La Fed prende tempo, ma l’incertezza pesa sul futuro
Come ampiamente previsto, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse invariati per la terza volta consecutiva, senza fornire alcuna certezza sulle tempistiche dei potenziali tagli. Se, da un lato, ci si aspetta che i nuovi dazi spingeranno l’inflazione verso l’alto, dall’altro potrebbero essere compensati da un rallentamento dell’economia. I dati sulla disoccupazione, un indicatore chiave dell’andamento dell’economia, sono fermi al 4,2% per ora, ma un eventuale indebolimento potrebbe indurre la Fed a reagire.
La preoccupazione maggiore per gli investitori è il rischio di una stagflazione, ovvero il rallentamento della crescita e l’aumento dell’inflazione.
È improbabile che la Fed si impegni in un percorso di riduzione dei tassi prima dell’8 luglio, quando cioè sono attesi scadere i 90 giorni di pausa dalle nuove tariffe. Ad oggi gran parte dell’incertezza non si è ancora trasmessa all’economia reale e, sebbene vi siano segnalazioni di carenza di scorte, non si è ancora verificata un’influenza materiale sui prezzi al consumo. I prossimi dati macroeconomici e soprattutto quelli relativi all’inflazione saranno fondamentali per definire le prospettive della Fed.