Il 2017 delle convertibili e il rinnovato interesse degli investitori

Nicolas Delrue -

Nei mesi scorsi, la Fed ha iniziato a gettare le basi per la normalizzazione della propria politica monetaria, che prevede una graduale rimozione delle misure non convenzionali (tra cui il quantitative easing) da parte delle Banche centrali dei Paesi avanzati. La conseguente tendenza al rialzo dei tassi di interesse, insieme alla buona performance dei mercati azionari, crea un contesto altamente positivo per i bond convertibili, consentendo loro di guadagnare nuovamente terreno.

Alla luce del trend rialzista che sta interessando i tassi di interesse, le aziende stanno tenendo in crescente considerazione nella propria strategia di finanziamento gli strumenti convertibili, come dimostrato dall’attuale forte dinamismo dell’attività primaria di questi strumenti nel mercato statunitense. Da un punto di vista aziendale, infatti, i coupon inferiori offerti dalle convertibili – dovuti all’opzione di conversione implicita – rappresentano un punto di forza di questa asset class. Inoltre, per le società, tali obbligazioni rappresentano un’opportunità per diversificare la propria base di investitori.

Al di là delle cifre di emissione, ci sono delle dinamiche che risultano decisamente appetibili. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una gestione attiva del debito da parte di emittenti esistenti, che hanno emesso nuove offerte di obbligazioni convertibili e, a volte, utilizzato i ricavi per riacquistare titoli precedenti emessi (ad esempio STMicroelectronics, Deutsche Wohnen). Oltre a creare interessanti opportunità in termini di valutazione sul mercato secondario, questo consente ai gestori di spostare la propria esposizione su titoli conviction verso titoli convertibili più bilanciati, e quindi più convessi. Vale anche la pena ricordare – in questo scenario – il miglioramento complessivo della qualità dell’universo creditizio, riscontrato negli ultimi anni. Ad oggi, il 42% del valore di mercato delle convertibili europee si qualifica come investment grade, contro un 25% di soli due anni fa.

Le premesse di un’inversione in materia di andamento dei flussi registrata dai fondi convertibili quest’anno rispetto al 2016, suggeriscono che questa asset class stia beneficiando anche di un rinnovato interesse da parte degli investitori, che apprezzano la loro natura convessa e il comportamento che questi titoli hanno storicamente dimostrato in periodi di rialzo dei tassi di interesse. Per i sottoscrittori, i titoli convertibili sono anche un modo per poter accedere a una rara combinazione: la volatilità di lungo periodo, e questo attraverso l’opzione call intrinseca a lungo termine sul titolo della società emittente; una caratteristica di “long optionality” che li distingue dalle opzioni call sui singoli titoli, che solitamente presentano scadenze più brevi.


Nicolas Delrue – Head of Investment Specialists & Convertible Bond Investment Specialist – Union Bancaire Privée (UBP)