Mercati di Frontiera, la crescita del Ghana al centro della scena

Oliver Bell -

Senza dubbio il Ghana ha attraversato un periodo complicato negli ultimi anni, con un’economia che ha dovuto affrontare una crisi valutaria, un’inflazione a doppia cifra, tassi di interesse altissimi e un livello del debito pubblico in aumento.

Tuttavia, oggi la crescita del Ghana è in ripresa e l’economia è entrata in una fase di transizione. Di recente, siamo stati nel Paese, toccando con mano molti sviluppi positivi.

La situazione del Ghana

Il Fondo Monetario Internazionale si aspetta che la crescita del Pil in Ghana salga all’8,6% nel 2018, ben al di sopra del 3,4% previsto per il resto della regione sub-sahariana. Il Ghana è la seconda economia per dimensioni nell’Africa occidentale, guidata dalle esportazioni di petrolio, oro, cacao e legname. Il recente aumento delle quotazioni e della produzione del petrolio rappresentano i principali driver del miglioramento dell’outlook, mentre la tendenza in ribasso dell’inflazione ha portato a una ripresa della domanda domestica. Tullow Oil, una delle posizioni del nostro fondo nel settore del petrolio e del gas, è stato uno dei maggiori beneficiari di questo contesto, aumentando la produzione nel sito “TEN fields” al largo della costa ghanese.

Anche la situazione politica stabile ha aiutato a migliorare l’outlook del Paese. Il Governo del Presidente Nana Akufo-Addo, al potere da gennaio 2017, ha fatto notevoli progressi verso la riduzione della spesa pubblica e verso il raggiungimento degli obiettivi di bilancio.

Una perdurante disciplina fiscale sarà di vitale importanza per l’inversione di rotta del Ghana, considerando soprattutto il suo rapporto debito/Pil attorno al 70% e la probabilità che l’FMI concluda il suo programma nel Paese a dicembre.

Il comparto bancario del Ghana

Le banche ghanesi hanno incontrato delle difficoltà riguardo alla qualità degli asset, e anche il portafoglio dei prestiti è stato influenzato dai minori prezzi del petrolio e dall’esposizione su alcune società pubbliche del settore energetico che stanno faticando molto. La Bank of Ghana ha aumentato notevolmente i requisiti di capitale per gli istituti locali, da 125 milioni di cedi ghanesi a circa 400 milioni (attorno a 100 milioni di dollari), con l’obiettivo di innescare un consolidamento del settore riducendo il numero di banche nel Paese da 34 a circa 24.

D’altra parte, mentre l’espansione del credito nel settore privato è stata controllata, anno-su-anno la crescita dei prestiti è aumentata fino a raggiungere il 5%. Le due banche che abbiamo incontrato nel nostro ultimo viaggio nel Paese mirano ad un livello compreso tra 10% e 20% per il 2018. Standard Chartered Ghana ha espresso ottimismo riguardo alle prospettive per i fondamentali in Ghana e si aspetta che questo porterà a maggiori livelli di ROE. Questa banca ha il più alto rapporto di non-performing loan (NPL) del settore, al 45% rispetto al 21% in media, ma i rapporti di copertura dei debiti sono solidi. Più preoccupante è la liquidità limitata e il rapporto price-to-book (P/B), in seguito a un forte aumento dei prezzi delle azioni nel 2017. EcoBank Ghana ha mostrato invece un approccio più proattivo riguardo alla qualità degli asset ed ha diminuito il proprio rapporto di NPL, portandolo al 12%. Il miglioramento dei fondamentali e un forte team dirigenziale la rendono un’opportunità interessante.

In conclusione, siamo tornati dal nostro viaggio in Ghana con un maggior ottimismo circa gli sviluppi top-down dell’economia del Paese. Ci sono poi numerosi titoli azionari sul nostro radar, nel caso le valutazioni dovessero muoversi verso livelli allettanti.


Oliver Bell – gestore del fondo T. Rowe Price Frontier Markets Equity – T. Rowe Price