Dollaro in ipervenduto?

Peter Rosenstreich, Vincent-Frédéric Mivelaz -

Solitamente, le valutazioni delle principali monete dovrebbero essere correlate ai rispettivi rendimenti, anche se recentemente non è proprio così.

La maggiorparte delle divise appartenenti al gruppo G10 si trovano infatti significativamente al di sopra di quanto il differenziale di rendimento potrebbe suggerire.

I commenti rialzisti rilasciati la scorsa settimana da alcuni membri della Bce hanno guidato l’Eurodollaro sopra 1,20, ovvero il livello più elevato da quando la banca centrale ha iniziato il Quantitative Easing.

A nostro parere, i mercati non stanno prendendo nella giusta considerazione l’impegno della Fed di anticipare l’inflazione. Infatti, quello che ci attendiamo è che non appena i prezzi al consumo ripartiranno (secondo noi più rapidamente delle stime), le correlazioni sui tassi di interesse ritorneranno dove dovrebbero essere generando un rally del biglietto verde contro Yen, Euro e Franco svizzero.

D’altra parte, abbiamo già preso nota di come le incertezze sulla coalizione di governo tedesca e le politiche monetarie della Bce abbiano fatto sussultare l’andamento della moneta unica la scorsa settimana, sebbene all’interno di un movimento che è poi rientrato: l’accordo in Germania e la pubblicazione di dati economici robusti hanno infatti spinto l’Eurodollaro alla soglia di 1,22.

I mercati Usa continuano a viaggiare sui massimi, l’inflazione si sta finalmente rivitalizzando e le indiscrezioni riguardo al fatto che la Cina abbia in animo di bloccare gli acquisti di Treasury sembrano completamente infondate.


Peter Rosenstreich – Head of Market Strategist – Swissquote
Vincent-Frédéric Mivelaz – analista – Swissquote