L’Innovazione tecnologica nella RC Auto

Roberto Carli -

Come impatta la tecnologia sulla RC Auto ? Un interessante approfondimento dell’Ania un utile ritratto evolutivo della liaison.

Se inizialmente (alla fine degli anni novanta) si trattava di apparecchi tecnologici con finalità essenzialmente di antifurto e che consentivano la geolocalizzazione del mezzo, nella seconda fase (avviatasi a metà degli anni duemila) gli strumenti sono divenuti via via più sofisticati (includendo accelerometri e servizi di assistenza in caso di crash) e hanno consentito formule tariffarie per polizze a tempo o a chilometraggio predefinito (“pay as you go”).

Ma è solo agli inizi di questo decennio che le black box hanno preso a monitorare lo stile di guida degli automobilisti dando il via allo sviluppo di tecniche di tariffazione sempre più sofisticate volte a monitorare lo stile di guida degli assicurati e introducendo la cosiddetta practice del “pay how you drive”.

Quale è il livello di diffusione dell’innovazione tecnologica ? Lo sviluppo è stato particolarmente rapido e pronunciato; se agli inizi di questo decennio (2010-2012) l’incidenza dei contratti assicurativi con clausole in presenza di una scatola nera era al di sotto del 5%, si stima che alla fine del 2016 questa incidenza sia oscillata tra il 16% e il 17%. Quindi, sugli oltre 30 milioni di autovetture quelle che hanno optato per l’installazione di un dispositivo telematico nel 2016 hanno sfiorato i 5,0 milioni (erano poco più di 1 milione solo all’inizio del 2010).

La crescita media annua è stata superiore al 45%. Spostandosi dal lato dell’assicurato in Italia le incidenze più elevate siano riscontrabili fra i molto giovani (18-23 anni) e i giovani (26-31) che sono considerati i profili più a rischio; nel corso di un quadriennio (2012-2015) vi è stata comunque una crescita (più pronunciata rispetto la media annua generale) anche per le fasce centrali di età (tra i 46 e i 51 anni), indice che l’appetibilità verso questa tipologia di polizze è andata progressivamente ampliandosi, interessando anche soggetti con una profilazione di rischio più contenuta .

L’incidenza delle scatole nere è invece uguale fra i due sessi, con una lieve maggiore crescita nel tempo delle donne rispetto agli uomini. Lo sviluppo delle scatole nere in Italia è stato fortemente legato all’evoluzione generale della tecnologia che ha impattato enormemente sui prodotti assicurativi che prevedono appunto l’utilizzo di strumenti telematici abbinati a polizze di copertura di responsabilità civile auto.

Anche con riferimento alle caratteristiche del veicolo, sono quelli considerati più rischiosi ad avere una più alta presenza di strumenti telematici (in particolare le vetture con una potenza elevata, notoriamente più sinistrose) anche se, come registrato per le età dell’assicurato, si osserva che nel tempo la penetrazione di tali dispositivi è cresciuta trasversalmente, in maniera anche più pronunciata, per le macchine di bassa cilindrata.

Considerando ad esempio un altro parametro come l’età del veicolo, risulta che l’incidenza più elevata di scatole nere sia riscontrabile nelle autovetture con meno di 2 anni, sia perché – in molti casi – tali dispositivi sono ora presenti già al momento dell’uscita di fabbrica sia perché le vetture nuove, maggiormente esposte al rischio furto, sono più propense a utilizzare le scatole nere al fine di localizzare il mezzo in caso di furto.

È interessante tuttavia evidenziare come la crescita sia stata molto pronunciata anche nei veicoli più vecchi (tra 6 e 10 anni) e oltre i 10 anni. Questo indica come l’appetibilità di prodotti innovativi sia trasversale e crescente fra tipologie di rischi molto differenti.

Quali sono poi gli effetti della black box sulla sinistrosità degli assicurati ? Nel quadriennio 2012-2015 la frequenza dei sinistri causati per i veicoli dotati di scatola nera (con l’eccezione del 2012) è sempre inferiore a quella dei veicoli senza alcuna dotazione (tra il -2% e il -5%); questo è un chiaro segnale, sottolinea l’Ania, di una più attenta prestazione alla guida da parte di coloro che sanno di essere monitorati.

La riduzione di sinistrosità (misurata dal calo della frequenza sinistri) tra il 2012 e il 2015 è stata per i veicoli dotati di scatola nera quasi doppia di quella registrata dai veicoli senza alcun dispositivo (-14,3% vs -7,7%). Viceversa, il costo medio dei sinistri è lievemente più alto per i veicoli con la scatola nera rispetto a quelli che ne sono privi (fino al +3%, con l’eccezione del 2012 quando invece era inferiore).