Accenture: L’Euro Digitale è un’infrastruttura strategica

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L’Euro Digitale non è soltanto una nuova tecnologia o un’evoluzione dei mezzi di pagamento: è il primo vero passo verso un sistema bancario europeo più moderno, resiliente e sovrano. Questa la posizione di Accenture, che, in considerazione delle recenti spinte della BCE verso la sua implementazione, ha identificato e analizzato sei principali aree di impatto, mostrando come l’integrazione dell’Euro Digitale non sia soltanto una questione tecnologica o finanziaria, ma abbia a che fare con diverse aree di business. La svolta comporterà una trasformazione strutturale destinata a incidere profondamente sull’intero ecosistema finanziario e a investire in pieno anche le banche italiane, chiamate a ripensare i propri modelli operativi, tecnologici e strategici.

«L’Euro Digitale nasce con una missione chiara: rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nei pagamenti, garantendo a cittadini e imprese una soluzione sicura, gratuita e accessibile. La sua implementazione creerà il primo vero circuito di pagamento europeo alternativo ai player statunitensi» afferma Giorgio Coppola, Responsabile Strategy & Consulting Banking Industry di Accenture per Italia, Centro Europa e Grecia.

«Nell’attuale contesto geopolitico, segnato dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina e dalle crisi in Medio Oriente ed Europa orientale, l’Europa si trova, infatti, in una posizione di vulnerabilità a causa della dipendenza da infrastrutture di pagamento e tecnologie non europee. L’Euro Digitale è quindi un presidio di stabilità, uno strumento per promuovere la concorrenza, ridurre le commissioni, stimolare l’innovazione degli attori europei e difendere il ruolo dell’euro in un contesto globale sempre più competitivo».

Secondo Accenture, rafforzare la sovranità monetaria non è quindi un’opzione, ma una necessità e l’adozione dell’Euro Digitale permetterà all’Unione Europea di rafforzare la propria autonomia strategica, garantendo pagamenti sicuri, moderni e inclusivi.

Seguendo con grande attenzione il progetto, Accenture ha previsto un impatto significativo nei seguenti ambiti, che evidenziano sia sfide che grandi potenzialità di questo cambiamento:

Integrazione dei canali online/offline – La portata del cambiamento è innanzitutto evidente dalla necessità di maggior “dialogo” tra infrastrutture digitali e fisiche: l’introduzione dell’Euro Digitale comporterà l’integrazione dei digital wallet digitali nelle applicazioni mobile e l’abilitazione degli sportelli ATM all’uso di smart card e dispositivi NFC. Inoltre, tutto il sistema dovrà essere connesso costantemente alla piattaforma pan-europea della BCE (la Digital Euro Service Platform – DESP), adottando architetture operative in grado di funzionare in tempo reale, 24 ore su 24, anche in assenza di connessione.

Nuovi modelli operativi – Affinché il modello dell’Euro Digitale possa consentire pagamenti istantanei e un’interazione diretta con la Banca Centrale, le banche italiane dovranno implementare strutture operative capaci di funzionare 24 ore su 24 e in tutti i giorni dell’anno. Per fare ciò, dovranno quindi rivedere i processi di gestione della liquidità in tempo reale e organizzare team e risorse per supportare nuovi scenari di pagamento, incluse le modalità offline.

Sfide per i modelli di business tradizionali – Le banche italiane dovranno affrontare nuove sfide legate alla gestione dei depositi, all’erosione dei margini e alla ridefinizione dei propri modelli di servizio. Infatti, dal punto di vista del conto economico, l’introduzione dell’Euro Digitale comporterà una probabile riduzione delle entrate legate alle commissioni sui pagamenti tradizionali e una possibile migrazione dei depositi dai conti correnti bancari ai wallet digitali, con impatti sul costo della raccolta e sulla capacità di erogare credito.

Nuove opportunità di innovazione – L’Euro Digitale non comporterà solo sfide per le banche italiane, ma costituirà anche una leva per innovare, ripensando la propria strategia sui pagamenti. Infatti, aprirà nuove opportunità di ricavo legate alla gestione dei flussi e all’identificazione di servizi a valore aggiunto per consumatori e imprese. Questo porterà allo sviluppo e alla diffusione di nuovi modelli di business basati sull’identità digitale e nuovi casi d’uso, dai pagamenti condizionati alle transazioni tra dispositivi.

Risorse – Le sfide a livello business riguarderanno principalmente le risorse: il sistema bancario italiano ha risorse limitate, in particolare lato IT, e la complessità introdotta dall’Euro Digitale rischia di assorbire capacità preziose. È quindi fondamentale per le banche pianificare fin da ora, per evitare che l’Euro Digitale sottragga energia e budget ad altre iniziative strategiche.

Governance – Le banche dovranno ridisegnare la propria governance, allineandosi alle regole fissate dalla BCE e collaborando in modo coordinato con partner esterni, fornitori di tecnologia e organismi regolatori. La governance dovrà garantire non solo compliance, ma anche velocità di esecuzione, scalabilità e capacità di adattamento.

Tuttavia, il tempo per prepararsi è limitato. Entro la seconda metà del 2025 è prevista la pubblicazione del Rulebook definitivo da parte della BCE. Dal 2026 inizieranno le fasi di test e preparazione, mentre il primo rollout è atteso nel 2029. Chi vorrà farsi trovare pronto dovrà iniziare oggi a costruire una roadmap chiara, ad allocare risorse dedicate e a stringere partnership strategiche.

«L’Euro Digitale offre la possibilità di ridefinire l’identità digitale delle banche italiane e di rafforzare la loro centralità nell’economia europea del futuro. Questa è una finestra di trasformazione unica, ma, per coglierla, bisogna agire ora. Le banche che sapranno muoversi per prime, con visione e determinazione, avranno l’opportunità di conquistare un ruolo di leadership nel nuovo scenario europeo dei pagamenti», conclude Coppola.