L’industria e UBI Pramerica

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L’industria del risparmio gestito in Italia mostra un trend di crescita che, seppur non ai livelli del 2017, conferma la solidità di questo mercato.

Andrea Ghidoni, Amministratore Delegato e Direttore Generale di UBI Pramerica SGR
Nel 2018, infatti, il dato di raccolta netta è positivo, fattore tutt’altro che scontato visto il contesto molto sfidante, in particolare per l’effetto mercato che stiamo scontando.

Questa raccolta ha visto il significativo incremento del peso degli istituzionali rispetto a quello dei privati (normalizzando il dato si può notare un valore raddoppiato rispetto allo scorso anno). La ragione è da ricercarsi principalmente nella minore emotività dell’investitore istituzionale, che si lascia meno facilmente condizionare dal nervosismo dei mercati, e dalla tenuta del segmento assicurativo.

In un contesto di maggiore complessità dei mercati e di crescente emotività degli investitori, la chiave per la ricerca di rendimento è rappresentata dalla gestione attiva e professionale. È in mercati più complessi e volatili che i gestori attivi riescono a fare la differenza, dimostrando tutto il proprio valore a beneficio del cliente.

Confrontando poi i dati di raccolta italiani con quelli europei, il quadro complessivo presenta innegabili affinità, seppur in Europa il rallentamento della raccolta abbia inciso meno che in Italia. Sicuramente, i fattori che hanno maggiormente influito sul rallentamento sono riconducibili alla complessità dei mercati: mercati azionari in gran parte in flessione, allargamento dello spread per il segmento corporate e di quello Btp/Bund.
In questa situazione la SGR si trova a dover adempiere a un mandato di protezione prima ancora che di ricerca di rendimento nei confronti dei propri investitori e a dover mostrare ancora più vicinanza sia a loro, attraverso un livello di servizio sempre più elevato, sia alle reti distributive, con l’obiettivo di spiegare la situazione geopolitica, i mercati finanziari e come si sta operando sui portafogli.

Insomma, se gli italiani per loro natura hanno un approccio prudente agli investimenti, a maggior ragione, a fronte di tutto ciò, oltre 11 miliardi di Euro di raccolta da inizio anno della industry del risparmio gestito nel nostro Paese rappresentano comunque un buon risultato.

UBI Pramerica a settembre di quest’anno ha superato in termini di patrimonio i 60 miliardi di Euro con un incremento, in particolare, dei mandati istituzionali. Anche la raccolta derivante dalla clientela retail è stata positiva. In generale la SGR ha avuto un tasso di crescita – misurato come rapporto tra raccolta netta da inizio anno ad agosto e AUM di fine 2017 – sei volte superiore rispetto alla media dell’industria: +3,6% a fronte dello 0,6%.

Tutto ciò si è reso possibile grazie a diversi fattori, che hanno riguardato anzitutto la definizione e la pronta implementazione di strategie di investimento coerenti con l’andamento dei mercati e la vicinanza alle reti distributive e ai clienti; non da ultimo il network Pramerica di cui la SGR è parte, vale a dire un asset manager con 1,4 trilioni di $ in gestione e oltre 140 anni di presenza sul mercato.

Guardando agli anni a venire, la SGR si pone un’importante sfida: essere sempre più una società di mercato, presidiando ulteriormente il segmento degli investitori istituzionali e delle reti distributive terze. In coerenza con questo la SGR sta ampliando sia le proprie soluzioni di investimento sia la propria squadra.

L’innovazione di prodotto nel contesto di mercato
Andrea Sanguinetto, Responsabile Area Commerciale e Vice DG di UBI Pramerica SGR
Nell’attuale contesto caratterizzato da mercati più volatili che cambiano direzione con maggior frequenza e da uno scenario economico sempre più dinamico, rapido e ricco di variabili, è importante poter disporre di fonti di rendimento ampie e diversificate per creare valore per gli investitori.
Alla luce di questa crescente complessità, gli investitori devono essere disposti a inserire un po’ di rischio nei propri portafogli per ottenere rendimenti e i gestori devono poter aver una maggior delega, per potersi muovere più tempestivamente su mercati, aree geografiche, asset class, temi e nicchie di investimento, utilizzando anche tecniche di gestione nuove.

Il modello di business di UBI Pramerica consente tutto ciò. Mette, infatti, a disposizione un’expertise globale e varia in termini di processi di investimento e stili di gestione, e consente di renderli accessibili agli investitori, sia retail sia istituzionali. L’approccio “multi boutique” permette di coniugare l’esperienza del team di gestione italiano, guidato da Fabrizio Fiorini, con quella degli asset manager del mondo Pramerica (PGIM Fixed Income, QMA, Jennison), a cui è delegata la gestione degli asset non Euro.

Le sfide che arrivano dai mercati, dall’industria e dall’evoluzione delle esigenze degli investitori portano quindi UBI Pramerica a innovare continuamente il proprio sistema d’offerta.

In particolare, in questo momento sono disponibili soluzioni nuove che mirano a cogliere opportunità specifiche sia di tipo più “tradizionale” per un gestore attivo, come gli investimenti absolute return o quelli tematici, sia di tipo nuovo per il nostro business che lo avvicinano al mondo della gestione passiva, andando a coglierne i vantaggi in termini di efficienza, ma in maniera “smart”. E la strada dell’innovazione non si ferma qui.