NS Partners: Le big tech cinesi sfidano i Mag 7
Negli ultimi anni, giganti tecnologici cinesi come Baidu, Alibaba, Tencent e Xiaomi (BATX) hanno ampliato la loro influenza, sfidando sempre più le controparti statunitensi in settori chiave come AI, e-commerce e cloud computing. Un recente sviluppo di questa competizione è stato l’emergere di DeepSeek, una startup cinese che, con il suo chatbot R1, ha mostrato performance comparabili ai modelli avanzati statunitensi, sfidando l’idea che il progresso nell’AI richieda investimenti miliardari.
Questa innovazione ha acceso un nuovo interesse per il settore tecnologico cinese, riflettendosi nei mercati azionari: nel 2024, l’Hang Seng Index è salito del 24,80% e il CSI 300 del 19,80%, mentre il Nasdaq 100 ha sovraperformato con un +28,02%. Tuttavia, nel 2025 si è verificata un’inversione: l’Hang Seng Tech Index è entrato in un mercato rialzista con un +26% da inizio anno, mentre il Nasdaq 100 ha registrato solo un +5,48%, con i Magnifici 7 in netta sottoperformance (+0,97%).
La crescita del comparto tech cinese è stata favorita dal rinnovato interesse degli investitori esteri e dalla necessità di innovare a fronte delle restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip avanzati. Questo ha spinto le aziende cinesi a sviluppare soluzioni alternative, come i modelli “mixture-of-experts”, per massimizzare le performance con risorse limitate. Le tensioni tra Washington e Pechino si sono intensificate: gli Stati Uniti hanno avviato indagini su DeepSeek, proposto restrizioni legislative e imposto divieti nel settore della difesa, mentre OpenAI ha accusato la startup cinese di violazione della proprietà intellettuale.
Tuttavia, le misure restrittive sembrano aver accelerato l’innovazione locale anziché rallentarla. Per gli investitori, la sfida ora è valutare la capacità delle aziende cinesi di monetizzare queste innovazioni e la possibile reazione di Washington, che potrebbe rafforzare i controlli su export e investimenti. La performance divergente tra i mercati asiatici e quelli statunitensi segnala un riequilibrio delle aspettative, con implicazioni chiave per il posizionamento strategico nei portafogli globali.