Cossu, ad Portale Sardegna: “Abbiamo digitalizzato l’esperienza. Senza dimenticarne la fruibilità”

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Si può fondere insieme la tradizione più antica con le tecniche più moderne? Si. E, in qualche caso, è la chiave del successo per differenziarsi dai player generalisti internazionali

Parlare di turismo è facile, pensare alla Sardegna come una delle mete d’elezione è altrettanto lineare, eppure chiudere l’ipotetico sillogismo richiede una dose di cura aggiuntiva. E, naturalmente, richiede le conoscenze e l’impegno di chi si dedica anima e corpo alla valorizzazione della propria terra per arricchire e diversificare le possibilità legate al settore del turismo su tutto il territorio regionale.

Per farci illustrare le potenzialità del settore e toccare con mano la reale portata di un’impresa che ha fatto del turismo in Sardegna il proprio core business, abbiamo raggiunto a telefono Massimiliano Cossu, amministratore delegato di Portale Sardegna, che subito ci ha mostrato la reale dimensione della sua creatura imprenditoriale, da leggere per altro in prospettiva come un’affidabile testimonianza della portata del settore turismo in Sardegna e non solo.

“In Sardegna l’ultima IPO risaliva a circa venti anni fa: era il 2000, si parla di Tiscali, e si trattava di un settore relativamente “nuovo” – ci ha ricordato Cossu – Sono passati 18 anni per assistere ad una seconda quotazione nell’isola (su AIM Italia, ndr)” per un’azienda nata, pensata, cresciuta nella regione. Anzi, un’azienda che lega il suo stesso dna al tessuto della Sardegna.
Portale Sardegna rientra nella categoria delle online travel agency (OAT) e si colloca nel segmento Mare Italia.

D: Cominciamo da una panoramica del settore, dottor Cossu…
R: Allora, se da un lato è innegabile che veniamo da un anno (il 2018) difficile in cui il segmento Mare Italia di certo non ha brillato per risultati rispetto sia agli anni precedenti che rispetto ad altre aree geografiche, dall’altro mi sembra importante sottolineare che le ragioni non sono legate al segmento in sé.

D: Ci sta dicendo che il 2018 per Mare Italia non è andato bene per ragioni “esterne” se abbiamo capito correttamente…
R: Proprio così. I dati per il segmento parlano di un 2018 di difficoltà a causa del ritorno significativo di alcune mete che erano scomparse dai radar del turismo internazionale negli anni precedenti a causa di aspetti legati alle dinamiche del terrorismo internazionale. Penso, ad esempio, a mete quali Egitto, Turchia e Tunisia solo per fare qualche nome. E c’è anche l’aspetto economico naturalmente, perché sono proprio gli operatori turistici attivi su queste mete ad offrire ultimamente prezzi estremamente concorrenziali, quasi anti-concorrenziali potremmo dire con una battuta. Di qui dunque la capacità di attrarre un’ampia fetta di turismo internazionale a scapito del segmento Mare Italia.
Se dunque alle dinamiche – leggi difficoltà in questa fattispecie concreta – internazionali si combina l’ampiezza dell’offerta interna, che nonostante la contrazione dei volumi, non si cancella, allora la logica ci porta a comprendere la necessità di differenziarsi. Una differenziazione necessaria sia per discostare la propria offerta dai consueti modelli immessi sul mercato dai grandi player generalisti internazionali, ma necessaria anche per prendere le distanze dagli operatori più vicini sul territorio e che, per forza di cose, offrono prodotti più simili. Almeno sulla carta secondo l’amministratore delegato di Portale Sardegna….

D: Semplificando al massimo, dottor Cossu, cosa c’è dietro il successo registrato da Portale Sardegna?
R: Le rispondo con altrettanta semplicità. Quando abbiamo tracciato una linea a conclusione del 2018 esaminando i dati, sono emersi essenzialmente la capacità di mantenere una solida struttura finanziaria, il lancio di prodotti innovativi e l’accelerazione della crescita tramite acquisizioni e fusioni
Procediamo con ordine, cominciando dalla acquisizione al 100% di Rojal Travel Jet Sardegna (RTJ) che ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi dichiarati al momento della quotazione. Un’acquisizione che ha visto in cima alle priorità di Portale Sardegna la salvaguardia dell’organigramma sociale e dell’indipendenza operativa di RTJ. Altro cardine della nostra offerta, aggiunge Massimiliano Cossu è “la stretta interazione con il territorio, quella che, per intenderci, non possono offrire i player generalisti internazionali”.

D: Stiamo parlando in altre parole della cosiddetta dimensione g-local? Vale a dire il giusto mix tra approccio globale e focus locale sul territorio?
R: Proprio così. E abbiamo differenti modalità per declinare tale mix. Mi riferisco, nello specifico, ad una serie di progetti quali, ad esempio, l’Open Voucher Experiences, che nasce con l’obiettivo di offrire ai clienti alternative ai servizi balneari mappando e rendendo fruibili gli attrattori destagionalizzati. Mi viene anche in mente un altro progetto che prende le mosse dall’idea di una sempre maggiore integrazione con il territorio, vale a dire il Sardinia Island Long Stay Winter che permette ai turisti di integrarsi negli usi e costumi più tipici e più peculiari dell’isola.

D: Scendendo nei particolari, un esempio di tali pacchetti?
R: Gliene faccio un paio. “Un giorno da pastore” e “Un giorno da nuragico”. Sono due offerte che, come è facile intuire dalla denominazione, permettono al turista di trascorrere un giorno a 360° all’interno di un contesto per lui spesso lontano anni luce dal proprio contesto, dal proprio vissuto, dalla propria storia. Anche perché, nella larga maggioranza dei casi, ci riferiamo ad una clientela internazionale di alta fascia che, ad esempio, sta mostrando enorme interesse anche per i nostri laboratori di cucina sul territorio.
A conti fatti potremmo parlare quasi di turismo 2.0 con un’espressione alquanto inflazionata. Nel senso che, nel caso di Portale Sardegna, il mondo del digitale si fonde insieme alla più antica tradizione locale. Senza dimenticare, naturalmente, tutto quanto ruota intorno alle facilitazioni di viaggio, vale a dire servizi di trasporto facilmente fruibili e dai costi contenuti.