Fondi pensione e pip, un regalo previdenziale utile per un figlio

Roberto Carli -

Rimandati in primavera. E’ questa l’impressione che emerge dalla Legge di Bilancio 2018.

Si è parlato per lunghi mesi della necessità di supportare previdenzialmente i giovani, gravati da un elevatissimo rischio pensionistico. Numerose le proposte, dal riscatto laurea gratuito ad una pensione minima di garanzia, ad un correttivo al contributivo.

Al momento però, considerando il “sentiero stretto” in termini di risorse stanziabili la “fiche” pro giovani del Governo è stata puntata sulla decontribuzione per riavviare l’occupazione ma si è deciso di non intervenire con misure in ambito previdenziale. Nel documento consegnato ai Sindacati nell’incontro del 18 novembre vi è però una dichiarazione di intenti da “lasciare in eredità” al futuro Esecutivo.

Nel rispetto dei vincoli di bilancio e della sostenibilità di medio-lungo termine della spesa pensionistica e del debito, si afferma, vanno riaffrontate in particolare le misure atte a garantire la sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici dei giovani nel regime contributivo e a riconoscere il valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne.

Ma, attendendo il “Governo che verrà” e considerando l’approssimarsi delle festività natalizie, come funzionalizzare un possibile “regalo” in prospettiva di utilità previdenziale per un proprio figlio/a? Interessante via potrebbe essere quella di fare sottoscrivere un fondo pensione/pip al ragazzo/a contribuendo con versamenti a proprio carico. Se il figlio/a fosse minore di età potrà firmare il genitore con la clausola “per patria potestà” essendo considerato atto di ordinaria amministrazione.

Va ricordato come dal punto di vista fiscale i contributi versati per un familiare a carico sono deducibili fino al limite annuo di 5164,57 euro. Come veicolo previdenziale si può pensare ad un fondo pensione aperto o ad un piano previdenziale individuale ma anche all’eventuale fondo pensione negoziale o aziendale (con un sensibile vantaggio in termini di riduzione dei costi) al quale si aderisca se lo statuto preveda la possibilità di fare aderire anche i familiari a carico.

Con la “apertura” di una posizione previdenziale si attiva un vero e proprio “salvadanaio” per la pensione che rappresenta la dote previdenziale del giovane che potrà incrementarla ed assumerla nel momento in cui entrerà nel mercato del lavoro.

Potrà per esempio trasferire la propria posizione al fondo pensione collettivo al quale abbia diritto diventando lavoratore dipendente con riferimento al quale è conveniente aderire per avere diritto al contributo datoriale.

La adesione ad un fondo pensione consente al giovane di diversificare il proprio rischio previdenziale godendo al contempo di tutta una serie di benefici come la possibilità di accedere alle anticipazioni per l’acquisto della prima casa alla “riserva di valore” con le anticipazioni fino al 30 per cento per “ulteriori esigenze”.

Al pensionamento la tassazione sulle prestazioni si ridurrà poi grazie alla adesione promossa dal genitore, essendo la imposta sostitutiva applicata pari al 15 per cento che si riduce dello 0,30 per ogni anno di durata superiore al quindicesimo fino ad un minimo del 9 per cento.
Non va dimenticata poi, in caso di figli laureati, la possibilità del riscatto laurea. In questo caso il ragazzo incrementa il montante contributivo con la possibilità quindi di avere una pensione più elevata, il genitore detrae con aliquota del 19 per cento, a condizione logicamente che il giovane risulti fiscalmente a carico.