Commento di Legg Mason sulla nomina di Christine Lagarde alla guida della BCE

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Michael Browne, co-gestore della strategia Equity Long/Short di Martin Currie (gruppo Legg Mason):
La nomina di Christine Lagarde – e quella di Ursula von Der Leyen a capo della Commissione – da poco annunciata significa che il rischio di una hard Brexit è aumentato.

Queste nomine sembrano echeggiare la tesi che “il problema dell’Europa è il suo non essere abbastanza integrata”, e mi aspetto che la Gran Bretagna sarà tra i primi paesi a trovarsi in difficoltà in questo senso, dovendo rinegoziare la Brexit. L’Europa sembra infatti serrare i ranghi.

I rischi di conflitto arriveranno anche dalle varie fazioni populiste, che nelle ultime elezioni sono andate bene ma che in queste nomine sono state ignorate.

L’Italia e gli stati dell’Europa Orientale non hanno ottenuto i posti di vertice, e hanno quindi perso influenza. Il rischio di tensioni è palese, e crediamo che nei prossimi cinque anni il rischio di una crisi del debito italiano sia alto.

Queste nomine devono ancora passare per il Parlamento europeo, in cui potrebbe emergere il risentimento da parte dei principali gruppi politici (oltre che da quelli populisti) che non saranno d’accordo con la fine del sistema degli “Spitzenkandidaten” – dove il partito più grande nel Parlamento Europeo nomina i suoi candidati per le principali posizioni.

Lagarde ha assunto la direzione del FMI nel giugno 2011 al culmine della crisi greca, sostituendo il francese Dominic Strauss-Kahn. Durante quel periodo ha dimostrato fermezza e ha svolto un ruolo di figura istituzionale, lasciando il lavoro di rinegoziare il debito greco ai tecnici della Banca Centrale.

Venendo da una formazione giuridica, è riuscita a negoziare i problemi – anche se adoperando spesso un pugno di ferro in un guanto di velluto. Il ruolo della BCE è diverso, essendo tanto tecnico quanto “presidenziale”. Per la BCE questa è una scelta di continuità e, poiché l’incarico durerà otto anni, si tratta di una decisione importante. Il mercato l’ha certamente vista come pro-accomodamento monetario, e ha reagito favorevolmente.

Andreas Billmeier, research analyst di Western Asset (gruppo Legg Mason):
Con Christine Lagarde al timone della BCE subentrerebbe a Mario Draghi un altro esperto comunicatore e gestore di crisi. Il suo background come ministro dell’economia francese potrebbe essere d’aiuto nel persuadere i suoi ex colleghi ad una politica di bilancio più espansiva, laddove appropriato, alleviando in tal modo il peso gravante sulla politica monetaria – un punto sostenuto più volte anche da Draghi nel recente passato. In merito alla politica monetaria, pensiamo che sarà analogamente accomodante, e certamente Lagarde non ostacolerà il riavvio del programma di acquisto di asset se il bisogno diventasse (più) ovvio. Speriamo che la sua mancanza di competenze istituzionali – Duisenberg, Trichet e Draghi avevano tutti guidato banche centrali nazionali prima di diventare presidenti della BCE, e conoscevano dunque bene le procedure europee – non porti ad una maggiore volatilità nelle comunicazioni – un rischio che abbiamo visto verificarsi recentemente con il mandato di Jerome Powell presso la Federal Reserve Bank.”

Francis Scotland, Portfolio Manager e Co-Director Global Macro Research di Brandywine Global (gruppo Legg Mason):
Presto avremo persone che hanno studiato legge gestire tre delle maggiori banche centrali del mondo: la Banca del Giappone, la Federal Reserve Bank ed ora la BCE con la nomina di Lagarde. È un bene o un male? Chiedere ad un esperto di legge di gestire la politica monetaria è come chiedere ad un economista di esercitare la funzione di giudice alla Corte Suprema? Vedremo quale sarà il nuovo orientamento nella politica monetaria europea. Kuroda ha legato il proprio destino a quello del Primo Ministro Abe e ha comprato metà del debito nazionale del Giappone. Draghi ha ribaltato la stretta monetaria di Trichet e ha fatto rizzare i capelli ai rigidi sostenitori del denaro difficile comprando debito sovrano. Powell è partito lancia in resta con la normalizzazione prima di venir ridimensionato dai mercato a fine 2018. Lagarde era a capo di un’organizzazione che aveva il compito di imporre sobrietà fiscale ai paesi in cambio di piani di salvataggio. Potrebbe rivelarsi un’antagonista dei teorici monetari moderni che sostengono la necessità di un’elevata spesa pubblica finanziata dall’emissione di moneta