Carmignac – Outlook 2018

Sandra Crowl -

Per il 2018 siamo ottimisti sia sull’Europa che sui mercati emergenti, dove i cicli economici stanno superando le fasi iniziali e dovrebbero restare solidi grazie al commercio globale, ai bassi livelli di inflazione e ai gap in termini di produzione, che sono ancora buoni.

Al contrario, stiamo assistendo a un’economia statunitense in stadio avanzato, se escludiamo gli effetti a breve temine dovuti alla recente rendicontazione delle scorte e alla domanda legata alla ricostruzione del post uragano Harvey.

Venendo alla buone notizie, la prima potrebbe essere il sostegno che le riforme governative supply-side potrebbero dare nella risoluzione di problemi strutturali in alcune aree cruciali, come ad esempio Europa, India e Cina. La seconda è rappresentata dal fatto che gli attuali rischi geopolitici – che in Medio Oriente sono ancora in secondo piano, mentre in Corea del Nord sono al centro della scena – possano essere risolti grazie all’intensificazione delle negoziazioni.

Infine, tra le principali fonti di rischio, vediamo le sopravvalutazioni e l’indebitamento dei mercati dei Titoli di Stato core, in particolare negli Stati Uniti e in Germania, e la riduzione della liquidità da parte della Banca Centrale a fronte di elevate valutazioni dei prezzi.

Per quanto riguarda i mercati azionari, le fonti di alpha continueranno a essere presenti nei settori dei mercati emergenti con una minor penetrazione, come ad esempio le banche in Argentina e il comparto innovazioni nel settore dell’intelligenza artificiale in Cina. Nei mercati sviluppati, e in particolare in Europa, l’alpha genererà opportunità in settori in via di consolidamento, caratterizzati da una crescita trainata dall’economia domestica – come le compagnie aeree low cost – così come nei settori dei servizi alle imprese e dei beni di consumo voluttuari, sempre ponendo attenzione al fatto che quest’ultimo è particolarmente influenzato dal trend rialzista dell’Euro.

Al momento riteniamo che il settore che presenta il maggior rischio siano i titoli esposti al ciclo economico statunitense, nel caso in cui il piano di riforme fiscali dell’amministrazione Trump disattendesse le aspettative, e in particolare nella seconda metà dell’anno, ovvero quando avremo minori livelli di volatilità.

Nel reddito fisso, i mercati obbligazionari core sono sopravvalutati e, di conseguenza, stimiamo che la riduzione del Bilancio della Fed, il cui impatto sarà visibile principalmente nella seconda metà dell’anno, avrà un effetto negativo per i prezzi delle obbligazioni.
Nel vecchio continente i tassi a breve scadenza resteranno stabili fino al 2019 per effetto della politica monetaria della BCE. Infatti, le curve europee potrebbero irrigidirsi ulteriormente, a mano a mano che la BCE porterà avanti il quantitative tightening. Negli Stati Uniti, invece, stimiamo un ulteriore appiattimento della curva, visto lo stadio avanzato dell’economia, e un possibile calo della spesa dei consumatori e degli investimenti nel 2018.


Sandra Crowl – Membro del Comitato Investimenti – Carmignac