E’ tempo di comprare sterline e vendere dollari

Peter Rosenstreich, Arnaud Masset -

Nonostante il rimbalzo messo a segno ieri a seguito dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche mediorientali e dovuto più al deterioramento dei corsi dello yen, dell’euro e del dollaro canadese che a vere e proprie ragioni fondamentali, crediamo che il rally del biglietto verde sia ormai troppo tirato, tanto più se pensiamo che il dato sulle vendite al dettaglio del mese di aprile dovrebbe mostrare, tenendo conto delle immatricolazioni, un piccolo rallentamento.

Riteniamo che ci siano più rischi che vantaggi nel comprare dollari e che una lettura negativa del dato possa rinfocolare i timori relativi alla crescita Usa. Nel complesso, siamo ribassisti sulla moneta Usa perché pensiamo che i recenti apprezzamenti siano davvero eccessivi.

Così come al contrario, crediamo che sia esagerato il pessimismo sulla sterlina. Considerata questa recente debolezza, è arrivato il momento di ritornare ad avere posizioni lunghe di sterline. Lunghi di quanto? Molto dipenderà dalla Brexit.

Il nostro scenario di base incorpora un esito positivo per le relazioni future tra Ue e Regno Unito: siamo posizionati per beneficiare di un rimbalzo della sterlina che potrebbe derivare sia da buone notizie sul fronte Brexit che da una ripresa dell’economia domestica.

Il pound infatti è stato affossato recentemente dal cambiamento dei toni della Bank of England che ha fatto sì che il mercato riconsiderasse, rivedendo nei prezzi, il numero di rialzi dei tassi. Da febbraio, dati economici deboli hanno posto fine al “tutto-fuorchè-sicuro” rialzo di maggio e le aspettative di politica monetaria sono diventate pericolosamente a breve termine.

I dati contrastanti di oggi sul mercato del lavoro sono destinati ad accendere un dibattito: considerato il rapido calo della sterlina, sorprese positive non potranno che avere un effetto positivo sull’andamento della moneta. L’evidenza di un rialzo dell’inflazione probabilmente non farà che aumentare le attese di un rialzo dei tassi.

Come ampiamente atteso, la Bank of England ha lasciato invariato il tasso bancario allo 0,5% con 7 voti a favore e 2 contro. Nonostante ci si stia allontanando dal picco del ciclo di crescita (come del resto sta accadendo in tutto il mondo) la finestra per un rialzo ad agosto dovrebbe rimanere aperta.


Peter Rosenstreich – Head of Market Strategy – Swissquote
Arnaud Masset – analista – Swissquote