Commento al rapporto sull’inflazione USA

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– Cosa è successo: Il rapporto di novembre ha mostrato, come previsto, che l’indice core dei prezzi al consumo (CPI), che misura il costo della vita per la persona media escludendo le categorie più volatili dell’energia e degli alimenti, è aumentato dello 0,31% mese su mese (m/m). Si tratta del quarto dato mensile consecutivo dello 0,3% m/m, un andamento dell’inflazione che non è in linea con l’obiettivo d’inflazione della Fed. Tuttavia, a nostro avviso, i dettagli sono migliori questo mese: le categorie dei beni core sono rimaste stabili, riflettendo un mix di interferenze di fondo dovute alla stagionalità dei prezzi nel periodo degli acquisti natalizie all’uragano, mentre i prezzi dei servizi di base più vischiosi, in particolare i prezzi degli alloggi, hanno continuato a diminuire.

– Cosa significa: Questo rapporto non ha cambiato le nostre previsioni per un’inflazione di due punti e qualcosa l’anno prossimo, poiché un mercato del lavoro equilibrato e una crescita della produttività ancora robusta continuano a mantenere l’inflazione in graduale progresso verso l’obiettivo. Detto ciò, il programma di politica commerciale dell’amministrazione Trump pone dei rischi e potrebbe ritardare un ritorno più completo al 2%.

– Cosa succederà: Il rapporto sulle buste paga della scorsa settimana e il rapporto sul CPI di ieri hanno confermato le nostre aspettative secondo cui la Fed probabilmente effettuerà un altro taglio dei tassi di 25 punti base la prossima settimana, rivedendo al contempo al rialzo le proprie previsioni sulla traiettoria dei tassi, in vista di un ritmo più lento di tagli il prossimo anno. I funzionari della Fed vogliono continuare a normalizzare la politica monetaria, ma con la buona tenuta del mercato del lavoro e l’inflazione complessiva moderatamente lenta – per non parlare della possibilità di dazi – non hanno bisogno di avere così tanta fretta.