Gli indici di abrdn sulla Cina evidenziano come le condizioni finanziarie fossero in fase di allentamento, anche prima del recente pacchetto di misure di policy easing
Il team di Global Marco Research di abrdn ha pubblicato una ricerca sull’economia cinese che mostra come le misure di policy implementate finora siano già riuscite ad allentare moderatamente le condizioni finanziarie negli ultimi tre mesi, anche prima dell’ultimo pacchetto di misure politiche annunciato a fine settembre.
Mentre i dati economici principali hanno continuato a essere sfidanti ad agosto, l’abrdn China Activity Indicator evidenzia una stabilizzazione nascente. Le condizioni finanziarie restano accomodanti; le policy hanno acquisito ulteriore slancio.
La Cina continua inoltre nel proprio processo di allentamento del contesto monetario e fiscale. L’abrdn Chinese Financial Conditions Index (CFCI) ha registrato un allentamento per il terzo mese consecutivo, passando da 0,43 nel maggio di quest’anno a 0,74, attestandosi a una posizione marginalmente più accomodante. Il settore monetario e quello del credito continuano a costituire un freno al contesto finanziario, in gran parte a causa della debolezza della crescita monetaria, soprattutto la componente M1.
Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist, abrdn, ha commentato:
“L’obiettivo di crescita del 2024 di ‘circa il 5%’ rimane fortemente in bilico, ma l’ultimo pacchetto di stimoli – unito ai segnali che indicavano come la passata politica di allentamento stesse già acquistando trazione – sosterrà la crescita e ridurrà il rischio che la deflazione si consolidi.
Nel complesso, il policy mix orientato verso il lato dell’offerta, che favorisce gli investimenti nelle industrie strategiche rispetto ai consumi, sottintende che sarà difficile scrollarsi di dosso la ‘low- flation’. Ciò detto, per l’anno prossimo ci aspettiamo una crescita annuale del CPI di appena l’1%, al di sotto delle aspettative del consenso, pari all’1,5%”.
Nicholas Yeo, Head of China Equities di abrdn, commenta i risultati degli indici, con un focus sul mercato azionario cinese:
“Ci troviamo in un momento cruciale per l’economia cinese e per il suo mercato azionario, sostenuto dai recenti cambiamenti di politica monetaria negli Stati Uniti. La decisione della Fed statunitense di tagliare i tassi di interesse a settembre rappresenterà un significativo elemento a favore. Si prevede che allenterà la pressione di svalutazione sullo Yuan cinese, rafforzando la capacità delle autorità cinesi di stimolare la crescita economica e migliorare il sentiment. Inoltre, è probabile che una valuta più forte attiri maggiori afflussi di capitale, soprattutto in un momento in cui il posizionamento in Cina è ai minimi, segnando potenzialmente un punto di svolta per i nostri mercati dei capitali. Inoltre, le condizioni di allentamento globale sono pronte a sostenere i consumi, il che rappresenta una manna per la Cina, il più grande esportatore del mondo. C’è un sostanziale scollamento tra le valutazioni e i fondamentali. Attualmente, le valutazioni si trovano a livelli poco impegnativi, nonostante le aziende mostrino una crescita degli utili resiliente. A nostro avviso, dato che le aspettative del mercato propendono per una crescita degli utili a due cifre sia onshore sia offshore nel 2024, gli investitori si troveranno di fronte all’opportunità di accumulare asset cinesi di alta qualità. Molte aziende leader sono scambiate a sconti interessanti e la nostra attenzione si concentra su quelle di alta qualità che stanno conquistando quote di mercato, sia a livello nazionale sia internazionale, che offrono una buona visibilità degli utili e che aumentano sempre più i rendimenti per gli azionisti attraverso buyback e dividendi. In sostanza, il panorama attuale è quello di uno scenario davvero favorevole per gli investimenti in azioni cinesi e rimaniamo ottimisti sulle opportunità che ci attendono”.