Pictet-Digital: la normativa GDPR può rappresentare un’opportunità

Team di Gestione del fondo Pictet-Digital -

Le recenti debolezze di alcuni dei più grandi nomi del mondo di internet che fanno parte del fondo Pictet-Digital sono viste come un’opportunità.

Il settore della pubblicità online rappresenta infatti il 31% circa del Pictet-Digital. Ciò detto, va precisato che Google (presente nelle prime 10 posizioni del fondo Pictet-Digital con un peso del 4,4%) è il titolo meno esposto ai cambiamenti della normativa in materia di privacy dal momento che il gruppo ha a che fare principalmente con le intenzioni d’acquisto degli utenti e non utilizza i dati sensibili dei profili.

Facebook e tutte le più grandi piattaforme pubblicitarie restano al sicuro, visto che soddisferanno i criteri GDPR e continueranno a investire sulla buona qualità dei sistemi di gestione dei dati. Per esempio, Facebook ha raddoppiato le spese in conto capitale dal 2017 al 2018 ($14 miliardi).

Inoltre, queste società hanno molti avvocati alle proprie dipendenze che si occupano direttamente di GDPR, hanno dipartimenti di compliance in ogni singolo mercato chiave e hanno adottato una strategia per assicurare la conformità con la normativa GDPR su base globale.

Anche se i GDPR riguardano per ora solo l’Europa, probabilmente una regolamentazione simile a quella GDPR verrà adottata in altre parti del mondo e tutte queste piattaforme online sono organizzate per essere completamente conformi su base globale alla regolamentazione con i più alti standard possibili.
Inoltre, queste piattaforme sono sufficientemente potenti per poter nascondere e criptare i dati degli utenti e rivendere pacchetti di informazioni ai pubblicitari senza diffondere dati sensibili degli utenti (nome, sesso, religione).

Le aziende più esposte al rischio legato alle regolamentazioni sulla privacy sono “i piccoli gruppi di software pubblicitari” in cui il fondo Pictet-Digital non investe. Si tratta di gruppi che stanno raccogliendo dati personali dal web e che non accederanno più a questi dati personali con l’affermarsi della nuova regolamentazione. E, quando non saranno quindi più in grado di vendere dati ai pubblicitari, quest’ultimi rimarranno totalmente dipendenti dalle grandi piattaforme pubblicitarie (Facebook e simili) per promuovere i propri brand.

Infine, se le sanzioni in tema di privacy prevedranno anche qualche penale pecuniaria, le penali massime saranno pari al 4% dei ricavi. Se questo dovesse accadere a Facebook (che in Europa realizza il 27% dei propri ricavi), avrebbero un impatto negativo sugli utili di bilancio inferiore al 2,3%!

Per concludere, vale la pena evidenziare anche che 2/3 dei titoli presenti nel fondo Pictet-Digital hanno perso tra il -52% e il -9% dal loro massimo a 52 settimane, mentre l’MSCI ha perso solamente il -5,2% e l’MSCI IT il -1,1%. Questo suggerisce un potenziale attraente di ripresa (dal momento che riteniamo i fondamentali ancora sicuri).

A livello di singoli segmenti dell’indice MSCI IT, il più costoso risulta essere quello dei semiconduttori (2,77x PEG FY2 – rapporto tra prezzo/utili e crescita prevista degli utili a due anni) superiore alla media del comparto Pictet-Digital, (1,3x) su cui non riteniamo esserci avvisaglie di bolle, e alla media di MSCI world e MSCI Info Tech rispettivamente a 1,65x e 1,7x.

Se dovessero avvenire delle correzioni, dovremmo eventualmente essere più resilienti dal momento che non abbiamo posizioni nel segmento dei semiconduttori dato che questi non rientrano nel nostro universo tematico puramente digitale e poiché siamo invece esposti agli operatori di network per l’11% del portafoglio (il segmento Network Operators è stato il contributore più debole alla performance da inizio anno).

La differenza più grande tra il fondo Pictet-Digital e gli ETF, gli indici o i Peer groups si basa su alcuni presupposti:

  1. Grazie alla crescita strutturale e ai benefici della trasformazione digitale, il portafoglio del Pictet-Digital presenta una crescita del fatturato 3 volte superiore a quella dell’MSCI World e una crescita degli EPS 2 volte superiore rispetto all’MSCI World.
  2. L’esposizione alla e-health ed ai pagamenti online: attualmente la spesa in IT rappresenta il 10% della spesa totale nel settore finanziario e il 3% nella sanità. Vedremo più applicazioni di software come servizi e di organizzazioni di cloud. Inoltre vedremo l’espansione dei pagamenti mobile e digitali, lo sviluppo delle piattaforme di prestito peer to peer e la blockchain sarà un altro grande passo in termini di innovazione digitale. Le strutture sanitarie metteranno a punto nuove interfacce IT che aiuteranno a gestire meglio i dati dei pazienti con una maggiore centralizzazione, una più ampia capacità di immagazzinamento, una diagnostica più affidabile ed analisi più efficaci. Ci si aspetta che il sistema passi da un modello di commissione per servizio a uno di commissione per valore, nel senso che il medico sarà pagato sempre di più in base alla capacità di questi software di mantenere le persone in salute, migliorando la qualità e l’accesso alle cure e riducendo i costi.
  3. L’ esposizione alle aziende di telecomunicazioni ed esclusione del settore dei semiconduttori.
  4. Un processo di investimento molto rigoroso che si traduce in un portafoglio meno concentrato (la posizione più grande è inferiore al 5% del portafoglio). Abbiamo un approccio bottom-up che consiste nel classificare e assegnare punteggi ai titoli che fanno parte del nostro universo Digital, il che significa che attraverso delle metriche sia qualitative che quantitative siamo in grado di selezionare i titoli best in class e pesarli adeguatamente. Analizziamo diversi parametri come la crescita del fatturato, l’evoluzione della profittabilità, il ROCE, l’evoluzione delle quote di mercato, la qualità del management, la governance aziendale e il punteggio ESG.