PIMCO: Segnali contrastanti – Valutare come i mercati potrebbero reagire alle elezioni americane
Martedì prossimo si terranno le elezioni negli Stati Uniti e i sondaggi indicano che la competizione tra il partito repubblicano e quello democratico sarà molto serrata. Mesi di grande incertezza sul futuro della politica di Washington hanno reso molti investitori nervosi. A questa incertezza si aggiungono le significative oscillazioni dei dati economici statunitensi, gli interrogativi sul ritmo e sulla profondità dei prossimi tagli dei tassi della Fed e gli sviluppi in Medio Oriente e in Cina.
La potenziale volatilità del mercato in vista delle elezioni tiene alcuni investitori in disparte, mentre altri si affidano alle loro convinzioni o speranze sull’esito elettorale. Tuttavia, la ricerca suggerisce che anche una forte convinzione sull’esito delle elezioni o su qualsiasi altro evento potenzialmente in grado di muovere i mercati non si traduce necessariamente in una valutazione accurata delle reazioni del mercato. Piuttosto, gli investitori con la flessibilità necessaria per individuare e dimensionare adeguatamente le opportunità nei mercati incerti possono essere meglio posizionati per trarre vantaggio dalla potenziale incertezza futura.
Le elezioni americane restano competitive
Nella corsa alla Casa Bianca, i sondaggi nazionali indicano un pareggio di fatto, anche se i sondaggi in tutti e sette i principali Stati in bilico (pur rientrando all’interno di un margine di errore) si sono recentemente spostati a favore dell’ex presidente Donald Trump. Egli sembra anche essere in vantaggio con l’early voting nello stato in bilico del Nevada.
Come abbiamo imparato dalle elezioni passate, i sondaggi possono sbagliare in entrambe le direzioni. Potrebbero sottovalutare il sostegno a Trump, come è successo nel 2016 e nel 2020. Oppure potrebbero fraintendere il sostegno alla Vicepresidente Kamala Harris, come hanno fatto con il Presidente democratico Barack Obama durante la sua campagna di rielezione del 2012. Molto dipenderà da quali elettori si presenteranno in massa e da quanto accuratamente la loro partecipazione si rifletterà nei sondaggi.
Inoltre, come ha osservato Josh Clinton, professore di scienze politiche alla Vanderbilt University, in un recente articolo, le differenze nel modo in cui i sondaggisti ponderano le loro ipotesi potrebbero spostare il margine Trump/Harris di ben 8 punti percentuali. In questo ciclo elettorale si sono verificati cambiamenti nei metodi di ponderazione, come ad esempio un maggiore affidamento sul pregresso comportamento dipartecipazione al voto degli intervistati. Ciò potrebbe rendere i sondaggi meno paragonabili ai margini tra Biden e Trump nel 2020.
Entrambi i candidati alla presidenza stanno facendo gli ultimi tentativi per raggiungere la piccolissima percentuale di elettori indecisi nei sette Stati in bilico. Se questi elettori votano in base alla personalità del candidato – quindi facendo riferimento a aspetti come il temperamento, il giudizio e il carattere – o se i diritti riproduttivi rappresentano un fattore decisivo, allora potrebbero benissimo votare per Harris. Tuttavia, se si concentrano maggiormente su questioni politiche come l’inflazione, l’economia e l’immigrazione, i sondaggi indicano che potrebbero orientarsi verso Trump.
Anche la corsa per il Congresso sembra serrata: è improbabile che si verifichi un’elezione schiacciante o una “wave election” a favore di uno dei due partiti. È probabile che il Senato passi a uno stretto controllo repubblicano, che imporrebbe vincoli politici a un’eventuale amministrazione Harris. Per la Camera dei Rappresentanti si tratta di una “close call”. Storicamente, la Camera dei Rappresentanti segue la strada della Casa Bianca durante le elezioni nazionali, cosa che probabilmente accadrà anche in questo ciclo. In ogni caso, qualsiasi partito controlli il Congresso avrà probabilmente solo maggioranze ridotte che, nella maggior parte dei casi, fungeranno da spartiacque per quanto riguarda ciò che nei fatti può essere fatto.
