Quali sono gli scenari futuri della supply chain? I risultati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano e REMIRA Italia

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La ricerca ha preso in esame le risposte di 144 tra CIO, Executive IT, Innovation
Manager e Responsabili R&D di aziende operanti in Italia di diverse dimensioni per
indagare il legame tra le trasformazioni globali delle supply chain, le esigenze di
pianificazione che ne discendono e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie di

Information Technology e Operational Technology in Italia.
● Misurazione delle prestazioni: più dell’80% dichiara di utilizzare specifici KPI per la
valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della supply chain, tuttavia solo un terzo
delle imprese adotta un sistema di monitoraggio completo e sistematico,
comunicando i risultati con i principali attori coinvolti della filiera.
● Percezione dell’importanza della pianificazione: la maggioranza delle aziende
attribuisce grande importanza nella predisposizione di ruoli dedicati alla
pianificazione della supply chain all’interno del team di lavoro. In generale si osserva
una differenza poco marcata tra le PMI (25%) e le grandi imprese (24%) che non
hanno ancora introdotto queste figure, ma hanno intenzione di farlo.
● Prevenzione del rischio: nonostante l’incertezza a cui le imprese sono sottoposte in
questo mutevole scenario economico e geopolitico, il 42% dichiara di non prevedere
alcun processo strutturato per la gestione del rischio e 1 azienda su 2 non attua                                                                                                alcun tipo di processo di revisione della supply chain.

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In Italia, le aziende dimostrano una mancanza di cultura e sensibilità
riguardo l’adozione di strumenti digitali avanzati per la pianificazione della supply
chain; la maggior parte di esse, infatti, continua a operare manualmente su fogli di
calcolo. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio Supply Chain Planning del
Politecnico di Milano, in partnership con REMIRA Italia (remira.com/it/), azienda
specializzata nell’offerta di soluzioni software avanzate per la gestione della supply chain,
che ha l’obiettivo di indagare il legame tra le trasformazioni globali delle supply chain, le
esigenze di pianificazione che ne discendono e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie
di Information Technology e Operational Technology in Italia.

La prima edizione dell’Osservatorio Supply Chain Planning si è conclusa con il convegno
finale del 26 settembre 2024 nell’Aula Magna del Politecnico di Milano, accompagnato da
diverse testimonianze e panel di discussione a cui ha partecipato Matteo Sgatti, Regional
Sales Manager di REMIRA Italia. La ricerca ha preso in esame le risposte di 144 tra CIO,
Executive IT, Innovation Manager e Responsabili R&D di aziende operanti in Italia di diverse
dimensioni che utilizzano risorse e tecnologie per produrre beni finiti destinati al consumo o
ad uso finale.

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Lo stato dell’arte dei processi di supply chain planning in Italia

La misurazione delle prestazioni della supply chain viene percepita come essenziale dalle
imprese italiane: più dell’80% dichiara di utilizzare specifici KPI per la valutazione
dell’efficacia e dell’efficienza della supply chain (tra cui puntualità, completezza, costo
delle penali, valore dei danneggiamenti), tuttavia solo un terzo delle imprese misura un
numero sufficientemente completo di KPI tecnici ed economici.

Questi dati testimoniano un limitato grado di maturità della maggior parte delle imprese
italiane nella conoscenza dello “stato di salute” delle proprie supply chain e nell’adozione di
strumenti tecnologici adeguati che permettano di raccogliere dati e, successivamente,
interpretarli a supporto alle decisioni strategiche.

Consapevoli – forse – di queste lacune, la maggioranza delle aziende attribuisce grande
importanza nella predisposizione di ruoli dedicati alla pianificazione della supply chain
all’interno del team di lavoro. In generale si osserva una differenza poco marcata tra le
PMI (25%) e le grandi imprese (24%), il che indica una crescente percezione
dell’importanza della pianificazione della catena di fornitura e della gestione del
cambiamento tra tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione.

Il ruolo delle tecnologie digitali per la pianificazione

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Supply Chain Planning, le aziende italiane
dimostrano una mancanza di cultura del dato e sensibilità riguardo l’adozione di
strumenti digitali avanzati per la pianificazione dei processi della supply chain. La
maggior parte, infatti, non adotta strumenti che da tempo sono disponibili a supporto della
digitalizzazione della catena di fornitura (come gli APS, Advanced Planning e Scheduling),
ma continua a operare manualmente su fogli di calcolo basati su dati disponibili solo per
ciascun reparto e senza una visione d’insieme, impedendo quindi il dialogo tra le varie
business unit.

“Dai dati dell’Osservatorio emerge chiaramente che la difficoltà nell’adozione di soluzioni
tecnologiche avanzate per la supply chain deriva da una combinazione di fattori culturali e
strutturali. Molte aziende, soprattutto in Italia, tendono a essere conservatrici nelle loro
operazioni, preferendo strumenti già conosciuti e utilizzati da anni, come i fogli di calcolo.
Inoltre, l’implementazione di nuove tecnologie richiede, oltre a investimenti significativi in
formazione e risorse, un cambio di mentalità organizzativa e un forte mandato da parte del
management. Anche all’estero, la resistenza è legata al timore di interrompere processi
consolidati, sottovalutando l’impatto positivo a lungo termine che una digitalizzazione
integrata potrebbe avere sull’efficienza e sulla competitività” afferma Matteo Sgatti,
Regional Sales Manager di REMIRA Italia.

L’identificazione del rischio e i processi di revisione e riprogettazione nelle supply
chain italiane

Nonostante l’incertezza a cui le imprese sono sottoposte in questo mutevole scenario
economico e geopolitico, il 42% dichiara di non prevedere alcun processo strutturato
per la gestione del rischio e 1 azienda su 2 non attua alcun tipo di processo di
revisione della supply chain, ma fa affidamento solo sull’esperienza dei dirigenti.
Questo approccio risulta essere fortemente limitativo, per il fatto che non si è in grado di
gestire o prevenire fenomeni di rischio complessi che non si sono mai verificati in
precedenza, oltre ad essere totalmente subordinato dalle decisioni di chi ha responsabilità
dirigenziali.

“Rispetto al passato, oggi esiste una vasta gamma di strumenti tecnologici che permettono
risultati tangibili e immediati nella gestione della supply chain. Questi sistemi avanzati sono
in grado di integrare a livello informatico i vari reparti aziendali, consentendo una visione
unica e centralizzata dei dati, che migliora la pianificazione e la reattività del business. È
fondamentale, però, che il management adotti un approccio proattivo poiché l’efficacia di
queste soluzioni dipende dalla volontà di investire in queste tecnologie capaci di portare
benefici concreti. Il cambio culturale all’interno delle aziende è cruciale: solo comprendendo
appieno il valore della tecnologia se ne potrà accelerare l’adozione. In questo contesto,
anche il supporto da parte di partner tecnologici affidabili diventa strategico, perché può
guidare le imprese nel percorso verso una digitalizzazione integrata e sostenibile” afferma
Matteo Sgatti.