Il Governo ritiene necessario dare priorità alla discussione sulla sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani

Roberto Carli -

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Si è concluso il percorso di confronto tra Governo e Sindacati sul delicatissimo tema delle pensioni senza conseguire però un consenso unanime alle proposte dell’Esecutivo da parte di CGIL (critica), Cisl (favorevole), Uil (cautamente favorevole) .

L’obiettivo dell’Esecutivo, come sottolineato dal Premier Gentiloni, era quello di realizzare una condivisione ampia su un emendamento contenente uno specifico “pacchetto previdenza” da presentare entro venerdì al disegno di Legge di bilancio all’esame del Parlamento.

L’”appoggio” delle sigle confederali avrebbe avuto una duplice valenza. Sul fronte interno il sostegno delle parti sociali avrebbe “corazzato” il correttivo da possibili “assalti alla diligenza” sul fronte parlamentare considerando la possibile ricerca del consenso elettorale in vista delle ormai imminenti consultazioni.

Sul versante internazionale, considerando anche le fibrillazioni in corso sull’asse Roma-Bruxelles sulla nostra manovra e sui margini di “flessibilità” in termini di finanza pubblica, sarebbe stato importante trasmettere l’immagine di un Paese che coltiva e pratica il “dialogo sociale”.

Nell’ultimo incontro del 21 novembre a Palazzo Chigi ha ulteriormente affinato le proprie proposte. Si è partiti, parafrasando Massimo Troisi, “ricominciando da due”, vale a dire le due proposte con cui era stato arricchito il pacchetto previdenza nella riunione di sabato scorso in cui il Governo aveva proposto uno specifico addendum.

Il primo tassello contemplava l’estensione delle esenzioni all’innalzamento automatico dell’età pensionabile per effetto dell’andamento della speranza di vita delle 15 categorie definite gravose ( le 11 categorie dell’ Ape social più le 4 aggiuntive (lavoratori che prestano servizio presso impianti siderurgici, i braccianti agricoli, i lavoratori marittimi e i pescatori) non solo alle pensioni di vecchiaia ma anche alla pensione anticipata, esentandole quindi dai nuovi requisiti che dal 2019 diventeranno 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. Secondo tassello era costituito dalla istituzione di un fondo per i potenziali risparmi di spesa con l’obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell’APE Sociale . Nell’addendum era poi inserito un ulteriore correttivo costituito dalla introduzione di un “tetto” di 3 mesi, nell’ambito della già proposta revisione del meccanismo di calcolo della indicizzazione dal 2021, per ogni futuro rialzo. Se si dovesse registrare un incremento superiore, sarebbe riassorbito nell’adeguamento successivo.

Il Governo ha arricchito nell’ultimo incontro il proprio “pacchetto”. Per quel che riguarda i lavori usuranti ha “aperto” la interpretazione dei siderurgici considerando anche i lavoratori di prima e seconda fusione e del vetro addetti ai lavori ad alte temperature non già ricompresi tra gli usuranti.

Conferma poi la creazione di un fondo ad hoc per prorogare l’Ape social, rendendola strutturale dopo la sperimentazione prevista fino al 2018. Si impegna ancora a riconoscere ulteriori benefici per le donne (superiori allo sconto di sei mesi per ogni figlio sui requisiti contributivi per l’Ape sociale entro un massimo di due anni già indicati dal Governo nella Legge di Bilancio).

Per quel che riguarda le proposte Commissioni sulle aspettative di vita e sulla separazione assistenza- previdenza si prevede esplicitamente la partecipazione delle parti sociali.

Come ha sottolineato poi il Ministro Poletti nel documento conclusivo vi è una importante dichiarazione di volontà per mantenere aperta la riflessione sulla situazione previdenziale dei giovani e sulle donne, due temi su cui si vuole mantenere aperta una possibilità di dialogo e di riflessione. In particolare l’Esecutivo condivide la necessità di proseguire il dialogo con i sindacati al fine di affrontare le problematiche inserite nella “fase due” del confronto sulla previdenza.

In particolare l’Esecutivo concorda sulla necessità di dare priorità alla discussione sulla sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani al fine di assicurare l’adeguatezza delle pensioni medio-basse nel regime contributivo con riferimento sia alla pensione anticipata che alla vecchiaia.

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