Investire con convinzione non è una cosa semplice
In linea ipotetica, anche se un investitore conoscesse con assoluta certezza l’esito delle elezioni, sarebbe comunque difficile valutare la direzione e l’entità della reazione del mercato. In primo luogo, rimangono molti interrogativi sulle proposte di politica economica e commerciale che i candidati stanno discutendo, compreso il modo in cui queste politiche saranno plasmate e attuate nella pratica e il loro impatto a lungo termine sui mercati. L’efficacia di queste politiche dipenderà anche dalla composizione del Congresso e dalle sentenze dei tribunali in caso di contenzioso sulle politiche presidenziali.
In secondo luogo, è ancora difficile sapere con precisione cosa sia attualmente prezzato nei mercati. I recenti movimenti dei prezzi, che molti osservatori associano al progressivo miglioramento dei sondaggi di Trump, si sono verificati in concomitanza con altri importanti sviluppi, tra cui l’affievolirsi dei timori di recessione negli Stati Uniti a seguito di dati interni più solidi, le maggiori aspettative di un più ampio stimolo fiscale in Cina e gli sviluppi in Medio Oriente.
Questa incertezza si sposa con un’intrigante simulazione di trading chiamata sfida “Crystal Ball”, creata dai partner e dai ricercatori di Elm Wealth. Il gioco prende in considerazione questa domanda: se gli investitori conoscessero magicamente i titoli del Wall Street Journal con un giorno di anticipo, quanto potrebbero guadagnare investendo nell’S&P 500 e nei Treasury USA a 30 anni il giorno successivo?
È emerso che, anche se si hanno a disposizione le informazioni del giorno successivo, la maggior parte delle persone non riesce a fare meglio di un ”testa o croce” (50/50) nel prevedere le reazioni del mercato agli eventi più importanti il giorno dopo l’evento. I ricercatori hanno scoperto che ciò che distingue i buoni giocatori da quelli cattivi non è la loro capacità di prevedere costantemente la direzione del mercato (i movimenti giornalieri possono essere guidati da un numero qualsiasi di fattori idiosincratici o fondamentali), ma piuttosto la loro abilità nel dimensionare le loro posizioni quando si sentono più sicuri.
Le osservazioni della simulazione Crystal Ball coincidono anche con eventi di mercato rilevanti accaduti in passato. Se consideriamo in particolare le otto elezioni presidenziali dal 1992 al 2020, scopriamo che per i rendimenti obbligazionari e azionari, il risultato della performance di mercato un mese prima delle elezioni non è stato un buon indicatore della performance di mercato il mese successivo (il 50% delle volte i mercati hanno subito un ritracciamento). Tuttavia, la reazione del mercato a un giorno o addirittura a una settimana dopo l’Election Day è stata in qualche modo un migliore indicatore per i rendimenti a un anno, con i rendimenti obbligazionari che tendevano a ritracciare la reazione a un giorno circa il 60% delle volte e i rendimenti azionari che avevano un’indicazione simile sugli orizzonti temporali di una settimana e un anno circa il 75% delle volte.
Qual è la conclusione?
I movimenti di mercato in occasione delle elezioni possono essere volatili e difficili da prevedere. Tuttavia, anche in presenza di un significativo disaccordo e di incertezza sia sull’esito elettorale sia sulle reazioni del mercato, la conclusione è che, alla luce della potenziale volatilità dell’evento (insieme ad altre incertezze macroeconomiche e geopolitiche in grado di turbare i mercati), gli investitori potrebbero voler privilegiare la cautela e la flessibilità. Possono puntare alle opportunità ad alta convinzione che si presentano, pur rimanendo consapevoli dei rischi. L’incertezza, la potenziale volatilità e la dispersione delle prospettive delle principali economie mondiali dovrebbero favorire un ambiente favorevole per gli investitori nel reddito fisso.