L’india riappare sul radar degli investitori in virtù di un miglior allineamento commerciale con gli Stati Uniti

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Nel 2024, gli scambi bilaterali tra gli Stati Uniti e India hanno superato i 129 miliardi di dollari, con un surplus di oltre 45 miliardi di dollari per l’India.

In occasione di una recente dichiarazione, Modi, che si è affrettato a sottolineare un rapporto “forte e personale” con Trump, ha adottato un tono conciliante e ha definito la visita un’opportunità “per consolidare i successi della nostra collaborazione durante il suo (di Trump) primo mandato”.

I legami commerciali tra Stati Uniti e India sono cresciuti costantemente nell’ultimo decennio, con Washington che vede sempre più il subcontinente come un’opportunità per controbilanciare la crescente influenza regionale della Cina. Con la reciprocità che diventa un tema centrale nei negoziati durante l’era Trump 2.0, gli investitori globali sono attivamente alla ricerca di indizi su elementi politici favorevoli e stanno valutando fino a che punto i leader stranieri potrebbero essere disposti ad allinearsi alle priorità di Trump.

In una recente iniziativa per compiacere Trump, Modi ha promesso di collaborare con gli Stati Uniti per rimpatriare circa 18.000 immigrati indiani irregolari che vivono nel paese. Secondo il Pew Research Center, negli Stati Uniti risiedono circa 725.000 immigrati illegali provenienti dall’India.

Modi, che ha espresso con convinzione l’obiettivo ambizioso di trasformare l’India in una nazione sviluppata entro il 2047, cercherà di ripristinare lo status commerciale preferenziale con gli Stati Uniti di cui l’India ha beneficiato fino a cinque anni fa, allo scadere di un importante programma commerciale, il Sistema di Preferenze Generalizzate.

Gli sforzi compiuti dall’India in un’ottica di inclusione finanziaria e innovazione fintech ci sembrano favorire i settori finanziario, tecnologico e dei beni di consumo discrezionali, i tre settori con il maggior peso nell’indice BSE 200. La crescita stagnante del credito e l’elevata disoccupazione giovanile continuano a rappresentare delle sfide per l’economia. Tuttavia, il budget del paese per il 2025 include tagli fiscali e altre riforme che dovrebbero stimolare la crescita e attrarre investimenti. Anche le valutazioni azionarie sono ora al di sotto delle loro medie a lungo termine. Nonostante la volatilità a breve termine, con un rapporto prezzo/utile attuale di 22x, riteniamo che gli investitori possano trovarsi di fronte a un mercato indiano con una valutazione più interessante oggi che in qualsiasi altro momento da quando si sono tenute le elezioni generali lo scorso giugno.

Al contrario, secondo la nostra analisi, le valutazioni delle azioni statunitensi sembrano attualmente sopravvalutate. Pur non avendo ancora raggiunto i livelli visti durante il boom delle “dot-com”, la minaccia dell’inflazione potrebbe smorzare l’ottimismo del mercato. Riteniamo che una più ampia esposizione internazionale, comprese le allocazioni in India, possa contribuire a mitigare la volatilità e a creare un ambiente di investimento più stabile.

Da parte sua, anche l’India ha rafforzato la produzione interna orientata all’esportazione, assicurandosi attivamente numerosi nuovi accordi di libero scambio (FTA) che escludono gli Stati Uniti. Tra questi figurano FTA con gli Emirati Arabi Uniti, l’Australia e l’Associazione europea di libero scambio (EFTA). Il governo indiano è inoltre in trattativa con il Regno Unito, l’Oman e l’Unione Europea. Alcuni economisti prevedono che l’economia indiana otterrà significativi vantaggi da questi accordi di libero scambio, con previsioni che suggeriscono che gli investimenti diretti esteri (IDE) potrebbero aumentare, poiché gli investitori sono attratti da un migliore accesso al mercato e da una maggiore integrazione, nonché da un ambiente più competitivo. Un accordo tra l’India e i paesi dell’EFTA, ad esempio, promette 100 miliardi di dollari di investimenti diretti esteri nel paese nell’arco di 15 anni.

Considerando che sia gli Stati Uniti che l’India sono motivati a smorzare la Nuova via della seta cinese (che mira a migliorare l’integrazione regionale, aumentare il commercio e stimolare la crescita economica collegando l’Asia con l’Africa e l’Europa tramite reti terrestri e marittime), riteniamo che continuino a esserci forti incentivi che dovrebbero avvantaggiare l’India, la nazione più popolosa del continente asiatico.