L’inflazione italiana sale a luglio grazie agli effetti di base dell’energia

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Gli effetti base dei beni energetici continuano a determinare il profilo dell’inflazione italiana

L’inflazione aggregata è aumentata leggermente più del previsto, raggiungendo l’1,3% a luglio (dallo 0,8% di giugno), secondo la stima preliminare dell’Istituto Italiano di Statistica. L’aumento è dovuto principalmente all’accelerazione tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati e a un minor calo per i beni energetici non regolamentati. Anche i tabacchi e i servizi ricreativi hanno contribuito a far salire l’inflazione. Tutti questi fattori hanno più che bilanciato la spinta disinflazionistica proveniente dai prodotti alimentari e dai beni durevoli.

L’inflazione di fondo, che esclude l’energia e gli alimenti freschi, è rimasta stabile all’1,9% su base annua e l’inflazione di fondo acquisita per il 2024 si attesta ora al 2%, proprio in linea con l’obiettivo di inflazione della Banca Centrale Europea.

Inflazione ancora in rallentamento per la maggior parte dei beni e in aumento selettivo per i servizi

Un rapido sguardo all’inflazione per tipologia di prodotto mostra che la spinta inflazionistica dei beni (-0,1% da -0,7% di giugno) è stata interamente determinata dalla componente energetica; per i beni durevoli, semidurevoli e non durevoli, l’inflazione annua è decelerata. Per quanto riguarda i servizi, il leggero aumento dell’inflazione (al 3% dal 2,8% di giugno) è stato dovuto principalmente alla componente ricreativa e della cura della persona, forse legata alla stagione estiva. Ciò suggerisce che non c’è stata ancora una spinta su larga scala sui servizi derivante dalle recenti dinamiche salariali.

L’inflazione complessiva sembra destinata a raggiungere il 2% entro la fine dell’anno

I dati di oggi confermano che gli effetti base, principalmente legati ai beni energetici, si dimostrano ancora il principale motore della dinamica dell’inflazione complessiva italiana. Nei prossimi mesi, il temporaneo gap negativo dell’inflazione italiana rispetto ai principali paesi dell’area dell’euro sembra destinato a svanire.

Ci aspettiamo che l’inflazione complessiva torni al 2% nel quarto trimestre del 2024. Per il momento, manteniamo la nostra previsione di un’inflazione media dell’1,2% nel 2024, con un leggero rischio di rialzo se le pressioni salariali dovessero rivelarsi più forti del previsto nei prossimi mesi.