore, per cui gli investitori devono essere sicuri di essere compensati per questo. In generale, riteniamo che si possa essere costruttivi sul credito societario. Le valutazioni sono elevate, ma ciò è giustificato: i fondamentali societari sono solidi, il contesto macro e politico è generalmente favorevole e i dati tecnici di mercato sono favorevoli, il che rende il credito societario comunque interessante.

Qual è il giusto peso delle obbligazioni in un portafoglio multi-asset?

Il primo passo è l’asset allocation, l’inclusione delle obbligazioni nel portafoglio. Poi ci sono altri fattori da considerare, come l’orizzonte d’investimento e la tolleranza al rischio dell’investitore, che variano da un investitore all’altro e possono influenzare l’asset allocation. Le soluzioni multi-asset offrono una gamma di diverse allocazioni a reddito fisso e azionarie per soddisfare le esigenze degli investitori in un unico portafoglio. Ad esempio, se un investitore è avverso al rischio o sta per andare in pensione, può optare per la strategia 80% obbligazioni e 20% azioni, o viceversa per l’investitore più tollerante al rischio con un orizzonte temporale più lungo.

Il ruolo delle obbligazioni in un portafoglio multi-asset

Una cosa è chiara: il reddito fisso è una parte importante di un portafoglio diversificato e le obbligazioni sono un efficace strumento di diversificazione rispetto alle azioni. Naturalmente, questo non è valido in ogni singolo istante, ma funziona nel lungo periodo. Certo, il 2022 è stato un anno molto insolito, ma per l’investitore di lungo periodo si tratta di una piccola eccezione. Su periodi più lunghi le obbligazioni sono state una risorsa, con correlazioni negative con le azioni quando era più necessario. Ci piace pensare alle obbligazioni come a un’assicurazione: spesso gli investitori devono pagare per la protezione e la diversificazione rinunciando ai ritorni, ma attualmente possono ottenere rendimenti interessanti e vantaggi di diversificazione nel lungo periodo.